Al Carnera è il Martelossi day. Il nuovo coach bianconero, chiamato a subentrare a Cavina, si è presentato alla stampa: "Prima di tutto voglio dire grazie a giemme Micalich e al presidente. Ci fu un incontro quattro anni fa, una proposta molto interessante ma al tempo declinai l’invitto. In cuor mio dissi che un giorno avrei riparato a questa mia scelta e che prima o poi ci saremmo rincontrati. Questa volta mi sono rimesso in gioco con entusiasmo, sono felice di avere questa opportunità.
Vorrei parlare poco di questione tecniche e tattiche. Il vantaggio di un allenatore subentrante è pensare che il passato non esiste. Per me quello che è successo fin qui non esiste. Voglio sentire parlare poco di quello che c'è stato, voglio che pensiamo tutti insieme che da questo punto in avanti sarà più bello festeggiar una vittoria che arrabbiarci per una sconfitta. Dimentichiamoci questa prima parte di stagione, guardiamo soltanto avanti. Quest’anno ho visto molto partite della squadra, la mia percezione è che ci sia un grande seguito ma che non ci sia amore. Dobbiamo farci amare, sarà questo il primo obiettivo che darò alla squadra. Per far ciò dovremo lavorare su tante piccole cose, Udine sono sicuro che apprezzerà perché qui c’è grande cultura cestistica. Voglio accendere la mente della squadra e una fiamma nel pubblico. Tornare la Carnera per me è un grande stimolo ed un grande orgoglio, ciò mi farà lavorare ancora meglio. Penso che questo valga molto di più di ogni considerazione tecnica o tattica.
E’ chiaro che il problema della squadra è la continuità di gioco. Ci sono momenti di ottima pallacanestro e altri dove la squadra si spegne. Serve continuità, un giusto mix. Cercheremo di ridisegnare qualche situazione gerarchica, di dare degli input diversi per trovare una reazione.
Demis, oltre ad essere un amico, ha una carriera alle spalle davvero importante. Questo è sufficiente per capire il lavoro che ha fatto e che sono sicuro ci permetterà di portare avanti al meglio la stagione.
La squadra ha grande potenziale. Credo che i problemi siano mentali. Ci sono stati dei problemi fisici nelle ultime settimane ma non credo sia una questioni di infortuni. A volte gli eventi possono creare dei problemi, delle mancanze di certezze. Continuare a parlare dei problemi del passato non fa bene alla squadra. Dobbiamo dare nuovi stimoli per migliorare. Proveremo dall’interno a capire dove e come intervenire.
Manca che i ragazzi diano tutto. Non c’è questa sensazione per chi guarda da fuori. Io ritengo che i giocatori non siano ancora al massimo livello. Ci sono ancora dei margini di crescita. Le quadre vincenti sono anche quelle più sporche e cattive. Credo che questa cattiveria globalmente è mancata. Il tempo in ogni caso ci vuole sempre. Quest’anno la Fortitudo sta avendo tutte queste caratteristiche, dopo tre anni di lavoro e un’ossatura che sta insieme da anni.
Dobbiamo arrivare più pronti possibile ai play off. In tutte le telefonate che ho avuto con la società non abbiamo mai parlato di questo. Ora dobbiamo trovare un giusto equilibrio tra le aspettative iniziali, l’esuberanza di una società che vuole fare il salto e un pubblico che sogna in grande con un momento che è difficile. Queste aspettative possono essere un boomerang se i giocatori non le possono. Quello che mi preoccupa oggi meno di tutto è la classifica. Dobbiamo trovare un’identità di gioco. L’inizio del girone di ritorno deve essere un segno di svolta per noi. D’ora in poi sarà ancora più duro e quindi dovremo farci trovare pronti. Non sarà facile vincere su nessun campo. In ogni caso serve maggiore serenità.
Il calendario è subito tosto, davanti a noi abbiamo due impegni complicati. Se le montagne le dobbiamo scalare meglio provarci subito. Sono due montagne importanti, le due squadre più solide di tutto il campionato. Montegranaro è una squadra vincente, la Fortitudo è superiore a tutte quest’anno. Sarà fondamentale arrivare a queste sfide con serenità. I nostri avversari avranno dei vantaggi iniziali ma noi dovremo metterci qualcosa in più per recuperare. Un passettino per volta, prima di tutto voglio vedere quale sarà la riposta della squadra, dei giocatori perché alla fine loro sono i veri protagonisti.
Oggi è l’86esimo compleanno di mio papà Danilo, è una bella soddisfazione potergli regalare questo mio ritorno a Udine".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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