L’indiscrezione è stata lanciata da Tuttosport: “L’Udinese è americana”. Quanto ci sia davvero di realistico, visto la tempestiva smentita della società, ancora non si sa.
Ciò che sappiamo e che in un certo senso “appartiene” al popolo bianconero, è la storia che potrebbe lasciare l’era Pozzo in caso di ufficialità della cessione della società. Una gestione iniziata ormai 36 anni e mezzo fa, nel Luglio del 1986 quando Giampaolo Pozzo subentrò a Lamberto Mazza. I primi anni furono contraddistinti da anni difficili, alternati tra promozioni nella massima serie e retrocessioni in Serie B, con diverse problematiche anche nell’aspetto extra campo.
Dalla metà degli anni ’90 però, l’Udinese apre definitivamente il suo nuovo ciclo e dal 1995 calca stabilmente i palcoscenici della Serie A senza mai subire retrocessioni. Già questo traguardo di per sé è molto importante per un club come l’Udinese, che collezionando 27 anni consecutivi in Serie A ha dato sempre di più l’idea di una grande stabilità societaria e sotto il punto di visto del progetto tecnico ha dato sempre buone garanzie. L’Udinese però sotto la gestione Pozzo non si è solo consolidata all’interno dei confini nazionali, ma è riuscita anche a portare il proprio nome e i propri colori all’interno del panorama europeo, specialmente tra la fine degli anni ’90 e gli anni 2000. Il popolo bianconero ha avuto l’opportunità di vivere delle vere e proprie notti magiche, contro avversari di blasone europeo e storico importante. E’ ancora viva nella memoria dei tanti tifosi friulani una delle prime grandi notti europee che ha ospitato lo stadio “Friuli”, quell’ Udinese – Ajax del Novembre 1997, in una cornice di pubblico che definire spettacolare è limitante. Poi due anni dopo l’impresa di Leverkusen, le sempre più frequenti apparizioni in Coppa Uefa e un percorso a livello europeo coronato dalla storica qualificazione alla Champions League del 2005, dove l’Udinese affrontò e trionfò nei preliminari contro lo Sporting Lisbona, andando ad affrontare poi nel girone Panathinaikos, Werder Brema e il Barcellona dei fenomeni, che poi al termine di quella edizione si laureò campione d’Europa. Anche gli anni successivi furono conditi da diverse qualificazioni europee, tra cui la Coppa Uefa 2008/2009 dove l’Udinese arrivò addirittura ai quarti di finale compiendo il miglior percorso di una squadra italiana in Europa in quella stagione, e i due preliminari di Champions League conquistati nel 2011 e nel 2012 (dove la sfida con lo Sporting Braga è una ferita ancora aperta per molti).
Un percorso così roseo e una crescita così costante sono stati anche e soprattutto merito dei grandi giocatori che in questi anni sotto la gestione Pozzo hanno vestito la maglia bianconera. A partire dai campioni e grandi uomini che la causa dell’Udinese l’hanno sposata, diventando i giocatori ad aver collezionato più presenze nella storia del club, ovvero i due grandi capitani Valerio Bertotto e Totò di Natale. Altri campioni invece, nell’Udinese hanno visto la loro rampa di lancio prima di esplodere definitivamente in piazze più grandi, come può essere l’esempio di Bierhoff alla fine degli anni ’90, o di Alexis Sanchez arrivando ad anni più recenti. In questi 36 lunghi anni tanti giocatori sono passati per Udine e molti di loro sono riusciti a lasciare un segno importante nella storia della squadra e nel cuore dei tifosi.
Gli ultimi anni invece, sotto il punto di vista sportivo, sono stati abbastanza dolorosi, con una squadra spesso relegata alle parti basse della classifica e costretta a lottare per la salvezza. Nonostante questo periodo “buio” a livello di campo e gioco, la famiglia Pozzo ha saputo comunque contraddistinguersi per quanto fatto fuori dal campo. L’Udinese infatti è una delle poche società italiane ad aver realizzato uno stadio di proprietà, ristrutturando il vecchio impianto del “Friuli”. Un passo importante che nell’epoca moderna necessita di essere fatto, ma che in Italia risulta ancora difficile realizzare, anche in piazze molto più blasonate rispetto a Udine, vedasi le problematiche sorte per i nuovi stadi di Milan, Inter e Roma. La società dunque ha saputo assorbire al meglio l’esigenza di ammodernarsi a livello di infrastrutture portando modifiche importanti in questo senso e regalando ai propri tifosi una nuova casa, che risulta essere un vero e proprio gioiello.
L’Udinese quindi, nonostante gli anni recenti dove a livello di classifica non si è tolta grandi soddisfazioni, sembra avere comunque una solida base su cui ripartire, nel caso che questa cessione di cui tanto si parla venga poi concretizzata. Se questo avverrà, non si potrà dire nient’altro che un enorme grazie alla famiglia Pozzo e al suo operato complessivo in questi 36 anni, che ha portato l’Udinese ad essere ciò che è oggi.
Autore: Mirko Mauro / Twitter: @mirkomauro95
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