La miglior prestazione di questo campionato. Basterebbe scrivere questo, senza troppi giri di parole.
Che bella Udinese quella vista ieri contro l'Atalanta, determinata, grintosa, decisa a fare risultato al di là dell'avversario che ha di fronte. Anche un antipatico come Gasperini ha dovuto ammettere che la partita l'han fatta i bianconeri e che il pareggio è un risultato d'oro per quel che si era visto nell'arco dei 90'. La Dea la partita l'aveva meritatamente persa.
Chi pensava di poter strappare 5 punti (che potevano essere 7) nelle ultime 3 tostissime gare? Pochissimi. Da cioffista incallito quale sono ci speravo ma quel che ho potuto vedere tra San Siro e la gara casalinga contro gli orobici va ben oltre anche alle mie fiduciose aspettative.
Resta il rammarico per il pareggio arrivato oltre il 90esimo (la vittoria era davvero cosa fatta, maledetto palla persa, stra maledetto scivolone...) ma sono uscito dallo stadio felice, come penso anche molti altri di voi.
Sì, mi sono divertito eppure tanto. Era tempo che non mi gasavo così sugli spalti del Friuli. Sì, è questa l'Udinese che d'ora in avanti pretendo di vedere ogni domenica (o lunedì che sia in sto calcio spezzatino che non santifica più le feste). "Vi vogliamo così" ha cantato giustamente la Nord al triplice fischio. Ed è verissimo. Questo è l'atteggiamento giusto per risalire la china, per conquistare punti su tutti i campi, per dimostrare di valere molto di più di quel che ad oggi dice la classifica. La strada è ancora lunga, per uscire dalla zona bassa serve di più ma le sensazioni per il futuro prossimo sono davvero buone. Giocando così l'Udinese si caverà presto dai guai, assicurato.
Sembra trascorsa un'era geologica dalla pioggia di fischi (meritatissima) post Lecce, che ha segnato il destino di Sottil. Oggi l'Udinese, dispiace per il venariese, è tutt'altra squadra. Nella testa, nelle gambe. Va dato merito a Cioffi, che ha saputo entrare nella testa dei giocatori e ridare slancio e motivazione ad un gruppo che faceva del timore e dell'insicurezza le sue caratteristiche principali. Ricompattare lo spogliatoio è stato il primo obiettivo raggiunto del tecnico toscano. Un motivatore eccellente, come si era dimostrato già nella sua prima esperienza post Gotti. Da lì è nato poi tutto il resto.
La rinascita di Walace (ieri su livelli davvero elevati), la rinnovata leadership di Pereyra, la scoperta di Payero, la crescita esponenziale di Ebosele e Zemura, l'invenzione di Ferreira difensore, un Samardzic più dentro il gioco, una difesa che concede poco. Ad emergere questa volta però non sono tanto i singoli quanto il gruppo. Lo si nota dagli occhi della tigre di chi va in campo, dalla voglia di aiutarsi l'un con l'altro, di far una corsa in più per il compagno. Gli abbracci finali manifestano questa rinnovata unità d'intenti.
Crescerà il gioco, si recuperanno gli infortunati, miglioreranno i giovani. 15 giorni di tempo ora per lavorare, per inserire qualche idea di calcio in più che possa dare sostegno alla garra dimostrata in queste ultime tre sfide. Cioffi ha ora davanti a sé un compito altrettanto arduo: dare continuità a quanto fatto finora.
Tutto sembra diverso, incredibilmente stravolto, ma ancora non è stato fatto nulla. Lavorare, lavorare e ancora lavorare. Solo così si esce dal tunnel. In fondo s'intravede la luce, si avvicina velocemente, ma guai smettere di correre. Insieme, da squadra, ne usciremo.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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