Inizio dalla fine.
Il commento a questa gara può essere uno solo: in altre condizioni, gare come queste (vedasi Spezia-Udinese solo un anno fa) le si perdevano. Stasera invece, pur soffrendo per una decina di minuti nella ripresa, meritatamente si vince 3-2, passando ai sedicesimi quando si ospiterà il Perugia.
Già: a quelli che considerano l’Udinese scandalosa, che giudicano la gara di stasera scadente se non drammatica, suggerisco per una volta soltanto di guardare in casa di quelle che, sempre secondo le Cassandre, lotteranno con i bianchineri per non retrocedere in serie cadetta.
Il Bologna prende tre pere in casa dal Cittadella; il Benevento quattro dal Grifo, prossimo avversario dell’Udinese in Coppa; la S.P.A.L. vince 1-0 contro il Renate, il Chievo soffre 2-1 (al 95’) per eliminare l’Ascoli e altrettanto fa il Crotone contro il Piacenza, formazione di terza serie. Il Cagliari, mentre scrivo, vince ai rigori col Palermo di Bruno Tedino. A proposito: si è molto ironizzato sulla vittoria udinese ad Huddersfield: oggi i leoni delle Midlands hanno espugnato Selhurst Park (casa del Crystal Palace) per 0-3 all’esordio in Premier League.
Perché dico questo? Perché le cose vanno contestualizzate. Siamo ad agosto, ed anche se fra una settimana inizia il campionato le formazioni stanno completando la preparazione, le rose, l’intesa. E può accadere che contro una squadra organizzata come il Frosinone (rimasta in cadetteria per mera sfortuna, l’anno passato; oltreché, penso, per aver scelto un allenatore “non vincente” come Pasquale Marino) il cui mister, Moreno Longo, ha alle spalle tanta gavetta con le formazioni “Primavera” e di fronte un futuro roseo in serie A, si vinca di misura.
Di misura: ma non per fortuna. L’Udinese passa di carattere, a tratti di classe e, cosa ancora più importante, grazie alle parate di Simo Scuffet. Quando il talento di Remanzacco si scrollera di dosso dubbi e timidezze (e il volo, stasera, sul tiro da fuori di Soddimo valeva il prezzo del biglietto) non farà rimpiangere “Mr. Sicurezza” Orestis.
Quest’anno secondo me l’Udinese è più completa: ha dall’inizio un allenatore adatto come Luigi Delneri; ricambi in tutti i reparti, se (come credo) verrà acquisito un laterale sinistro ed una punta (Pavoletti?); a centrocampo l’arrivo di Valon Behrami, esperto svizzero-albanese visto oggi in tribuna (sorridente ed in forma smagliante), costituirà un’integrazione importante a fianco di gente come “Idolo” Hallfredsson, migliore in campo stasera assieme a Scuffet (ed al DePaul della ripresa).
È completa, perché dopo dieci secoli la Biancanera ha finalmente giocatori di ruolo sulle fasce; per ora come detto manca l’alternativa a Sylvan (in settimana secondo me provvederanno in tal senso), ma dalla parte opposta Pezzella e Jankto costituiscono una catena straordinariamente ben assortita.
La difesa? L’ho criticata, sì, ed anche stasera ha subìto due reti; ma a differenza di sabato passato, il tiro di Gori è stata un jolly pescato dal mazzo; il raddoppio frusinate, secondo me, in fuorigioco piuttosto evidente che solo un mediocre secondo assistente di linea poteva non vedere. Non ho visto bestialità, e sono certo che la coppia-anti-Chievo (Nuytinck-Angella?) sarà efficace. Ho letto critiche a Danìlo: stasera un paio di errori li ha commessi, ma non mi fascerei la testa per così poco.
Tutto bene, madama la Marchesa? No. Perché raggiunto il 3-1 con un’azione di squadra finalizzata da Kuba Jankto (servito da Rodrigo DePaul) l’Udinese si è seduta, cercando di parzializzare l’acceleratore quando riteneva la pratica assolta. Ovviamente ha contribuito un certo calo fisico, comprensibile quanto evidente, in presenza del quale i bianchineri avrebbero piuttosto dovuto far girare la palla e gli avversari, anziché tentare rischiose tattiche dell’offside con la conseguenza che a correre dietro al Frosinone sono stati loro.
Singoli? Sempre antipatico. Detto di Hallfredsson, Scuffet, Pezzella e Jankto, buono Lasagna per il suo sbattersi continuo su tutto il fronte d’attacco, con la ciliegina del tap-in decisivo che ha rimesso in discesa la gara. Eccellente Nuytinck che dimostra di saperci fare; compitino svolto da Wague, chiaramente fuori ruolo (ma importante nell’azione del secondo vantaggio udinese); DePaul anonimo se deve fare i conti con l’anarchia imposta dal talento ingovernabile di Cyril, sontuoso quando la squadra si dispone in maniera più razionale, con Baijc (ancora in evidente debito di condiizione) in mezzo all’attacco. L’importanza di un giocatore come il bosniaco si vede in occasione della terza rete bianconera, quando la difesa lo segue sul lancio di Rodrigo, aprendo un’autostrada per Jankto che non perdona. Fofana, purtroppo, sembra il fratello meno capace del grande centrocampista visto l’anno scorso; fatica, non essendo ancora in condizione, a proporre le accelerazioni devastanti che spaccano le difese avversarie in due; è solo ed esclusivamente un problema fisico, per cui basterà attenderlo.
Terzo turno di coppa Italia archiviato, per me con soddisfazione: temevo, infatti, un’Udinese al 70% contro l’organizzazione del Frosinone, sceso all’Arena senza alcunché da perdere. Ma questa squadra ha carattere, sa soffrire e a tratti sciorina anche bel gioco. Il 20 agosto si ospita il Chievo, altra brutta bestia da affrontare: con una settimana in più di lavoro, senza amichevoli né viaggi in giro per l’Europa, si vedrà la prima vera Udinese della stagione. Senza dimenticarsi, mai, che in un campionato così dilatato nei tempi la condizione va trovata con calma e mantenuta a lungo. Tre punti contro i veronesi, però, sarebbero un viatico eccellente per i ragazzi del Gigi. Non scordando nemmeno che, l’anno passato, una gara del livello di quella di stasera la si è perduta.
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