Un mese. Sei gare: un ciclo terribile al termine del quale capiremo dove questa formazione è arrivata in termini di amalgama, chimismo e cinismo; comprenderemo anche dove si potrà puntare il mirino al termine di un girone di andata che deve fissare le Top-4 da mandare alle Finals di Coppa Italia.
A Forlì, poi Piacenza e Treviso in casa; a Bergamo, poi Montegranaro e Trieste ancora al Carnera per l’attesissimo derby che concluderà l’anno solare bianconero.
Udine è reduce dall’incredibile sconfitta contro Jesi: analizzata, sezionata, metabolizzata da Lardo e dai suoi, come ci hanno testimoniato i ragazzi sentiti per l’inserto Pressing de Il Calcio Magazine che esce proprio oggi. La formazione di coach Cagnazzo ha avuto più testa quando il match, pur con 25’ ancora da giocare, sembrava precocemente segnato; hanno avuto freddezza nello sfruttare le amnesie bianconere in attacco; hanno avuto garraquando Brown è stato spedito negli spogliatoi.
Udine ha condensato, lo diciamo una volta ancora, in una gara tutto ciò che di male poteva mettere in campo: Rain Veideman impreciso; gestioni scellerate che puntavano al tiro pesante invece di insistere sotto canestro, dove Chris, Ous e soci potevano prendersi tiri semplici contro Rinaldi e Quarisa; palle perse, percentuali d’attacco troppo basse.
Acqua passata: per battere Forlì al PalaFiera servirà la solita intensità difensiva, vista anche contro i marchigiani (sebbene a sprazzi) ma soprattutto dovrà essere ritrovata la vena realizzativa, che aveva portato nel carniere bianconero una media di quasi 80 punti fino a due domeniche fa.
Le due settimane di pausa hanno permesso a Lino Lardo ed al suo staff di limare i difetti della squadra, agli infortunati di mettere energie d’allenamento nelle gambe, al gruppo di tirare il fiato: fa eccezione il solito Rain Veideman, stakanovista del parquet, reduce dal doppio impegno in maglia estone dello scorso fine settimana.
Contro Forlì è una sfida mai banale: giubilato l’esagitato Garelli, che la GSA castigò a Montecatini guadagnandosi la promozione diretta in A due anni fa, dallo scorso girone di ritorno in sella è salito Giorgio Valli. Caratterialmente diverso da Garelli, il 55enne modenese di scuola Virtus dà molta più importanza alla tattica che al lato prettamente caratteriale, storicamente la nota dominante della squadra romagnola; vanta due promozioni in massima serie (Scafati e Ferrara) ed una sedia da assistente del grande Dan Peterson durante l’ultima stagione agonistica del ragazzo di Evanston, nel 2012, quando portò le scarpette rosse alle semifinali scudetto. Valli arrivò dopo alcune stagioni negative, in particolare Avellino e Virtus, ma con grande entusiasmo e disponibilità.
Forlì è una squadra molto variata rispetto a quella vista lo scorso ottobre, quando al PalaFiera Udine l’aveva persa, poi vinta (61-56 all’alba dell’ultimo quarto) poi ripersa quando, accanto a Blackshear e Crockett, salirono in cattedra Vico e Ferri cui non bastò da contraltare una gran prestazione di Capitan Manuel Vanuzzo. Due liberi di Blackshear la sigillarono, 74-71 per i domestici.
Di quella formazione, oggi sono scesi in serie B Vico (a Cento) e Paolin (a Crema); Michele Ferri è a Bergamo, Infante a Roseto. Paolo Rotondo ha cambiato girone, tornato nella sua Sicilia-sponda Agrigento; il veterano isontino Pierich, infine, a Verona. Della coppia straniera di allora Blackshear è tornato a casa, a Chicago, per curarsi il ginocchio infortunato a dicembre 2016 e mai tornato in sesto; Crockett ha firmato per la squadra campione di Danimarca, ed in loro vece sono stati arruolati l’esperto maltese-americano Darryl Jackson, già a Scafati e Caserta fra le altre; il tiratore israeliano Naimy, compagno di Jackson a Scafati dopo una vita a bucare canestri in patria; sotto le plance l’italo-americano Dane DiLiegro, ex-Verona e già a Trieste; le guardie Fallucca e Severini e dallo scorso gennaio Ricky Castelli, autentica anima di una squadra che, ad oggi, non ha trovato completamente la quadra nella stagione corrente.
Reduce da due sconfitte di misura contro Ferrara e Orceana, Forlì naviga a otto punti; subisce circa 75 punti a gara, che sono molti, e ne segna altrettanti, segno che limitarli in attacco significa automaticamente avere grandi possibilità di vittoria. Prova ne sia che le tre formazioni che li hanno tenuti sotto i settanta punti (Trieste, Treviso, Montegranaro) hanno avuto la meglio sui ragazzi di Valli,che quest’anno sfoggiano una maglia simil-Olympiacòs.
Le loro medie da tre e dai liberi sono sovrapponibili a quelle bianconere, mentre da due punti tirano decisamente peggio di Udine (38% contro 53%). Sarà quindi dovere della difesa friulana costringerli a conclusioni difficili, non in ritmo e soprattutto sin dall’inizio ad impedire loro di giocare con entusiasmo.
Migliori realizzatori, tutti con medie in doppia cifra, sono ovviamente Jackson e Naimy (rispettivamente 16 e 15 punti abbondanti), ma anche Castelli e Diliegro. Meno incisivi gli altri cinque: attenzione però all’effetto-Massone, da frustrare giocando à-la-GSA.
Udine ha dimostrato che sa come domare formazioni di levatura media, qual’è appunto Forlì: ma deve disputare una gara concentrata, per quaranta minuti, come fatto nelle tre precedenti trasferte (vittoriose). Queste sono le gare fatte apposta per esaltare giocatori esperti e talentuosi come Pinton e Raspino, mentre molto mi aspetto anche dal pacchetto-lunghi. È la gara dove la fisicità di Ous può fare male alla difesa di Valli; è la gara dove Benevelli, abilissimo a sparire sotto l’anello per riapparire fuori dall’arco, può spaccare la gara con una tripla; è la gara dove KayDee e Vitto Nobile dovranno aiutare Rain Veideman, di certo non riposato dopo il tour de force estone.
Palla a due al PalaFiera alle ore 18.00 della domenica; dirigeranno Caforio, Di Toro e Carascio. Diretta televisiva su UdineseTV col consueto competente ed appassionato commento di Massimo FontaFontanini. Diretta testuale, per chi non ce la fa, da Tuttoudinese.itgrazie al sostegno di Jessy Specogna.
Noi seguiremo la gara con acrobatico streaming: palla a due proprio al nostro atterraggio all’aeroporto di Lamezia. Già: tradire la pallalcesto per seguire il calcio non è da sportivi, ma Crotone e la famigerata brasilena valgono bene una messa perduta: Lino e i suoi ragazzi mi perdoneranno.
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