E' stato un mercato strano, condizionato per forza di cose dall'emergenza covid. Pochi soldi, pochi affari, tante trattative rimaste bloccate. L'Udinese, al contrario, si è mossa prepotentemente. Rispetto a quelle che erano le previsioni della vigilia, rispetto al trend degli ultimi anni, i bianconeri hanno agito in modo diverso, per certi versi inaspettato. Gino Pozzo, spesso accusato di tralasciare l'Udinese e di interessarsi soltanto degli affari Oltremanica, rilancia le ambizioni del club, dimostrando che a Udine il progetto c'è ancora, così come l'impegno della famiglia. Un segnale importante, anzi fondamentale, che può aprire un nuovo ciclo. Dopo anni passati nell'ombra dei bassifondi l'Udinese può tornare ad essere ambiziosa.
La retrocessione in Championship del Watford è stata senza dubbio un fattore determinante. Con gli Hornets piombati in seconda serie i piani di Pozzo sono stati stravolti e per i bianconeri si sono aperti scenari davvero incredibili. Il ritorno di Pussetto e Pereryra ma soprattutto l'arrivo di Deulofeu sarebbero stati impensabili con la permanenza in Premier dei gialloneri, è chiaro, ma è anche questa la forza del fare sinergia, di avere due squadre ai massimi livelli del calcio europeo. Non può essere questa soltanto una colpa, in questo caso si è dimostrata un vantaggio.
Soprattutto lo spagnolo è un giocatore fuori scala per quella che era la dimensione attuale dell'Udinese. Vero che viene da un grave infortunio e che Udine può essergli utile per rilanciarsi ma parliamo comunque di un giocatore dal talento cristallino. Godiamocelo e basta. Discorso simile possiamo farlo per il Tucu, altro top player che può far fare alla squadra un salto di qualità non indifferente. Magari averceli avuti prima.
L'Udinese è tornata poi a fare quegli acquisti che l'hanno sempre caratterizzata in passato. Ouwejan, Makengo e Bonifazi sono tre prospetti per il presente ma soprattutto per il futuro. Tre ottimi giovani, di qualità, che in bianconero possono crescere, maturare e diventare importanti. Mi piacciono moltissimo anche Molina, un esterno con le sue caratteristiche mancava, e Arslan, un mediano di esperienza internazionale. Non riesco a capire, invece, l'operazione Forestieri, soprattutto alla luce degli ultimi arrivi.
Si è comprato e soprattutto non si è venduto. Alla fine Musso e De Paul sono rimasti e non per mancanza di acquirenti. Le offerte c'erano ma l'Udinese ha deciso di non deprezzarli. Giustissimo, giocatori di questo tipo, che hanno qualcosa in più rispetto agli altri, non si regalano a nessuno. Perché fare sconti a Fiorentina o Napoli? La loro permanenza, sommata all'arrivo dei nuovi, ti può permettere di fare un campionato diverso.
Ci si è liberati, invece, di alcuni esuberi, come Teodorczyk, Sierralta ed Ekong. Il polacco aveva deluso, due anni insufficienti per via di infortuni e di una condizione mai ritrovata, sarebbe stato inutile tenerlo ancora sperando in una sua rinascita. Il nigeriano, dopo un buon primo anno, aveva palesato gravi lacune, non lo rimpiangeremo. Non mi strappo i capelli nemmeno per Barak, il ceco aveva rotto con la società e con l'ambiente. Puntare su uno che voleva andare via a tutti i costi non avrebbe avuto alcun senso. Perisan, invece, giusto che abbia una chance altrove. Fofana? Anche lui ha chiesto la cessione, anche in passato nessuno è stato trattenuto controvoglia. Le altre, con tutto il rispetto, sono cessioni di contorno.
Unico neo? Si sarebbe potuta prendere una punta vera, che garantisse gol. Il problema è che sul mercato ce n'era pochissime. Petagna per Lasagna sarebbe stato uno scambio che io personalmente avrei fatto. Altro problema possono essere alcuni doppioni rimasti sul groppone. Giocatori che non rientrano più nei piani e che possono creare malumori interni. Dovrà essere brava la società a gestirli.
Voto finale. E' un mercato da 8. Giudizio altissimo, almeno per me. Criticare adesso avrebbe poco senso. Parola al campo, il mercato è una cosa, le partite e risultati sono un'altra.
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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