A dispetto di chi scriveva a nove colonne che due società della stessa provincia e per di più a distanza di „littorina“ fossero un lusso dalla durata incerta, se non un addirittura uno spreco di risorse che impedisce di avere una squadra competitiva invece di due mediocri, la sfida tra APU e UEB, se includiamo anche la Supercoppa, tra poche ore manderà in scena il suo decimo capitolo facendo sorridere il cassiere che registra l’ennesimo sold out.

In meno di un anno sui binari della Udine-Cividale si sono già viste sfide equilibrate e combattute all’arma bianca che hanno calamitato un interesse che è andato ben aldilà del ridotto bacino d’utenza e che durante la serie di playoff dello scorso maggio hanno avuto un andamento degno di un film hollywoodiano dal sapore epico in un clima forse, quello si, davvero irripetibile. Un vero e proprio spot per la pallacanestro, insomma.

Cosa singolare della „disfida“ è che, nonostante i precedenti e  della sana rivalità sportiva che trasuda tra gli appassionati su entrambe i fronti, ancora ci sia grande varietà di opinioni su come questa gara vada inquadrata in senso terminologico e quindi in concreto. „Non è un derby!“ - chiosa insistentemente qualcuno. „“L‘unico derby è con Trieste“ sostiene risoluto qualcun altro. „E‘ un derbino“ si è sentito dire quest‘estate. „E‘ una partita come tutte le altre: vale solo due punti“  c’è anche chi inizia a vederla così.

Personalmente ritengo che tutta questa „paura“ di definire la contesa con il suo vero nome (derby) ne definisca implicitamente la vera natura; certo, se invece al termine derby diamo il significato di sfida tra squadre e ambienti caratterizzati da rivalità idiota che deve manifestarsi attraverso l’indirizzo di cori beceri, cazzotti e sprangate fuori e/o dentro il palazzetto, allora mi schiero decisamente con chi ritiene APU Old Wild West Udine e UEB Gesteco Cividale sia una partita come tutte le altre che vale solo 2 punti e che il vero „derby“ resta, almeno per una frangia minoritaria della tifoseria Udinese, quello con Trieste“. 

Apprestiamoci dunque a goderci l‘ennesima bella sfida in un clima di grande partecipazione emotiva in campo e sugli spalti che speriamo sappia confermare la grande maturità e il fair play che hanno fatto vedere sia i sostenitori più accesi che tutto l‘ambiente in generale, con qualche isolata eccezione durante e dopo  drammatico finale di gara 5 e a cui diamo l‘attenuante generica del climax della tensione altissima, vista la posta in palio. 

Da questo punto di vista un derbissimo.

Sul piano più squisitamente tecnico l’ambiente udinese arriva con fiducia e, aldilà delle prudenti dichiarazioni di facciata, convinto di fare un sol boccone delle Aquile ducali, sia ripensando all‘esito della gara di Supercoppa che in considerazione del comportamento dei bianconeri che fino a qui hanno vinto 3 delle 4 gare di campionato con un roster che quest‘anno sembra costruito per esaltare i singoli con il gioco collettivo e non viceversa, come nell‘ambiziosa ma tribolatissima stagione precedente.

Sul fronte ducale invece il solito basso profilo, nella consapevolezza della difficoltà della sfida ma tanta concentrazione ed entusiasmo per l‘ennesima opportunità che si presenta di fare saltare il pronostico e di confermare la fama di guastafeste che la truppa ducale si è meritata fino ad oggi. 

E incamerare 2 punti, necessità assai impellente in questa equilibratissima e durissima stagione.

Aldilà di tutti i giri di parole.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 22 ottobre 2023 alle 10:30
Autore: Giuseppe Passoni
vedi letture
Print