Friulano doc nato a Lucinico, frazione di Gorizia, il 10 ottobre del 1945, Edoardo Reja, “Edy” per gli amici, è da sempre un grande tifoso dell'Udinese. Più volte nella sua carriera ha sfiorato la panchina bianconera, un matrimonio però alla fine non s'è mai fatto. Dopo una carriera ricca di soddisfazioni soprattutto con Napoli e Lazio, a 74 anni è il ct dell'Albania, nazionale ambiziosa che punta ad un pass per il prossimo mondiale. L'abbiamo incontrato per quattro chiacchiere tra stop forzato, obiettivi personali e futuro bianconero.
Mister ne pensa di questo stop? Si riuscirà a portare a termine la stagione?
"Una situazione così anomala non era mia capitata. Dopo due mesi di blocco totale adesso le squadre hanno ricominciato ad allenarsi, va capito però com'è la condizione. E' tutto un punto di domanda. Io spero che il campionato possa riniziare al più presto".
Che campionato sarà?
"Difficile fare previsioni, in questa situazione strana non so che partite verranno fuori. Le squadre che hanno meccanismi oliati secondo me non ne risentiranno più di tanto, altre squadre, invece, saranno messe in difficoltà. Giocando tre volte a settimana conterà moltissimo l'ampiezza della rosa. Chi si ritroverà con pochi ricambi e magari non all'altezza farà tanta fatica".
E' certo che si ricomincerà a porte chiuse. Che ne pensa di questo calcio senza tifosi?
"Giocare in uno stadio vuoto è qualcosa di veramente anomalo. E' ovvio che verrà a mancare una componente fondamentale che sono i tifosi però in questo momento non ci sono alternative. Le sensazioni che dà lo stadio non si potranno trasportare in tv".
Lei oggi guida la nazionale albanese. Una sfida davvero stimolante.
"E' sempre avuto l'ambizione di poter guidare la Nazionale, quando ho ricevuto la chiamata dall'Albania non ci ho pensato due volte. Assieme alla Federazione stiamo facendo una lavoro importante, soprattutto dal punto di vista della formazione di nuovi tecnici e preparatori e della crescita dei giovani. In questi anni in Albania si è investito moltissimo nelle infrastrutture. Abbiamo la fortuna di poter giocare in uno stadio davvero straordinario e di lavorare in un centro federale all'avanguardia. Ci sono tanti giocatori interessanti, la materia prima a disposizione è davvero buona. Si tratta di ragazzi che giocano nei campionati più importanti d'Europa, in Germania, in Italia. Ho un grande entusiasmo, il progetto è importante. Ci approcciamo con entusiasmo alle qualificazioni ai mondiali del 2022, la qualificazione sarebbe un sogno. Mi auguro di poter riprendere al più presto a lavorare. La speranza è che per i primi di giugno la situazione si possa sbloccare".
Nel recente passato è stato anche vicinissimo alla panchina dell'Udinese.
"Mancavano troppe poche partite alla fine, se mi avessero chiamato prima avrei subito accettato. Volevo un progetto più a lungo termine. Resto comunque un grande tifoso dell'Udinese".
L'Udinese di oggi come le sembra?
"La squadra con l'arrivo di Gotti è cresciuta, si vede che c'è un'idea di calcio. Ad inizio stagione faceva moltissima difficoltà, non c'era un giocatore che riuscisse a fare una prestazione decente. C'era qualcosa davvero che non andava perché i giocatori di valore c'erano".
E Tudor?
"Arrivò a Udine praticamente al mio posto, quando io dissi di no a Pozzo. Non bisogna dimenticare che ha salvato due volte l'Udinese. E' un allenatore giovane che può crescere. Qualcosa che non andava c'era ma non tutto è stato da buttare, tutt'altro. Io come tifoso gli sono riconoscente per quello che ha fatto".
C'è qualche giocatore albanese che potrebbe far comodo all'Udinese?
"A Pierpaolo Marino, mio caro amico, consiglio di prendere Manaj, attaccante classe '97. Quando era all'Inter non era ancora pronto, sbarcato all'Albacete ha compiuto il proprio processo di maturazione e, a suon di goal e ottime prestazioni, ha convinto il Barcellona a puntare su di lui. E' un giocatore che in una squadra come l'Udinese potrebbe fare davvero bene. Ci sono tanti altri buoni giocatori, se Marino mi chiede un consiglio volentieri gli segnalo qualche nostro buon giovane".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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