Vincere a Firenze era impossibile, c'è un divario grandissimo fra le due rose a disposizione e le assenze di Mandragora, Barak e Balic hanno aumentato il gap. Pareggiare sarebbe stata un'impresa e devo ammettere che ci avevo fatto la bocca. Ma alla fine la differenza si vede da certe cose: prendiamo gol da un calcio d'angolo a favore e con un una scellerata gestione dell'azione passiva e lasciamo Benassi fare quello che fa meglio, inserirsi e segnare.
Sulle singole azioni posso tornare dopo, sui difetti (oggi quasi tutti davanti) anche, ma mi preme parlare di una squadra che per la terza volta consecutiva scende in campo in maniera equilibrata, con il giusto baricentro. Le paure più che legittime che avevo su Velazquez, e che lui accentuava con amichevoli giocate con pressing altissimo, sembrano essere un ricordo sbiadito. Anzi, negli ultimi dieci minuti la squadra era iper offensiva, sì, ma fra perdere uno a zero e perdere due a zero la differenza è poca. Tanto valeva rischiare.
La Fiorentina ha una rosa che noi non abbiamo, lo ho già scritto, e non ci si può aspettare che la partita la facciamo noi. Il dato del possesso palla a fine partita (ed anche alla fine del primo tempo) è loro. Ma noi abbiamo fatto più azioni d'attacco. Il problema oggi era lì, con Lasagna lasciato troppo solo da due ali che giocavano troppo larghe. L'Udinese pare una squadra più adatta al 433 che al 4231, ma serve Mandragora. Il giocatore under 21 permette una maggiore copertura della difesa ed è bravo nel giocare a uno o due tocchi, innescando più spesso un De Paul che, così facendo, può partire l'azione da una posizione più avanzata. Se contro la Sampdoria Lasagna aveva sbagliato due gol ben lanciato dai compagni, oggi la nostra punta non ha ricevuto un pallone pulito in novanta minuti. Aspettarsi che poi sia lui a bloccare Benassi su un contropiede è fantascienza. Non dò errori a nessun singolo perché non conosco le disposizioni di Velazquez sui caldi d'angolo, ma qualcuno ha sbagliato.
Di sicuro ha sbagliato chi non ha buttato giù Chiesa lanciato in contropiede. E' per questo che siamo eterni adolescenti. Potremmo ma ci manca il carattere (c'è un termine tecnico che però oggi non scrivo) per gestire al meglio le situazioni pericolose. Come in Lazio Udine dell'anno scorso, nessuno si è sacrificato per la causa. Un fallo anche brusco sarebbe costato un cartellino giallo, ma avremmo portato a casa un pareggio sofferto, forse non meritato, ma che stavamo maturando con voglia ed abnegazione.
Una nota di merito a Fofana, è lui il giocatore che più di tutti ha sacrificato la posizione per la squadra. In un centrocampo a tre penso che avrebbe fatto tutt'altra partita. Questa volta non ha potuto spaccare il centrocampo avversario, ma ha rispettato le consegne con una certa diligenza. Bravo ancora Nuytinck, in crescita Machis che sta imparando ad essere meno egoista. Bene il cambio con Teo (non chiedetemi di scrivere il nome per completo...) centrale che poteva lanciare Lasagna o l'inserimento di qualche centrocampista. Benissimo la scelta di puntare su Scuffet, il giovane portiere friulano ancora una volta ha dato segnali di miglioramento nelle uscite e nel carattere.
Senza raccontarsi bugie, sappiamo tutti che questa rosa ha delle falle, che si poteva fare meglio pur spendendo poco o niente, che il nostro obiettivo è la salvezza. Ma oggi abbiamo dimostrato che abbiamo mezzi e fame per salvarci in maniera dignitosa. La differenza, come l'anno scorso, la farà la società. Se lasceranno libertà a Pradé penso che potremo fare un discreto campionato (al momento scordiamoci la parte sinistra della classifica), se invece daranno retta ad altri consulenti esterni informali (...) allora a breve avremo problemi.
Ora abbiamo due settimane per recuperare gli infortunati e provare a limare certi errori che da troppo tempo si commettono (la Mercedes oggi ha insegnato al mondo sportivo che per vincere a volte bisogna sporcarsi le mani ed essere cattivi). Nelle prossime due partite contro Torino e Chievo bisogna fare tre punti almeno, per poter poi iniziare il girone dantesco che ci attende fino a prima dell'inverno.
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