A poche ore dal suo ritorno a Reggio Emilia dopo aver portato in alto il Sassuolo, il direttore sportivo dell'Udinese, Nereo Bonato, ha parlato ai microfoni del Messaggero Veneto, sottolinendo come i neroverdi si siano ispirati proprio ai friulani per portare avanti il loro progetto: "C'erano tre esempi a cui potersi ispirare: il Catania, il Chievo e l'Udinese. Quello friulano era il progetto più evoluto. L'unica differenza riguardava la scelta dei giocatori: in Friuli si cercano in tutto il mondo, in Emilia il DNA deve essere italiano. Per due motivi fondamentali: Squinzi allora era presidente di Confindustria e in secondo luogo il Sassuolo, visto il limitato bacino d’utenza, doveva diventare la seconda squadra di tutti, una sorta di formazione simpatia. Gli investimenti erano in linea con quello che si incassava. Il segreto è stato quello di allestire gruppi che avessero la possibilità di costruire cicli di 4/5 anni. La continuità tecnica? Fino a un certo punto. Ci siamo assestati con Di Francesco, ma in passato il Sassuolo cambiava sempre non per propria volontà ma perchè i nostri allenatori ricevevano offerte da club di categoria superiore. Penso ad Allegri che andò al Cagliari, a Mandorlini, a Pioli che fu chiamato dal Chievo. Come abbiamo scoperto Berardi? Con un colpo di fortuna. Il ragazzo venne dalla Calabria a trovare il fratello che lavorava a Modena. Un nostro osservatore lo vide all’opera in una partitella e gli facemmo fare un provino.

Quando presentai l’elenco della rosa a Di Francesco gli dissi che aveva 24 giocatori più un ragazzino di 18 anni che arrivava dalla Calabria. Due mesi dopo alla prima con il Cesena era titolare: in quella stagione segnò 11 gol senza calciare i rigori". Passando, invece, all'Udinese, il diesse bianconero ha dichiarato: "La partita con il Chievo ci ha fatto capire la differenza che c’è tra una squadra consolidata e una a inizio ciclo. Noi abbiamo appena cominciato un percorso nuovo, il gruppo deve ancora diventare squadra riconoscendo i propri limiti e i propri difetti. Sono certo che abbiamo una batteria di giovani che ci possono consentire di fare un ulteriore salto di qualità. Dobbiamo trovare i giusti equilibri, serve un po’ di pazienza. Nel prossimo mese e mezzo dovremo costruire il futuro del nostro campionato". Inoltre, la squadra di Iachini sarebbe stata terza senza gli ultimi dieci minuti della gara contro il Chievo: "Paradossalmente sarebbe stato un male per questa squadra, non siamo pronti per certe zone di classifica, meglio evitare voli pindarici. Con il Sassuolo cerchiamo la grande prestazione. Abbiamo bisogno di certezze e queste le abbiamo avute più dal pareggio con la Fiorentina che dalla vittoria sull’Empoli. O no?"

Sezione: Focus / Data: Sab 24 settembre 2016 alle 09:30
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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