Bram Nuytinck ha rilasciato una lunga intervista al Gazzettino. Queste le sue parole, riportate dal sito ufficiale dell'Udinese.
«Non nego di essere felice per come mi sto comportando, ma da un po’ è tutta la squadra che si sta comporta egregiamente, che ha uno spirito libero. I risultati parlano chiaro, ci siamo staccati dalla zona rossa e possiamo giocarcela quasi con tutte».
Di certo lei è cambiato parecchio, nell’ultimo anno e mezzo. Giusto?
«Senza fare lo spavaldo, credo proprio di sì. Dò molto merito al mister, che sta lavorando sodo anche con il sottoscritto e con il resto della squadra. Con lui mi trovo a mio agio, mi dà importanti consigli. Sto bene anche mentalmente ed è molto importante per un atleta».
Per due anni aveva stentato a ingranare: quali i motivi?
«Non conoscevo ancora la lingua italiana. Poi la società si è vista costretta anche ad affidarsi a numerosi allenatori per far quadrare i conti e questa situazione non è che ci abbia aiutato, parlo almeno per me, anche se alla fine siamo rimasti nel massimo campionato».
Ma è questa l’Udinese più forte da quando lei è in Italia?
«Non ci sono dubbi. Siamo una bella realtà, una squadra di qualità. Ci sono giocatori importanti, c’è compattezza tra i vari reparti, c’è lo spirito giusto. Poi l’allenatore trasmette anche a tutti noi la sua tranquillità; difendiamo e attacchiamo in undici, c’è il più sano spirito di gruppo».
In Italia tutti si stanno “accorgendo” di lei. E in Olanda? Considerato che è ancora giovane fa un pensierino alla Nazionale?
«In testa ho solo l’Udinese, questa bella squadra che è arricchita da elementi importanti da parte della società. Di sicuro dobbiamo crescere ancora: oltre a non essere salvi, vogliamo scalare qualche posizione. Per farlo dobbiamo continuare a lavorare intensamente, dobbiamo crederci».
Non ci voleva la sconfitta con la Lazio. Ritiene sia stato un incidente di percorso?
«Innanzitutto non siamo in cerca di scusanti. Abbiamo perso perché abbiamo giocato male, questa è la verità. Nel primo tempo non siamo stati squadra e la Lazio ne ha approfittato per andare in gol. Poi abbiamo reagito, ma non c’è stato verso di passare. Se è stato solo un incidente? Sarà il campo a dirlo, con le prossime gare. Garantisco che in tutti noi c’è tanta voglia di riscatto, perché sappiamo di averla fatta grossa e vogliamo farci perdonare».
L’occasione è la sfida con l’Atalanta. Come la vede?
«Come una squadra forte, ma lo siamo anche noi, lo ripeto. Forse ultimamente i nerazzurri sono stati protagonisti di un rendimento altalenante, ma stiamo parlando di una bella realtà del nostro calcio, che si è fatta onore anche in campo europeo. Non dobbiamo illuderci. Dobbiamo invece essere pronti al sacrificio, a dare tutto, a imporre il nostro gioco. Solamente così possiamo conquistare quel risultato positivo che in questo momento rientra nelle nostre possibilità. Ho già sottolineato che l’Udinese può giocarsela alla pari con quasi tutti».
Di fronte ci saranno due compagini diverse: l’Atalanta che nelle ultime 46 gare ha realizzato 163 reti, l’Udinese che, come non succedeva da tempo, è ermetica dietro.
«L’Atalanta è compagine dal gol facile, lo sappiamo tutti. Ha un gioco propositivo e bomber di razza: Zapata, Ilicic, Muriel non so se mi spiego. Sarà oltremodo dura tenerli a bada. Noi ci proveremo con tutte le nostre forze, anche mentali, ma in campo conta sempre il comportamento del collettivo e il nostro dovrà brillare, se vorremo far punti. Sicuramente loro meritano un plauso, perché da qualche anno fanno parte del ristretto gruppo delle grandi. Evidentemente, oltre alla forza dei suoi singoli, ha il vantaggio di essere guidata da un tecnico come Gasperini che conosce alla perfezione pregi e difetti di ogni elemento del suo gruppo».
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