Inizio dal passato: so che Matteo Boniciolli ce l’ha ancora con me per quanto ho scritto settimana scorsa riguardo la mancata stretta di mano finale con coach Lino; me l’ha anche confermato via messaggio, sabato sera. Mi spiace: l’ho detto a lui, lo scrivo qui che per lui proverò sempre un affetto sportivo assoluto. So che oggi è stato male (influenza, pare) e nel secondo tempo ha diretto la squadra il vice Comuzzo: gli auguro una guarigione prontissima.

La partita.

Si prospettava come una gara difficile, lo è stata: Mantova, squadra tignosa, ha cercato di rimanere in scia ad una GSA più ispirata che ha condotto la gara per 39’(mai sotto nel punteggio tranne lo 0-5 iniziale), che solo un paio di volte ha rischiato di vedere l’avversaria impattare il risultato.

Udine ha difeso benissimo, rimarcando il fatto che il marchio di fabbrica della compagine lardiana, a ranghi quasi compatti (Pinton e Ferrari fuori) si vede: eccome.

Lamma, nella sfida fra playmaker-coach, ha molto poco dal duo americano: Brownridge (non mi fa questa grande impressione, onestamente) ne mette 11 con tre triple, ma per lunghi tratti della gara siede in panca e quando è in campo non pare trascinare i suoi; Brown è irretito dal tag-team friulano, che lo costringe a miti consigli e i due punti raggranellati all’alba della gara danno la cifra della difesa biancanera di stasera.

Vencato, limitato da una maschera protettiva, tira poco e incide ancora meno, cercando con ossessione la penetrazione con scarico ad un tiratore da fuori l’arco. Buono Moraschini, ma si sapeva; non benissimo Candussi, che fa i soliti 14 punti ma nove di questi dalla lunetta, solo cinque (due tiri su sette) dal campo.

Udine vince perché Lino Lardo conferma (serviva?) di esser coach di razza: non vuole perdere l’abbrivio bolognese per il virgulto di Basiliano, e lo inserisce in starting five; Nobile lo premia con una gara giudiziosa in cui infila i primi due punti della GSA e una tripla pesantissima più avanti nella gara; Veideman, al contempo, ha la possibilità di centellinare le energie recuperando seduto in panca. Infila, Rain, una tripla bellissima nel primo tempo; mette assieme nove pezzi, ma con evidenza non è parso la furia che solitamente determina le gare.

Buona la gara di Ciccio e Chris: Candussi è un brutto cliente, ma impattano nei rimbalzi con il palmarino ed un Cucci volenteroso ma spesso confusionario; due ganci di Pellegrino in faccia a Candussi valgono oro per l’autostima. La stessa che continua ad accumulare Tommy Raspino, che difende sempre come non ci fosse un domani. Brindisi e soci (arbitraggio modesto, ma lo sapevamo dall’inizio conoscendo gli interpreti della terzina in grigio) lo battezzano un pochino e lui si innervosisce; gioca con quattro falli, ma continua a pressare e una bella porzione dei mattoni per la vittoria li ha portati lui.

Ancora non del tutto inserito nei circuiti La Torre, che ha il merito di giocare duro in difesa su Moraschini limitandone, per quanto ha potuto, la verve quando Raspino e soci rifiatavano in panca. Ous e Andy Benevelli disputano una gara di sostanza, in cui però specialmente il pesarese avrebbe potuto mettere qualche punto in più.

Come dite? Me dimentico uno?

MVP della gara, per distacco e con braccia alzate al traguardo (e bacio delle miss) è mister Kyndall Dykes: difende, urla, smazza assist e punti; siede in panca per meno di 5’ nella gara, quando gioca parla di continuo con Lardo quasi fosse la sua controfigura in treccine e canotta da gara; mette un paio di triple da urlo, specie quella della staffa dopo la quale urla al pubblico la propria gioia; stoppa Candussi (non esattamente un nano) quando questi cerca di abbreviare il distacco negli ultimi istanti di gara; a fine partita si fa un giretto sugli spalti, rischiando la vita (scherzo) ma abbracciando i suoi tifosi e ricevendone lo stesso, meritato, trattamento. Chapeau, amico mio: e chi (come noi) è sempre stato dalla tua parte non può che esserne felice. Felice.

Udine vince, accorcia la classifica dalla vetta (perdono Trieste, Effe, Ravenna e Verona e vince solo Montegranaro), pareggia il -10 del PalaBam e riprende il viaggio verso i playoff; adesso rotta verso il Pala De André contro Ravenna di Antimo Martino (uno dei miei preferiti, e lo sapete) col cuore leggero e la ritrovata consapevolezza che ce la possiamo fare su ogni campo e contro ogni avversaria.

Alcune piccole considerazioni.

Non nego che tutte le squadre hanno sempre bisogno di ritocchi, detto che anche la capolista dice di voler acquisire un giocatore italiano forte; non nego altresì che forse certe volte si è sentita la mancanza di un playmaker classico, nel passato anche recente: ma non a Bologna, né stasera. Siamo obiettivi: anche perché firmare tanto per farlo (non capisco, ad esempio, perché Treviso prenda un play da otto punti a gara come Swann) non è gran cosa.

Oggi è la vittoria della società, della squadra e di coach Lino, che ha saputo ruotare i suoi magistralmente: meglio di sempre. E vincere così contro Mantova potrebbe sembrare banale, ma non lo è.

Ultima considerazione proprio per gli Stings: detto dell’abbraccio che rivolgo, anche da qui, alla bellissima tifoseria biancorossa cui auguro (da domenica prossima) grandissime soddisfazioni, mi spiace (e non poco) che coach Lamma, uno di garra oltreché dalla grande preparazione, abbia battezzato persa la gara a un minuto dalla fine: ha deciso che era persa già sul -7, e ha chiesto ai suoi di giocare ragionato e segnare solo per abbreviare il distacco. Io sono uno cui piace sempre giocare per vincere, e non più tardi di nove giorni fa Udine al PalaDozza ha tentato di recuperare, con tutte le proprie mancanze, fino all’ultimo respiro. Lasciamo i conti al calcio, noi dobbiamo jogar bonito: tant’è vero che, stoppato Candussi da Dykes, sul ribaltamento di fronte ha preso la tripla che ha pareggiato la differenza canestri fra le due formazioni. Chiamato timeout a 1’’ e sei decimi dalla fine, non è riuscito a modificare il punteggio e amen. Lamma è stato un giocatore che mi piaceva, ed un tecnico dal valore innegabile: mi piace di più se se la gioca fino in fondo, aperto. Vedrà, Davide, che alla fine non saranno i canestri contro Udine a determinare la classifica.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 22 gennaio 2018 alle 00:52
Autore: Franco Canciani
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