Sinceramente non so se questo pareggio sia un fatto positivo o negativo. Ho visto una squadra che lotta fino alla fine, ma ho anche rivisto paure che sembravano dissolte (per l'ennesima volta) e che invece sono tornate (per l'ennesima volta).

Nel secondo tempo abbiamo abbandonato ogni barlume di possesso palla, il centrocampo si muoveva con troppa lentezza ed abbiamo pagato la giornata non in vena di vari nostri giocatori. Primo su tutti Fofana che è stato troppo individualista, ma anche Behrami e Mandragora non hanno recuperato quei palloni che gli siamo abituati vedere. Mettiamoci poi che Samir capisce sempre in ritardo il movimento da fare e ci troviamo una partita dove De Silvestri ha fatto quello che voleva finché è stato in campo. La squadra era timida nell'alzarsi e ancora di più nello scivolare in orizzontale per bloccare un Torino che invece sviluppava il gioco sempre sulle fasce.

Non so se sia una giornata storta o il gioco di Velazquez, sta di fatto che Pussetto (nota lieta) e De Paul (il solito migliore in campo) si sono dovuti sacrificare anche troppo in fase difensiva ed ancora una volta non è arrivato un pallone giocabile a Lasagna per tutto il primo tempo. Dopo che Kevin ha corso in lungo e in largo per creare spazi e rincorrere lanci alla viva il parroco, nell'unica occasione che ha avuto, nel secondo tempo, ha fallito miseramente. Un attaccante non può sacrificare la propria lucidità per la squadra, è la squadra che deve correre per lui. Siamo alla quarta giornata e nessuna punta delle due in rosa ha ancora segnato un gol. C'è qualcosa che non va.

Eppure nelle amichevoli Lasagna segnava a ripetizione. Là si giocava fin troppo alti, lui non doveva correre a vuoto chilometri su chilometri e la sua capacità di capire il movimento giusto faceva il resto.

Ho apprezzato molto l'equilibrio di Velazquez nelle prime tre giornate. Oggi a mio avviso è mancato. Squadra troppo bassa, poco possesso palla e Lasagna a fare da ala sinistra o terzino in aiuto a Samir. E' un controsenso: il giocatore migliore dell'anno scorso, quello che ci ha salvati, si deve sacrificare per uno dei peggiori della stessa annata. Bisogna fare attenzione a queste sfumature: il gruppo funziona meglio quando è costruito sulla meritocrazia. Nemmeno l'entrata in campo di Teodorczy ha dato nuova linfa al gioco d'attacco. Ha fatto un ottimo assist per Machis, ma per il resto il polacco somiglia di più a Perica che a Quagliarella (chi vuol intendere...).

C'è però anche del buono oltre al punto, da non buttare via. La coppia di centrali si è comportata diligentemente. Nuytinck ed Ekong danno certezze. Se ci fate caso, nelle ultime due partite abbiamo subito due gol senza che il portiere potesse farci nulla, entrambe le volte nel sette. Per il resto Scuffet è stato inoperoso. Anche lui è in crescita, specialmente in quelli che erano i suoi difetti peggiori, carattere ed uscite. Di molto buono c'è la crescita esponenziale di Pussetto, che lascia ben sperare per il futuro e la solita partita gagliarda di De Paul. Quest'estate doveva cambiare casacca: se fosse successo ora saremmo penultimi in classifica. Non so chi ha deciso che lui non dovesse partire, ma gli va fatta una statua... sperando sia stata una decisione presa con coscienza.

Oggi affrontavamo una squadra ostica, molto fisica, aiutata anche da un arbitraggio mediocre a senso unico. Ma potevamo e dovevamo fare di più. Prima di affrontare un mese o due di incontri molto difficili ci rimane solo il Chievo, e questo inizio campionato ha mostrato che le differenze dietro la Juventus si sono ridotte e non aumentate. Parma ed Empoli hanno fatto già molti punti, per essere delle neo promosse.

Arrivare alla quinta giornata con cinque punti sarebbe troppo pericoloso per una squadra che negli ultimi anni ha sofferto moltissimo le montagne russe del proprio umore. Velazquez oggi ha fatto vedere un'Udinese prossima a quella di Delneri del secondo anno, con un Danilo in meno (per fortuna), un Ekong in più e un Behrami che regge tutti i novanta minuti. La differenza di risultati pare stare lì, ma ci si aspetta di più. Speriamo già contro il Chievo di poter tornare ad ammirare l'Udinese che fa possesso palla, gioca in orizzontale veloce, crea azioni e sa cosa deve fare quando arriva sulla trequarti. Se potete andarvi a rivedere la prima mezzora o poco più noterete molte azioni d'attacco e quasi mai il passaggio finale giusto, spesso ritardato con palloni persi.

Non c'è altro da fare se non dire, avanti! Al lavoro! Ripartiamo da una fase difensiva finalmente degna e vediamo di costruirci sopra anche degli automatismi d'attacco. Un nuovo allenatore e una nuova filosofia di gioco hanno bisogno di tempo. Peccato che la Serie A è un campionato maledetto, dove la mancanza di programmazione tecnica, colpa principale della proprietà negli ultimi anni, non viene perdonata.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 16 settembre 2018 alle 18:15
Autore: Giacomo Treppo
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