Finalmente, verrebbe da dire. Dopo il novembre nero senza vittoria, che mancava dal 26 ottobre, dalla gara casalinga contro l'Atalanta, l'Udinese torna ai tre punti, battendo l'Inter di Mancini, che non ha ancora svoltato dopo l'esonero di Mazzarri. Vincono i bianconeri, e lo fanno soffrendo, giocando un primo tempo costantemente rintanati nella propria metà campo, per poi partire in contropiede, in poche e non sfruttate occasioni. In primis con Totò Di Natale, che non riesce a festeggiare con il gol la presenza numero 400 in carriera con la maglia dell'Udinese. E proprio in questo si è vista la maturità della squadra. Come era accaduto in questi ultimi anni infatti, anche in questa stagione, ad eccezione di poche gare come la vittoria di Roma contro la Lazio, la squadra friulana è stata Totò-dipendente: se il capitano non gira, non gira nemmeno la squadra. Ieri però Di Natale non era in una delle sue migliori giornate e lo si è visto nel primo tempo quando ha sprecato un paio di facili (per lui) occasioni da gol. Ha provato ad accendere la luce con qualche giocata delle sue, ma la squadra sembrava non volerne sapere, presa dalla sofferenza del primo tempo, che i nerazzurri hanno poi chiuso in vantaggio, grazie al gol di Icardi nel finale, come spesso accaduto in questa stagione. Il gol dell'argentino infatti è l'ultimo di una serie troppo lunga per passare inosservata. Sei dei diciotto gol subiti finora dall'Udinese sono infatti arrivati nei finali di tempo (negli ultimi 5' più recupero) e spesso sono stati decisivi per le sorti della gara: il gol di Babacar nel finale di primo tempo a Firenze ha aperto alla vittoria della Fiorentina; il rigore di Cascione al 92' ha permesso al Cesena di pareggiare al Friuli; quello di Dybala ha regalato il pari al Palermo. Sulla concentrazione nei minuti finali di frazione c'è ancora tanto da lavorare quindi per Andrea Stramaccioni che, comunque, sembra aver sistemato un po' la difesa, troppo spesso distratta, in particolare sulle palle inattive. Ieri, infatti, l'Inter ha battuto ben nove corner, ma è stata quasi sempre costretta a far uscire il pallone dall'area di rigore bianconera, per provare delle conclusioni da fuori, mai realmente pericolose. A brillare più di tutti nella serata del Meazza è stato Bruno Fernandes.
Il portoghese nel primo tempo fa su e giù per aiutare i compagni in difesa e dare una mano a Di Natale nelle ripartenze. Cresce con il passare dei minuti, a differenza del suo più accreditato coetano, Mateo Kovacic. Il croato, dopo la traversa colpita a metà del primo tempo si smaterializza e vaga per il campo, perdendo palloni e sbagliando passaggi. Il portoghese invece sbaglia poco, quasi nulla, e all'ora esatta di gioco si inventa un altro gol fantastico, dopo quello messo a segno mercoledì in Coppa Italia contro il Cesena: controllo e destro prima che il pallone tocchi terra e termini la sua corsa nell'angolino basso alla destra di Handanovic. Un gioco fatto di volontà e sacrificio e un gol tanto bello quanto decisivo, che per certi versi ricordano Dejan Stankovic. Il vice di Stramaccioni ha capito sin dal ritiro estivo che Bruno Fernandes era un terreno fertile su cui lavorare e ora inizia ad ottenere i frutti del suo lavoro: l'ex-Novara si muove bene tra le linee e sta diventanto anche decisivo in zona gol, così come il suo nuovo maestro, ieri applaudito dai suoi ex-tifosi, così come Stramaccioni. Con un Bruno Fernandes così, ma non solo, è lecito poter pensare ad un posto in Europa. Il centrocampo sembra aver trovato gli schemi ideali ritornando al 3-5-1-1, che esalta soprattutto le due mezzeali, in particolare Allan, anche ieri molto propositivo. In attacco Totò ritornerà sicuramente presto decisivo, voglioso di raggiungere e superare i 205 gol di Baggio in Serie A, ma intanto Thereau si dimostra ancora una volta più decisivo di quanto sembrasse al suo arrivo in bianconero: 5 gol in campionato, più due in Coppa Italia, tutti decisivi per mettere in tasca dei punti. L'Europa, visto anche l'andamento delle squadre nella zona alta della classifica, non sembra essere un obiettivo impossibile, ma non bisognerà perdere altri punti, soprattutto in casa, come fatto contro Cesena e Chievo, a partire dalla prossima sfida, domenica pomeriggio al Friuli contro il Verona di Mandorlini. Una gara da vincere, per provare a sfruttare il campionato poco favorevole delle squadre sopra gli uomini di Stramaccioni in classifica. Il Genoa, terzo, affronterà la Roma, la Sampdoria sarà ospite della Juventus capolista, mentre il Napoli sarà di scena a San Siro contro il Milan, in un pericoloso, per entrambe, scontro diretto. La squadra c'è, le condizioni pure: quest'anno si può tornare a sognare in Europa!
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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