Giuliano Giannichedda, allenatore senza squadra ed ex giocatore dell'Udinese (1995-2001), ha rilasciato delle dichiarazioni su vari temi, a cominciare dalla vittoria di ieri dell'Udinese.
Qual è il tuo parere su questo momento dell'Udinese, che stai seguendo così da lontano. Che idea ti sei fatto, anche della vittoria di ieri?
"La vittoria di ieri è stata fondamentale e importantissima perché l'Udinese ultimamente veniva da buone prestazioni, un periodo di crescita; però a livello di risultati era un po' in difficoltà. Ieri, invece, non è stata una buonissima prestazione ma è stata comunque una vittoria fondamentale per riportare un po' di entusiasmo e prendere una boccata d'ossigeno per quanto riguarda i punti. Poi, è chiaro che quando la partita conta è difficile giocare bene perché ieri i punti non erano tre, erano sei. L'importante era vincere, per giocare bene poi piano piano ci si arriverà".
C'è stato un momento di spaccatura tra tifosi e società: quanto credi che sia importante anche l'ambiente in questa corsa finale?
"L'ambiente è determinante. Sono stato tanti anni a Udine e so quanto calore ha la gente e quanto voglia vedere sempre la squadra vincere e giocare bene. So anche quanti sforzi fa la famiglia Pozzo per allestire sempre una squadra per rimanere in Serie A, cercando sempre di fare meglio. E' chiaro che in certi momenti, quando le cose non riescono, essere uniti è fondamentale per arrivare all'obiettivo, che è chiaramente la salvezza; e poi riprogrammare per l'anno successivo. Per cui in questi momenti, secondo me, bisogna lasciar da parte un po', per quanto riguarda i tifosi, il fatto di giocare bene; per quanto riguarda la società, il fatto che lo stadio sia sempre pieno. Unirsi per il bene della squadra, per i ragazzi; e cercare di portare a casa la salvezza sperata".
Ci sarebbe stata in programma la sfida con la Lazio lunedì prossimo, sfida che è slittata: secondo te, è un bene o un male non incontrare la Lazio ora?
"La Lazio ora è un po' in difficoltà per i tanti infortuni di queste ultime partite. E' chiaro che fermarsi significa per la Lazio recuperare degli elementi importanti; per l'Udinese, che veniva da questa vittoria, poteva portare entusiasmo; però hanno deciso così e sicuramente poi, quando si farà, la Lazio avrà recuperato qualche elemento; però il calcio è così e bisogna prendere quello che viene".
Non posso non chiederti un'opinione su quello che è successo al Pro Piacenza; tu, fino a pochi mesi fa, allenavi il Pro Piacenza. Ieri c'è stato quell'episodio allucinante, con la squadra che si è presentata con sette giocatori e ha perso 20-0. Insomma, lo sdegno di tutti; oggi il Pro Piacenza è stato espulso dal campionato di Serie C. Che cosa ci puoi raccontare di queste realtà, di quello che è successo, di come lo hai vissuto?
"Quello che è successo ieri... tra l'altro oggi c'è stato l'epilogo e, secondo me, doveva essere anticipato almeno di qualche mese, perché quello che è successo al Pro Piacenza quest'anno è stato veramente assurdo, al di là che tutta la Lega Pro quest'anno ha avuto talmente tanti problemi... si è partiti in ritardo, con partite che programmavi per giocare e poi non si giocava... E' stato veramente tutto assurdo: spero che quest'anno sia l'anno zero, visto che sono cambiati i vertici, sia della Lega Pro che della FIGC; spero che intervengano per far rispettare le regole che già ci sono; le regole devono essere ferree. L'unica cosa che dico è che tu non puoi arrivare a ottobre, ma non solo il Pro Piacenza... Undici squadre sono state penalizzate a ottobre per varie irregolarità. Secondo me è assurdo far fallire le squadre quando già c'era stato, l'anno scorso, il fallimento di tre piazze importanti come Bari, Cesena e Avellino. Non è valso far fallire quelle società, hanno ricominciato con la Lega Pro a sessanta squadre... secondo me questo è l'anno zero, dall'anno prossimo regole ferree: chi può fare calcio lo deve fare, chi non può non deve neanche avvicinarsi a questo sport che è uno sport che va anche a sfondo sociale e che così però rischia di rovinare l'esempio che qualcuno cercherà nei ragazzi".
Autore: Emanuele Calligaris / Twitter: @41ema56
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