L'Udinese ha chiuso in calando la propria stagione. 40 punti il bottino finale che è valso sì la salvezza ma nulla in più. Che campionato è stato? L'abbiamo chiesto a Bruno Pizzul, voce storica del calcio italiano e grande tifoso bianconero.
"Il campionato dell'Udinese è stato caratterizzato da una pessima partenza, le prime giornate hanno fruttato pochissimi punti, e da un arrivo altrettanto negativo. In mezzo ci sono state le traversie legate al covid e agli infortuni ma la squadra non ha avuto nella globalità della stagione il rendimento che ci si poteva aspettare. Gotti ha ripetutamente detto che dieci punti sono saltati a causa della troppa sfortuna ma questa è una presa di posizione che possiamo condividere soltanto in parte. Ciò che più di tutto ha pesato nel bilancio finale è stata la cronica assenza in zona gol, dovuta non soltanto agli infortuni ma anche all'incapacità di costruire occasioni da gol. Gli attaccanti, senza adeguati rifornimenti, hanno potuto fare ben poco. Nel complesso, se è vero che comunque ci sono alcuni calciatori di sicuro valore, è altrettanto vero che nella globalità della rosa il rendimento è stato scarso. A cominciare dalla stessa difesa, caduta spesso in disattenzioni ed errori. Solo nella parte centrale della stagione il rendimento è stato adeguato, il finale però ha visto l'Udinese ricadere negli stessi vizi ed errori dell'inizio".
Cos'è mancato a questa squadra?
"Molte delle deficienze che si sono evidenziate sono da imputare non alla scarsa voglia ma ad un bagaglio di capacità che sono inferiori a quello che eravamo portati a pensare ad inizio stagione. Qualche volta abbiamo avuto la sensazione che la squadra abbia dato meno di quanto avesse potuto ma credo che il vero motivo di questo rendimento sia da imputare alla scarsa qualità".
Il finale, poi, è stato disastroso.
"Certi errori, soprattutto nelle ultime settimane, sono inaccettabili. Se si ripercuotono evidentemente c'è sì mancanza di applicazione e di attenzione ma ci sono anche dei limiti oggettivi nel bagaglio tecnico e tattico di questi giocatori. Va poi ammesso che è mancato anche un contributo di carattere, la sensazione è che la squadra abbia mollato anzitempo. Qui la colpa è anche di Gotti, che non è riuscito a dare motivazioni. Forse ci voleva qualche sgridata in più".
Quali le responsabilità di Gotti?
"Gotti avrebbe potuto adottare qualche soluzione più coraggiosa, passando magari al 4-3-3 viste quelle che erano le caratteristiche dei suoi giocatori. E' un modulo che ha più volte provato in allenamento ma che poi non è mai riuscito a mettere in pratica. Ha rinuciato a giocare un calcio più propositivo, proponendo una squadra troppo difensivista e rinunciataria".
Resterà o si cambierà allenatore?
"Ho la sensazione che se ne andrà, non perché lo cacciano ma perché anche lui ha ormai capito che la sua permanenza sulla panchina dell'Udinese da qui in avete sarebbe più difficilemente sopportabile. In ambito societario gode ancora di una certa fiducia anche se la scadenza dell'opzione di rinnovo del contratto penso abbia un significato inequivocabile. La società ha rimandato il rinnovo per valutarlo nella seconda parte della stagione, questa è stata poi disastrosa e quindi mi sa tanto che se ne dovrà andare".
Quali obiettivi potrà porsi l'Udinese per la prossima stagione?
"Capire quello che succederà il prossimo anno alla luce di quanto si è visto in questa stagione è assai complicato. Tutto il baraccone del calciomercato sarà pesantemente condizionato dagli effetti generati dal covid. La crisi avrà delle conseguenze non solo sulle entrate ma soprattutto, nel caso dell'Udinese, delle uscite. Musso e De Paul probabilmente se ne andranno ma prima bisognerà trovare una squadra disposta ad accontentare le richieste dei Pozzo".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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