É davvero impresa ardua commentare quanto accaduto l’altra sera tra Milan e Udinese a San Siro.
In casa friulana c’è ovviamente tantissima amarezza per aver pareggiato una partita che al minuto 95 era praticamente vinta. Vittoria gettata alle ortiche per una sciocchezza di Stryger Larsen che,a recupero finito, come sottolineato giustamente da Gotti nel post-partita, ha goffamente toccato il pallone con il braccio concedendo la massima punizione per il Milan trasformata poi da Kessie. Un errore un po’ inaspettato da un giocatore della sua esperienza dovuto anche ad una spinta di Leao che ha sbilanciato il laterale danese, il quale forse voleva accentuare l’accaduto sul quale però il direttore di gara ha sorvolato.
Criticare è giusto, che Larsen abbia sbagliato non c’è dubbio ma guai a giudicare e sentenziare sul laterale destro friulano. Da quando è arrivato all’Udinese nell’estate del 2017 ha sempre garantito prestazioni solide, professionalità e affidabilità tanto da diventare un perno della squadra. Di fatti in quattro anni non si ricordano errori pacchiani del classe 91 che anzi è sempre stato un giocatore dal rendimento sicuro (con pochissimi bassi) che ha fatto della costanza la sua qualità migliore. E quelle lacrime a fine partita sono state davvero un pugno allo stomaco perché confermano che quell’episodio ha generato rabbia e delusione in tutti ma in primis in lui che ha capito la sciocchezza della sua giocata. Non è stato il primo e non sarà nemmeno l’ultimo a fare una giocata “incomprensibile” causando un rigore. Nel marzo del 2015 a Stamford Bridge durante un ottavo di finale di Champions League tra Chelsea e PSG, addirittura un giocatore dal calibro di Thiago Silva causò un penalty con una dinamica di gioco molto simile a quella vista mercoledì sera.
Come detto però è un episodio e come tale va dimenticato in fretta a partire già dalla gara con il Sassuolo. La rabbia passa, l’impegno e l’anima che Stryger ha sempre messo in campo restano. "Uno di noi" come ha sentenziato l'Udinese sui propri social. Punto.
Va detto che però sulla corsia di destra il danese in questa stagione, specialmente nell’ultimo periodo, sta trovando la concorrenza di Molina che ha stupito tutti in positivo confermando gli enormi progressi delle ultime apparizioni anche contro il Milan nel duello diretto con Theo Hernandez assolutamente non facile.
Questa è una delle cose positive di questo turno infrasettimanale ma non la sola. É vero che l’episodio del rigore è quello più eclatante e, di conseguenza, quello che influisce di più sui giudizi del match ma soffermarsi solo su questo sarebbe riduttivo.
L’Udinese ha giocato una grande partita, era messa in campo ottimamente e ha dimostrato la ormai consueta solidità difensiva. Quest’ultima è una caratteristica assolutamente positiva checchè ne dicano gli amanti del “bel gioco” o di quello propositivo, perché pensare di andare in casa della seconda forza del campionato a giocarsela a viso aperto è una visione fortemente utopistica che con buona probabilità porta a perdere la partita.
Altra nota positiva è la costanza di De Paul, che con continuità sforna assist decisivi, gol e prestazioni maiuscole confermando di essere uno dei giocatori più qualitativi dell’intera Serie A. La persistenza del proprio capitano è accompagnata dalla costanza delle prestazioni di tutta la squadra che, salvo alcune eccezioni come la trasferta con la Roma o il primo tempo di Parma, soprattutto nel nuovo anno solare ha trovato una sua dimensione ottenendo una classifica tranquilla, nonostante i punti di vantaggio dalla zona caldissima non siano poi troppi, e diventando squadra scomoda da affrontare per tutti.
Chiaro che la trasferta di San Siro lascia la squadra con l’amaro in bocca per ciò che sarebbe potuto essere e ciò che invece è stato, ma prima di giocare in molti avrebbero firmato ed esultato per un pareggio. Il punto è arrivato ma è la dinamica e l’andamento della sfida che lasciano amareggiati. La squadra però non è stata rinunciataria, ha dimostrato un ulteriore passo in avanti nel suo percorso di crescita che è stato un continuo crescendo dall’inizio dell’anno. Di fatto se l’Udinese deve ancora guardarsi, senza grande ansia, le spalle lo deve al fatto che il suo inizio di stagione sia stato tentennante facendo perdere qualche punto di troppo che ad oggi avrebbe fatto comodo.
Ora arriva il Sassuolo, squadra in salute che gioca bene a calcio. In salute però è anche l’Udinese. Due squadre agli antipodi come filosofia di calcio che interpretano la propria idea in modo efficace. Partita da seguire.
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