Il campionato riprende.

Ce ne siamo quasi dimenticati, di cosa sia il campionato; personalmente mi sono disintossicato dal balòn: ebbene sì, chiamatemi snob ma i Campionati Mondiali dell'ipocrisia me li sono persi. Lo so, lo so: il calcio è diventato questa roba qui; campi prefabbricati, tifosi ordinati con goniometro e doppiodecimetro, beatificazione dell'apposito campione (che chiamerò, d'ora in poi, Bobo) il quale, al termine di tutto, aiutato dallo svizzeritaliano presidente della FIFA, si accomoda sulle spalle l'altrettanto apposito Bish't  fornito dal suo sovventore nel club d'appartenenza e tutti contenti e felici. Tutti, incluso un ristoratore turco che prende tranquillamente in mano la Coppa del Mondo: mi avevano insegnato che la potevano toccare solo i giocatori che se l'erano conquistata, le autorità calcistiche e i presidenti degli Stati. D'ora in poi lo potranno fare anche gli osti che salano la carne aiutandosi col sudore dei gomiti.

Cosa mi sono perso? Niente che non volessi perdere. Dico solo che agli stessi mondiali è stato vietato ai giocatori di assumere comportamenti, indossare simboli e tenute che potessero offendere il Paese ospitante. Già pregusto cosa saranno i mondiali di Egitto, Grecia e Arabia Saudita di cui l'altro apposito campione sarà testimonial al modico costo di un miliardo (neanche il Signor Bonaventura). Chiedendomi se l'Italia sarà capace di farsi cacciare fuori ancora una volta, stabilendo un primato storico.

Torniamo a noi. Meglio.

L'Udinese ha chiuso in calando il finale del campionato 'd'apertura': prevedibile, aveva speso tantissimo nella prima parte, con quell'aggressività al limite del parossismo che non ha fatto superare all'Inter la soglia della propria trequarti per venticinque minuti di fila. Qualche tifoso ha smoccolato, paradossalmente gli stessi che crocifissero il vostro 'amato' Maestro (mi chiama così il professore di giornalismo friulano, non mi sono certo meritato questo appellativo ma ipse dixit) quando non-scrisse di qualche crepa in un titolo che alla fine altro non era che un riuscitissimo esperimento sociologico. Dice 'scrivi pezzi troppo lunghi, ovvio che leggiamo solo i titoli'. Non mi chiamo Ungaretti e neanche Tupperware.

Domani e sabato due prove di fuoco: orfani di Bram Nuytinck, ormai avvolto in maglia doriana (speriamo trovino i fondi per pagarlo), i Sottiliani affrontano l'Empoli al Friuli e, sabato pomeriggio, la Juventus a Torino. Due gare tignose contro avversarie ostiche: le ultime amichevoli parlano di una Bianconera friulana dal ritrovato piglio, capace di domare due squadre che in campionato, nelle ultime giornate, non le era riuscito di affrontare nella migliore delle maniere. Al contempo il calciomercato inizia e Udine entra in scena: la Salernitana chiede Ehizibue, l'Udinese offre Ebosele; per le posizioni difensive e laterali i nomi sconosciuti si sprecano, diapason per le tirate ironico-satiriche dei tastieristi da casa che sei mesi fa si chiedevano chi fosse Bijol suggerendo al suo posto il centrale della formazione locale, trentaseienne principe della Coppa Chiosco, salvo poi incensare lo sloveno dopo le sue eccellenti prestazioni.

Va così. Anch'io non so chi siano il 99% dei nomi indicati a difendere Silvestri dalle folate avversarie; so però che la dirigenza friulana riesce spesso e volentieri a beccare il cavallo giusto creandosi una plusvalenza sana e monetizzabile (non mi riferisco all'inchiesta denominata Prisma, lo dico a beneficio di un collega particolarmente sensibile alle tematiche rosastellate, ma ad un malvezzo italiano non certo legato solo al calcio). Una di queste 'scommesse' ha recentemente sollevato la Coppa del Mondo: lui non fa il salificatore di bistecche, ne aveva facoltà.

Domani sera la redazione mi chiede di star lontano dal Friuli, dovendo dedicarmi alla pallacanestro. Sacrifizio? Macché. Però io su quegli spalti ho lasciato tanta voce, tante lacrime, tanti abbracci e sofferenza; tante emozioni, belle e brutte, e tanti amici. Insomma, tutto quello che non avete visto nel Mondiale di plastica.

Vinci, Udinese; trionfa, Sottilità. Per riprendere un cammino che questa formazione e i suoi sostenitori si meritano.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 04 gennaio 2023 alle 01:01
Autore: Franco Canciani
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