.

Deuolofeu: "Ora sono più forte rispetto a com'ero prima dell'infortunio. Il talento da solo non basta"

di Jessy Specogna
Fonte: Udinese.it

“Sto bene, mi è passato il nervoso per sabato”. Gerard Deulofeu, ospite a Udinese Tonight, ha alcuni pensieri ancora rivolti alla gara contro lo Spezia, l’ultima casalinga. “Ancora mi dispiace un po’, ma dobbiamo dare valore a dove eravamo e dove siamo ora, prenderne atto e ringraziare i tifosi”, dice. La testa è sempre più verso l’ultima partita della stagione, contro la Salernitana.
“Ora prendo meglio la sconfitta perché ho figli – ammette sorridendo – arrivo a casa e sono tranquillo perché quello che senti lì lo porti in campo, quindi ricerco la tranquillità”. Quando era più giovane, dopo le sconfitte era “un disastro”. Contro lo Spezia lo spagnolo ha giocato con 16 punti di sutura. “Ho avuto un incidente mercoledì e ho sofferto tanto – rivela – Non lo dico per farmi compatire, ma voglio che i tifosi sappiano che mi sforzo per aiutare la squadra sempre e comunque”. In campo Deulofeu ha voglia di vincere e gli piace trasmetterla ai compagni, soprattutto ai più giovani: “Questo è un gioco di squadra, non individualista. Sta a noi giocatori con più esperienza creare la giusta mentalità, insieme all’allenatore”. Spingere i nuovi arrivati si è rivelato necessario per migliorare il ruolino di marcia nella seconda parte di campionato, “per questo ora possiamo stare tranquilli e parlare della stagione”.
All’inizio per Deulofeu non è stato per niente facile. C’è un Gerard prima e uno dopo le due operazioni al ginocchio: “Ho avuto un periodo in cui non ho reso al massimo e ho pensato alla squadra, a ciò che allenatore e compagni si aspettano da me”. È stato l’innesco per un campionato disputato ad altissimo livello. “Da gennaio sono cresciuto, capisco meglio le cose. Prima Gerard era un ragazzo che giocava esterno, molto abile e in condizione ma non capiva il gioco. Adesso mi trovo immerso al suo interno, so dove devo essere e ho trovato i gol questa stagione, che mi mancavano l’anno scorso”, afferma. Ora l’attaccante si sente “più forte rispetto a com’ero prima dell’infortunio. Perché adesso capisco il calcio”. Adesso il numero 10 bianconero sa “cosa voglio nel mio futuro calcistico”. Alcuni giocatori sono in grado di fare giocate “per qualità o condizione, io prima ci lavoro. È questo che mi fa capire il calcio. E così me lo godo ancora di più”.
Ciò che ha permesso a Deulofeu di passare da esterno offensivo a punto cardinale dell’attacco è stato l’addio di Rodrigo de Paul. “Un campione – lo definisce lo spagnolo – Ho avuto la sfortuna lo scorso anno di essere infortunato e non poter giocare con lui, ma la fortuna di sapere il valore che ha la maglia numero 10 dell’Udinese”. Deulofeu si definisce “uno intelligente, che controlla, e so che la 10 dal primo minuto andava meritata con la testa e con i piedi”. Le responsabilità sono state accolte e accompagnate dai fatti: “Arrivo sempre prima di tutti, i ragazzi mi vedono. Sono il primo a spronare e incitare i compagni. Questo fa il bene della squadra”.
Lo spagnolo ci tiene a puntualizzare come “Al giorno d’oggi nel calcio non serve solo il talento”. Grazie alle esperienze passate, l’attaccante dice di aver compreso “che il talento deve andare insieme al sacrificio”. La preparazione alla partita è fondamentale e lui è rigoroso: “Non c’è casualità se dopo due infortuni ho potuto vivere questa stagione. Ci sono stati tanto pensiero e lavoro in questi due anni”.
Deulofeu non si vergogna di dire che punta sempre in alto. “Voglio essere il miglior giocatore ogni settimana e in tutte le stagioni. Voglio essere in una top, ma ci sono dei percorsi da seguire, a me mancava fare un periodo così a Udine”. La decisione sul suo futuro arriverà, ma il 10 è “molto felice e voglio onorare questa stagione. Non posso dire niente perché ho detto al mio agente di non dirmi niente. Da quando hanno iniziato a dire qualcosa di mercato, per mettere a fuoco squadra e stagione ho chiesto di fare così. Se si farà, si farà”, svela. Lo spagnolo si trova bene nella città friulana, e ammette che non gli dispiacerebbe “poter andare avanti con questa squadra. Lo dico perché c’è entusiasmo tra i tifosi, ci sono giocatori giovani che possono migliorare e si può fare un’Udinese molto buona”. A 28 anni, Deulofeu comprende pienamente l’importanza della serenità. “Ho la fortuna di sapere di essere felice. C’è chi vuole fare il passo più lungo della gamba tra i giovani e poi non regge. Bisogna fare il proprio percorso. Io qui ho due anni di contratto e sono veramente contento”. La bravura del “King” bianconero è confermata dal numero di passaggi chiave nel corso del campionato: ben 78 le situazioni offensive create, il migliore per distacco in questa Serie A (il secondo è Calhanoglu a quota 68). “A me piacciono tanto le statistiche – sorride a pieni denti Deulofeu – ma questa mi piace particolarmente perché vuol dire che sono un giocatore verticale, che va in porta e manda in porta i compagni. È vero, qualche volta sono egoista, un centravanti deve esserlo, ma questa statistica significa che gioco di squadra. Mi piace vedere che abbiamo creato tante occasioni”.
