Una partita talmente brutta, quella di ieri sera all'Olimpico per l'Udinese, che a vederla sembrava venduta. Impossibile infatti, nonostante fosse la terza gara in sette giorni, entrare in campo con un atteggiamento così. L'Udinese ieri non ha perso in campo, cosa che ci poteva stare contro una Roma stupenda e prima in classifica. Ha perso già negli spogliatoi, decidendo di arrendersi subito ancor prima di iniziare e di scendere solo in campo per prassi obbligatoria. Una prestazione del genere non può essere causata dalle energie che mancano, anche perché l'Udinese ha il solo campionato da affrontare mentre la Roma era reduce perfino dalla campagna in Champions. Professionisti che si allenano ogni giorno, come dovrebbero essere i bianconeri, non è possibile che non sia in grado di giocare una tantum in due gare ravvicinate. Quello che è mancato sono quindi le motivazioni ma poco si può pretendere se dalla società, dal direttore sportivo e dal tecnico nei giorni precendenti arriva il chiaro messaggio di andare a Roma per salvare il salvabile che tanto fare punti sarà impossibile. 

L'Udinese quindi, stadio a parte, si dimostra di essere davvero poca roba. Una squadretta che navigherà nella mediocrità in un'altra stagione senza progetti e obiettivi. Dopo l'anno di transizione con Stramaccioni che sembrava essere la colpa di tutti i mali, l'arrivo di Colantuono, quello che doveva essere il grande motivatore, sarebbero dovute esserci grandi novit, bel gioco ed un rilancio vero e proprio. Per ora invece la squadra bianconera si distingue solo per non aver autostima, tanto meno voglia di lottare e spirito di sacrificio e ancora meno di avere un progetto tattico ed una impostazione di gioco alle spalle. A Udine per il momento si tira a campare cercando di far passare qui punti raccolti come il frutto di grandi imprese che invece siamo lontani anni luce dal vederle.

L'Udinese, che con la costruzione del nuovo stadio avrebbe dovuto fare quel salto di qualità diventando grande, ha preferito, per scelta societaria ridimensionarsi, svendersi e distruggere quanto di buono era stato fatto. Con questa maglia una volta si cercavano le grandi imprese con i vari Sanchez, Isla, Pereyra e Asamoah tanto per citarne alcuni. Ora si rinuncia a giocare in partenza con una squadra costruita a caso e a costo zero raccattando giocatori qua e là nel mercato svincolati. 

Chiaro che l'Udinese è una piccola squadra di provincia con tutti i suoi limiti ma ora il confine della sopportazione del tifoso è superato. Non è possibile accettare, dopo già i grandi torti patiti in passato, umiliazioni del genere.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 29 ottobre 2015 alle 08:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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