L’Udinese presenta la nuova maglia e mette a segno qualche colpo di mercato che potrebbe rivelarsi interessante. Arriva il bosniaco Bajic che l’anno scorso ha militato nel campionato turco. Sono andato a vedere gli score statistici del giocatore. Già nel campionato bosniaco aveva fatto bene, dopo un anno di ambientamento ha espresso tutte le sue potenzialità anche in quello turco. Ciò che mi premeva controllare, oltre al numero di gol, erano gli assist. Potrebbero essere di più, ma non mancano. Per il ruolo di prima punta, nell’Udinese di Delneri, sarà molto importante saper giocare con e per i compagni, all’occorrenza fare reparto da solo, tirare spallate di qua e di là, cercare la profondità.
La squadra esteticamente più bella allenata dall’artigiano di Aquileia fu il Chievo dei miracoli; in quell’undici a fare da prima punta c’era Corradi, che tutti in Friuli ricordano ancora con affetto. Se il giocatore slavo saprà imparare a giocare come vuole il Gigi della piccola patria, allora anche l’altro grande acquisto (fatto a gennaio, al secolo Lasagna) potrà segnare copiosamente. Sono convinto che abbiamo una seconda punta di troppo e una prima in meno perché Thereau Perica e Lasagna sono tutte seconde punte, ma lasciamo all’Udinese formarsi, lasciamo il mister lavorare e vediamo cosa ne esce.
Così, in una sessione di mercato che pare aver perso la rotta, la bussola ed anche il buonsenso, ecco che l’Udinese ha quasi finito di completare la rosa. Mancano un terzino destro e un sostituto di De Paul. Peccato che Widmer sia dato partente, altrimenti un solo giocatore potrebbe ricoprire entrambi i ruoli e basterebbe solo un acquisto in prospettiva. Comunque sia, quest’anno possiamo fidarci della società, finalmente! di nuovo! come non accadeva da anni. I giocatori acquistati, tolto l’esperto Bizzarri, sono tutti giovani con potenzialità, come in quella logica sottostante alla politica che ha reso l’Udinese la settima (a volte addirittura la terza) sorella delle grandi.
Pensate quanto può essere influenzato da speculazioni un mercato dove un giovane portiere con molte potenzialità non ancora tutte messe in mostra ottiene un contratto da sei milioni all’anno, mentre Karnezis, uno dei migliori in assoluti in seria A non solo non ha la coda di pretendenti alla porta, ma addirittura viene cercato per fare il secondo a Reina, ben inferiore al greco. Pensate che bolla speculativa, ma anche arrogante ed insensata, c’è sul mercato delle prime punte se giocatori bravi, ma non certo campioni, come Falcinelli, Pavoletti e Zapata vengono o verranno venduti a dodici o quindici milioni di euro (mai nessuno arrivato a venti gol in un campionato, forse nemmeno a quindici). I Di Natale, i Toni, gli Inzaghi ma anche gli Hubner e i Protti e i Gilardino erano tutt’altra roba. Basta fare bene in un anno, un solo anno, in serie A per chiedere contratti faraonici. Avevo scritto tempo fa che l’Udinese avrebbe fatto bene a cercare in Sud America, piuttosto che buttare via soldi. Ha pescato in Bosnia, gli slavi si ambientano bene in Italia, e in avanti ora ne abbiamo due!
L’imperativo prossimo sarà lavorare sul fronte delle cessioni. Partiti Guilherme ed Heurtaux, dato in prestito Badu (anche se pare più un’operazione per poi cederlo), anche il giovane di prospettiva Meret è stato rispedito in quel Ferrara a ritrovare il compianto Felipe, a mettere su esperienza nel campionato che conta di più. L’Udinese deve cedere ancora alcuni elementi che non troverebbero spazio e sarebbero di troppo (non me ne vogliano) nello spogliatoio per ovvi motivi di spazio.
Ma quello che mi preme è il fatto che mentre tante società, fra litigi, rinnovi contrattuali e cessioni eccellenti, si indeboliscono, l’Udinese della continuità, e quindi della programmazione tecnica, sembra essersi rafforzata rispetto l’anno scorso. Molto dipenderà da Bajic, questo giovane attaccante bosniaco sul quale tutti i tifosi ripongono più di qualche speranza.
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