Numeri raggiunti perché, semplicemente, Deulofeu ammette di “non rilassarmi mai. Mi piace controllare tutto e ragionare. Al massimo mi rilasso a Ibiza in vacanza!”. Da giovane l’attaccante leggeva le critiche, “mi facevano male, ma adesso ascolto e arrivati al momento giusto parlo con i numeri”.
Numeri che parlano chiaro: 12 gol e 5 assist in 33 partite. La rete preferita è quella segnata “Al Diego Armando Maradona, contro il Napoli, sia per la cornice di pubblico e stadio che perché il gol l’ho lavorato prima: mi sono messo in un punto in cui nessuno poteva arrivare e mi sono mosso per calciare. Prima del controllo del calcio devi capire tante cose, dove sei, come sei girato con il corpo e sapere come calciare”.
La mentalità di Deulofeu è spesso tracotante nell’esprimere la voglia di vincere. “So che nel breve periodo non funziona sempre, ma sulla lunga distanza è vincente. Non serve parlare, tutta la squadra lo vede. Magari non lo assorbono al momento, ma si può capire anche la stagione successiva”, dice.
Questa grinta si manifesta pienamente nella giornata tipo del numero 10: “Mi sveglio, bevo dell’acqua e vado ad allenarmi, mangio due volte in stagione, in estate magari solo una. L’infortunio mi ha fatto lavorare con persone splendide che mi hanno dato una parte della loro vita e questo mi dà energia. Da giovane non riuscivo a giocare 60 minuti, ora invece posso superare i 90’. Questo te lo dà l’esperienza, il mangiare, poi sono malato per la salute”. Infatti l’attaccante dorme “in un letto che riduce l’età biologica. E poi ho tante macchine per il recupero. Credo che da lunedì a sabato devi essere in casa a prepararti. Questo vuol dire mangiare bene, dormire bene e stare in famiglia”. Per Deulofeu le prime cose per approcciarsi al meglio ai match “sono l’amore e l’allegria. Se hai problemi in casa te li porti in campo. Questo mi serve per mettere il fuoco nelle partite”, afferma. Anche come padre, Gerard vuole “tenere tutto sotto controllo”, riconosce sorridendo. “Ma con il mio lavoro e per il modo in cui lo vivo ho bisogno di tempo – continua – e per fortuna ho l’aiuto di mia moglie Maria. Ho piccoli accordi con lei per riposare meglio, per allenarmi. È fondamentale. Lei non dice niente, mi aiuta sempre e dopo la partita possiamo andare a festeggiare”.
Deulofeu parla poi del suo rapporto con Beto: “Mi manca perché è un ragazzo con una mentalità incredibile. Bisogna aiutarlo e credo di averlo fatto con le mie parole. È la sua prima stagione in Serie A e ha segnato 11 gol. Vuole sempre di più, sempre di più, ma la mia esperienza mi ha insegnato che non si può pensare così, bisogna andare piano per avanzare. Altrimenti non dai valore a quello che stai facendo. Questo gliel’ho detto e ha capito. Ha la mentalità di un campione, gli piace allenarsi forte e migliorare in tutto”.
Sulla possibilità di essere convocato con le Furie Rosse, nell’anno del mondiale, lo spagnolo ammette: “È chiaro che ci pensi perché per me andare in Nazionale sarebbe il massimo. Giocare per la tua nazione è incredibile, ho avuto la fortuna di giocare quattro partite e segnare contro la Francia. È stato un periodo incredibile. Ma so perfettamente che è molto difficile, perché ci sono dei giocatori giovani incredibili in Spagna. Ma non dico niente, faccio il mio percorso qui e nel caso sarò pronto per giocare”.
La sconfitta contro la Salernitana “ce l’ho in testa, non dimentico di come abbiamo perso all’ultimo minuto in casa e al dispiacere dei tifosi. Tutti pensavano a festeggiare con la famiglia e non gli abbiamo dato quella vittoria. Siamo concentrati per andare a vincere a Salerno”, assicura l’attaccante.
Con l’allenatore Gabriele Cioffi “ho un bel rapporto. Quando mi cambia no”, ride Deulofeu. “Cioffi è un futuro campione di allenatore. Non se ne trovano tanti che motivano in questo modo la squadra, devi nascere così. Un allenatore senza carattere e mentalità non può trasmetterti la sua grinta. Tutti possiamo migliorare, anche lui è ai suoi inizi, a credo ci aspetti un bel futuro con lui”, garantisce.
In chiusura, il 10 assicura che lui e i suoi compagni onoreranno il campionato “per i tifosi e la famiglia Pozzo che ci dà un’ottima struttura e ciò che serve per andare a giocare le partite e fare punti. Dobbiamo farlo anche per noi, ovviamente, per finire al 12esimo posto con 47 punti. È molto tempo che non facciamo così tanti punti e vogliamo andare forte”. Parola di re.


Altre notizie