Un mutamento radicale. Cambiando non soltanto schieramento tattico, ma anche filosofia di gioco. Questa la filosofia di Roberto Mancini nel momento in cui è sbarcato all’Inter, prossimo avversario dell’Udinese nel posticipo didomenica 7 dicembre (fischio d’inizio alle 20.45 al Meazza).
Mancio, nella sua seconda esperienza in nerazzurro dopo i tre scudetti consecutivi fra il 2005 e il 2008, non ha di certo trovato una situazione facile. Il tecnico jesino, oltre a qualche problema ambientale, ha raccolto il testimone da un tecnico come Walter Mazzarri che faceva del 3-5-2 il suo cavallo di battaglia. Il neo allenatore, almeno sinora, ha optato invece per un altro sistema, introducendo la difesa a quattro. Nelle due gare di campionato controMilan e Roma, i nerazzurri sono scesi in campo con il 4-3-3, mentre in Coppa contro il Dnipro la scelta è caduta su un classico 4-4-2. Un cambio deciso rispetto al più compatto, e coperto, schema adottato da Mazzarri.
Quali i punti di forza dell’Inter attuale? La pattuglia di attaccanti ha diversi elementi che possono ‘far male’. Pablo Osvaldo, che Mancini sembra aver individuato come punta centrale preferita, oltre a importanti doti fisiche è il prototipo del centravanti moderno: molto mobile e abile nelle sponde, ha un repertorio tecnico e un fiuto del gol che devono alzare l’asticella dell’attenzione per la difesa bianconera. Alle sue spalle, scalpita Mauro Icardi, prima punta più ‘classica’ rispetto al compagno, ma sempre dotata di grande senso del gol. Non va dimenticato Rodrigo Palacio, che con la sua velocità e imprevedibilità sa far male alle difese avversarie.
Anche in mediana, i ‘piedi nobili’ non mancano. Il giovane Mateo Kovacic, che sta completando un percorso di maturazione, ha qualità interessanti: doti tecniche importanti, buona capacità di lancio e spiccata attitudine agli inserimenti. Mancio, contro la Roma, ha utilizzato il croato da attaccante aggiunto, varando una mediana più ‘di sostanza’ con Medel e M’Vila, entrambi elementi con spiccate attitudini difensive, affiancando loro giocatori più portati all’impostazione come Kuzmanovic o ‘l’enigma tattico’ Guarin, molto forte ma con qualche problema di collocazione in campo. Il gioco interista, però, non scorre fluido come il suo allenatore vorrebbe e spesso la squadra è lenta nelle ripartenze: Mancini ci sta lavorando su, ma il cammino sembra lungo e non facile.
Dietro, la sicurezza è tutta nella mani dell’ex bianconero Samir Handanovic. Il portierone sloveno, oltre a essere un pararigori formidabile, continua a esprimersi su alti livelli e spesso ha tolto le castagne dal fuoco a una retroguardia soggetta a più di qualche scricchiolio. Il capitano Andrea Ranocchia ha alternato prestazioni convincenti e sbavature non di poco conto, mentre Juan Jesus, pur forte fisicamente, non sembra così disciplinato tatticamente. Gli inserimenti dei centrocampisti dell’Udinese potrebbero creare difficoltà nei due centrali, spesso poco protetti dalla mediana.
E i bianconeri, con che schieramento affronteranno la gara? Il 3-5-1-1 proposto in Coppa Italia contro il Cesena sembra aver ridato compattezza ai friulani, con la palla che, soprattutto nel primo tempo, ha viaggiato più veloce verso la porta avversaria. Senza contare che una mediana più densa permette pure una miglior copertura della retroguardia. Occorrerà attenzione soprattutto negli ultimi 30 metri difensivi dove, come detto, gli attaccanti nerazzurri hanno le caratteristiche per puntare la porta in modo deciso.
Mister Andrea Stramaccioni di certo valuterà bene le possibili contromosse rispetto al collega Mancini: per il tecnico bianconero, come è ovvio, questa non sarà una partita come le altre. La sua determinazione a ottenere il risultato nello stadio che lo ha lanciato sul palcoscenico della serie A dovrà essere ‘contagiosa’ anche per i giocatori. Mercoledì, contro il Cesena, si è vista quantomeno una grande determinazione. Una dote necessaria per uscire dal Meazza con qualche punto in saccoccia e riprendere a volare in campionato
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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