E anche per quest'anno, con qualche settimana d'anticipo rispetto al passato, è calato il sipario sul calciomercato. Ormai quel che è fatto è fatto e la parola passa al campo. Certo, ancora una volta si tratta di una Udinese fatta di molte scommesse, ad iniziare dall'allenatore, ma questo mercato, soprattutto rispetto alle ultime tristi sessioni, ha fatto intravedere qualcosa di nuovo per i colori bianconeri, tanto che forse anche a Udine tira un'aria nuova.
Chi si aspettava dei colpi altisonanti, per risollevare l'entusiasmo dopo una stagione da dimenticare, è rimasto, come sempre, deluso. A Udine certi nomi, e i tifosi di lunga data lo dovrebbero ormai aver capito, con i Pozzo non sono mai arrivati in passato e siamo sicuri che mai arriveranno neanche in futuro. Andare a cercare il nome, il colpo ad effetto, non è nella mentalità di questo club. La filosofia dell'Udinese è un'altra: cercare dei giocatori di prospettiva, nella maggior parte dei casi all'estero, che possano poi esplodere a Udine.
E infetti così è stato. L'Udinese ha sondato il mercato internazionale portandosi a casa dei giocatori che, seppure non abbiano per molti dei nomi familiari, hanno qualità e buone chance di imporsi nel nostro campionato. Prendiamo Lukasz Teodorczyk, la punta polacca, per la quale è stato fatto un investimento importante, finalmente, è un profilo interessantissimo. Arrivato a Udine dall'Anderlecht nelle ultime ore di mercato porta esperienza internazionale e gol. Un ottimo giocatore, e questo va sottolineato. Stesso discorso lo possiamo fare per Pussetto e per Mandragora, giovani e talentuosi, dai quali ora ci si aspetta una crescita.
Ricordiamoci come andò un anno fa: nell'ultimo giorno l'Udinese regalò Thereau alla Fiorentina per prendere Maxi Lopez a costo zero. Diciamo che il mercato estivo 2018 è tutta un'altra cosa. Questa volta l'Udinese ha comprato davvero, ha investito. Poco o tanto sarà il campo a dirlo ma il portafoglio, Gino Pozzo, ha dovuto, ed era ora, aprirlo. Certo l'operazione Mandragora a 20 milioni maschera un prestito con tanto di premio di valorizzazione, lo sappiamo, ma in ogni caso la cifra spesa, se la raffrontiamo alle precedenti sessioni dove si puntò su giocatori svincolati dimenticati da tutti, è da record: 54 milioni di euro.
Non si è solo pensato ad incassare. Chi è stato ceduto non è stato solo per motivi economici, il ciclo in bianconero di Jankto, Widmer e Danilo doveva per forza chiudersi e Meret voleva il Napoli, mentre per altre pedine fondamentali, su tutti Lasagna, per il quale era arrivata un'importante offerta da De Laurentiis, si è detto "no, grazie". 12 mesi fa forse Lasagna sarebbe partito in fretta e furia.
Non è stato un mercato perfetto, il sogno sarebbe stato Quagliarella, e si sarebbe potuto fare di meglio soprattutto in difesa dove Opoku e Ekong sono due scommesse forse troppo grandi per il campionato italiano. Sarebbe stato meglio optare su un giocatore italiano di esperienza, uno che non avrebbe avuto bisogno di un periodo di adattamento alla Serie A. La preoccupazione più grande infatti arriva dalla retroguardia, che abbiamo già visto contro il Benevento, essere troppo ballerina.
Giudizio finale? Positivo. Non ce la sentiamo, come hanno fatto tutti gli opinionisti nazionali, che tra l'altro dell'Udinese parlano poco e a sproposito, di bocciare su tutta la linea il lavoro fatto da Pozzo e da Pradè. Nelle mani di Velazquez sono stati messi giocatori con qualità e prospettiva. Sta al tecnico spagnolo ora riuscire a fare di questi giovani una squadra vera e propria. Se pensiamo ad Iturra, a Maxi e a tanti altri arrivati a Udine solo perché costavano poco o nulla, quest'anno dobbiamo essere sicuramente un po' più fiduciosi.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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