Il Presidente del Cjarlins Muzane, Vincenzo Zanutta, ha parlato ai nostri microfoni per fare il punto della situazione per quanto riguarda il club. Queste le sue parole.
La rivoluzione della rosa:
“Quello di dicembre è un mercato di riparazione e in quel momento lì abbiamo deciso di ricambiare tutta la squadra, una parte della formazione ha iniziato a scendere in campo già prima di Natale, ora è veramente rivoluzionata, sono cambiati nove undicesimi. Speriamo di riprendere il cammino dopo aver toccato anche l’ultimo posto”.
Obiettivi:
“Dodici punti di distanza dalla capolista sono tanti. E’ anche vero che un campionato che alla fine del girone d’andata si è chiuso a 31 punti è un campionato che non corre, evidentemente ci sono equilibri secondo me anche verso il basso. C’è agonismo e voglia di fare bene senza la qualità che la categoria meriterebbe di vedere”.
I tanti cambi:
“Se cambi a Natale tendenzialmente paghi un giocatore metà stagione, ti accordi con la società che vuole il giocatore e per i mesi dopo prendi qualcun altro, c’è un cambio alla fine, sostanzialmente noi siamo allo stesso livello di costi di prima, forse qualcosa in più ma lì dipende da che giocatori vai a prendere. Quindi l’aumento dei costi è un mito da sfatare. Per me se si vedono degli errori vanno corretti subito, sull’allenatore ho sbagliato io e quando viene cambiato mi assumo la responsabilità dell’errore, poi nel calcio come nella vita non si saprà mai se la scelta è stata la migliore tra le due, parlano i risultati, se a fine stagione saremo dove vogliamo vuol dire che il cambio è stato azzeccato, altrimenti no”.
Le critiche per l’avvio di campionato e la rivoluzione:
“Le critiche fastidiose sono quelle dettate dall’invidia, credo sia il peggior male dell’umanità. Se si gioisse del bene altrui, dei risultati sportivi altrui, secondo me il mondo andrebbe meglio. Per quanto riguarda gli apprezzamenti mi piacciono quelli disinteressati”.
Credi realmente nell’obiettivo di vincere tutte le prossime gare?
“Quello che dico è quello che penso e l’ho trasferito al tecnico. A dicembre eravamo a 3 punti dall’ultima in classifica e ho investito per rifare la squadra, sarei falso a dire che spero solo di evitare i playout. Cercando di mettere la squadra migliore a disposizione al nuovo tecnico, premettendo che Tiozzo è un ottimo allenatore, è chiaro che speriamo non solo di salvarci e che vogliamo tentare di vincere tutte le prossime partite”.
E’ pensabile per una realtà come Carlino affrontare la Serie C?
“C’è stato un contributo economico importante dalla regione per rifare lo stadio e metterlo a norma per la Serie C. Poi è vero che a livello territoriale è difficile pensare a questa realtà in C, ma mi sembra che, tranne qualche realtà, per tutte le società di D e C il lato ricavi sia vuoto. Portare Carlino in C è la mia personale sfida, voglio portare questo territorio in C, non ci sono tanti casi a livello nazionale di un territorio da 5 mila abitanti in Serie C”.
In che categorie si può creare continuità:
“La continuità puoi crearla in B e in A, dove i bilanci vedono comunque degli introiti, che se spesi bene con dei dirigenti capaci ti portano quantomeno a creare un pareggio di bilancio. C e D sono diverse”.
L’arrivo di Infurna:
“E’ un altro segnale verso la direzione cui vogliamo andare, ovvero il professionismo, vogliamo avere i ruoli coperti da persone adeguate per la categoria in cui vogliamo approdare. Poi chiaro che nel calcio possono volerci più anni, ma devi essere preparato”.
Momenti che ricordi di più? Giocatori e tecnici a cui sei più legato?
“Direi la promozione dall’Eccellenza alla D, ma tutte le promozioni sono state encomiabili. Sono molto legato a tutti, De Marco è quello che è rimasto di più, abbiamo visto ben quattro anni assieme, ma ho avuto grandi tecnici, per quanto riguarda i giocatori sono legato a tutti, soprattutto a quelli del territorio".
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