L'Udinese torna allo Stadio Giuseppe Meazza di San Siro ad una settimana dalla sconfitta inflitta dal Milan agli uomini di Stramaccioni. L'avversario questa volta è l'Inter, squadra con la quale il tecnico romano ha fatto il suo esordio su una panchina di Serie A. Durante l'esperienza nerazzurra, Stramaccioni ha conosciuto Dejan Stankovic, allora centrocampista della club meneghino. Oggi l'ex calciatore serbo ricopre il ruolo di allenatore in seconda e si prepara al match contro la squadra nella quale ha giocato dal 2004 al 2013. Il giocatore ha risposto alle domande di Udinese Channel.
Che tipo di Udinese dobbiamo aspettarci domenica?
"L'Udinese di domenica a San Siro sarà diversa rispetto a quella vista contro il Milan. Abbiamo già dimostrato con il Cesena che siamo usciti dal momento difficile. Diciotto punti sono tanti e meritati, non ce ne hanno regalato nessuno, anzi forse ce ne hanno tolto qualcuno. È tutto frutto di un grandissimo lavoro e della grande disponibilità dei nostri ragazzi che sono spettacolari. Andremo a Milano per cercare di fare la nostra gara e provare a portare via qualche punto".
All'Inter hai avuto anche modo di conoscere Andrea Stramaccioni, l'uomo che ti ha voluto qui all'Udinese. Il tuo rapporto con lui?
"Il feeling con Strama è nato fin dalle prime parole che abbiamo scambiato all'Inter, è stato immediato. Abbiamo anche litigato, ma è servito per cementare il rapporto. Ci capiamo al volo. Stramaccioni è un maniaco di calcio, un professionista, il suo cervello va a 300 all'ora. Legge benissimo la partita e sono sicuro che avrà una grandissima carriera".
Qui all'Udinese hai trovato uno staff ricco di persone preparate, qual è il vostro segreto?
"All'Udinese siamo tanti ma lavoriamo come se fossimo uno. È importante lavorare in club come se fossimo un'unica entità".
In bianconero stai avendo modo di allenare anche Totò Di Natale, che ha appena toccato quota 200 gol in serie A. Qual è la tua opinione del capitano?
"È un leader in campo e nello spogliatoio. È uno che si fa sentire e che ha già scritto la storia dell'Udinese. È un fenomeno, ci ho giocato contro e sapevo che era forte, ma vederlo tutti i giorni l'opinione positiva che avevo su di lui è triplicata. Mi auguro che tutti quelli che arriveranno all'Udinese proveranno a seguire le sue tracce".
C'è un punto in comune che trovi tra te e Di Natale?
"A Totò mi lega il grande rispetto che abbiamo per la maglia".
Ti manca indossare gli scarpini e scendere in campo?
"Sinceramente no. Non ho nostalgia del calcio giocato. Ho dato tanto a questo sport e ricevuto tanto. Ora sono molto concentrato su questo nuovo lavoro e voglio dare tanto a Strama e alla squadra".
Forse ti manca poco perché solo qualche settimane fa sei tornato a giocare nella festa d'addio che hanno organizzato per te a Belgrado...
"Ho chiuso il cerchio dei miei sogni con la gara di Belgrado contro la Stella Rossa. Sono cresciuto lì calcisticamente. Ho realizzato tutti i miei sogni che avevo da bambino: giocare con la maglia della Stella Rossa, vestire la fascia da capitano, e segnare nel derby contro il Partizan".
Quanto conta per te lavorare in una società come l'Udinese?
"Questa esperienza per me conta tantissimo. Parliamo dell'Udinese, una società di Serie A organizzata ai massimi livelli. Per me è un onore".
Dejan, si affronta l'Inter, per te immaginiamo sia una gara speciale...
"Si, non potrà essere diversamente. Ho fatto dieci anni all'Inter, sarà una gara particolare. Domenica sera ci saranno tante emozioni".
Tanti anni in nerazzurro: c'è un ricordo particolare che hai di questa tua grandissima esperienza?
"È stato un ciclo importantissimo per me e per l'Inter. Abbiamo scritto la storia, io ho sempre ringraziato Moratti per avermi dato la possibilità di vestire la maglia nerazzurra. Ricordi particolari ne ho di tutti i trofei, ma la Champions League vale più di qualsiasi altra cosa".
Domenica tornerai a San Siro, per te ci sarà una grandissima accoglienza...
"Sarà una grande emozione tornare nello stadio dove ho fatto tante battaglie. Mi farà piacere vedere di nuovo il nerazzurro, ma quando l'arbitro darà inizio alla gara ci sarà solo l'Udinese".
Per te sarà anche l'occasione per rivedere Roberto Mancini, un altro con il quale hai un grande rapporto
"Sono stato prima un suo compagno di squadra e poi un suo giocatore. Da Mancini ho imparato tanto, è un grandissimo allenatore, i ragazzi dell'Inter hanno la grande fortuna di averlo al proprio fianco".
Cosa pensi del momento societario particolare che sta vivendo l'Inter, del passaggio di proprietà tra Moratti e Thohir?
"È qualcosa che non mi tocca particolarmente perché avevo già smesso quando c'è stato il cambio, ma ammetto che un po' mi dispiace per Moratti. Ora è finito un ciclo, è un momento di transizione per costruire qualcosa di nuovo e importante".
Sogni un giorno di lasciare il posto di vice e allenare da solo?
"Credo di avere ancora tanto da imparare, sono umile e conosco i miei limiti. Farò qualche anno così e poi proverò da solo".
Dove può arrivare l'Udinese in questa stagione?
"È presto per dirlo. Siamo partiti alla grande ora ci siamo un po' fermati. Ma alti e bassi sono normali, è importante non perdere certezze e sicurezze e già da domenica proveremo a fare bene".
Autore: Federico Sanzovo
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