Balzaretti è il nuovo direttore dell'area tecnica dell'Udinese. Tocca a lui raccogliere il testimone da Pierpaolo Marino, un compito tutt'altro che semplice, soprattutto per chi si affaccia per la prima volta alla Serie A.

Il dirigente avellinese resta un gigante del nostro calcio, tra i dirigenti più apprezzati ed influenti d'Italia. Glielo va riconosciuto, nonostante la sua seconda partentesi in bianconero non sia stata così esaltante come in molti auspicavano. Lascia comunque un'Udinese con un sacco di giovani in rampa di lancio, probabili plusvalenze per il futuro e sappiamo quanto questo sia fondamentale per il bilancio della società. Sicuramente il suo addio lascia un vuoto non da poco, visto quello che era il rapporto con il patròn Pozzo e il suo ruolo di riferimento per coloro che sbarcavano per la prima volta nell'ambiente udinese. Un  grazie è d'obbligo, per quello che è stato, per quello che ha costruito nel tempo. 

Va detto, poi, con onestà che a Udine il ruolo del diesse ha un peso diverso rispetto ad altre piazze. Qui c'è già un manager di calcio come Gino Pozzo, che dirige in prima persona la società a 360 gradi, mercato compreso. La sua preparazione e la sua competenza sono certificate dai risultati conseguiti negli anni. Vero che l'Europa da un decennio resta difficile da raggiungere ma anche nei momenti più bui mai è stata in dubbio la permanenza nella massima serie. Alzare l'asticella? Ci si sta provando, sempre ovviamente con un occhio al bilancio. Nell'ultima stagione, con un po' più di fortuna, qualche infortunio in meno (in particolare Deulofeu) si poteva sicuramente ambire un piazzamento migliore. 

Resta comunque che l'Udinese da un trentennio a questa parte è una realtà solida del calcio italiano ed europeo, una società con i conti in regola, con uno stadio di proprietà, capace di pescare talenti di enorme valore in giro per il mondo. Insomma, un modello che in molti tentano di emulare. Pensare che l'erba del vicino è sempre più verde è un errore da non commettere, basta guardare a cosa sta succedendo un po' più a ovest, direzione Pordenone. 

Udine è il luogo più adatto per fare calcio, soprattutto per un giovane in rampa di lancio come Balzaretti. Dovrà trovare ora il giusto equilibrio tra la proprietà, la squadra e i tifosi. Questo la prima grande missione. Solo il tempo, poi, ci permetterà di giudicare il suo operato. Inutile parlare di quel che è stato a Vicenza. Ora gli va data fiducia, basta chiacchiere e lasciamolo lavorare.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 27 giugno 2023 alle 10:15
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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