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Tanti auguri Alexis, il Nino Maravilla scovato in Cile che rese grande l'Udinese

di Redazione TuttoUdinese

Da ragazzino, quando era un talento in erba e poco più, si meritò il soprannome di Nino Maravilla. Nato calcisticamente nel Cobreloa, nel 2006-2007 giocò nel Colo Colo, iniziando a far intravedere i primi lampi di classe. Il salto, per Alexis Sanchez, avvenne l'anno seguente col passaggio al River Plate, seguito dai tre anni con la maglia dell'Udinese.

Abbiamo ancora tutti negli occhi le sue giocate, i suoi dribbling. Memorabile quel 0-7 di Palermo quando Sanchez non lo riusciva a fermare nessuno. Uno dei giocatori più forti della nostra storia, un giocatore umile che sognava di vincere con l'Udinese, cosa che però non gli riuscì. L'ultimo suo anno valse la Champions ma soprattutto gli garantirà la chiamata del Barcellona, che per il suo cartellino sborserà qualcosa come 48 milioni di euro.

Cifra che oggi sembra normale, ma che all'epoca rappresentava un investimento decisamente importante. In blaugrana Sanchez fece bene in termini statistici, ma la non titolarità gli consigliò di cambiare aria e nel 2014, a sorpresa, ecco il passaggio all'Arsenal di Arsene Wenger. Nella rosa dei Gunners El Nino Maravilla è la stella assoluta, tecnica e mediatica. Così come nella Nazionale cilena, con cui conta già oltre 120 presenze e 41 gol.

Nel gennaio del 2018, dopo un rinnovo mai arrivato col club londinese, passa al Manchester United per precisa volontà di José Mourinho, da tempo alla ricerca di un top player nel reparto offensivo. Ma il suo rendimento a Old Trafford, dopo i botti iniziali, calerà in maniera vertiginosa. Basti pensare che quest'anno è fermo ad un solo gol in tutte le competizioni.

In carriera Sanchez ha vinto tantissimo: 2 campionati cileni, un campionato argentino, 2 supercoppa di Spagna, una Coppa di Spagna, un Campionato spagnolo, due Coppe d'Inghilterra, tre Community Shield, una Supercoppa UEFA, una Coppa del Mondo per Club e soprattutto due Copa America col suo Cile. Gli manca solo quel trofeo bianconero, quello che lui avrebbe voluto sollevare.


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