Paolo Bargiggia, opinionista a Studio e Stadio, in onda su Udinese TV, ha parlato del match che visto i bianconeri perdere per 5-1 contro il Napoli: “Di solito predico di non guardare il risultato ma gioco e atteggiamento, questa sera invece il risultato fa il paio con l’atteggiamento, molto criticabile da parte da parte dell’Udinese e dei giocatori, che ha staccato la spina.
La giustificazione poteva essere la forza di questo Napoli, ma non può essere una giustificazione se non lotti, avresti perso probabilmente lo stesso ma lottando avresti salvato almeno l’onore. Questa Udinese invece ci sta purtroppo abituando a queste prestazioni senza nerbo. Senza andare molto lontani la ripresa contro il Bologna ricorda un atteggiamento simile, dove voglia di lottare se n’è vista un po’ poca.
Per capire perché di questa involuzione non basta questa trasmissione, fa specie però che coincida con le dichiarazioni a suo tempo post Genoa del paròn Pozzo che parlava di voler provare ad arrivare al decimo posto e onorare il campionato. Non dimentichiamolo ma, non so le cifre esatte, ma a livello economico arrivare 13^ non è la stessa cosa che arrivare 10^ o 11^, ma non è solo una questione economica ma anche di dignità.
Chi salvo questa sera? Direi Ouwejan si può salvare, anche Makengo. Secondo me non si può dire che l’allenatori non centri nulla, così fosse basterebbe far fare ai giocatori autogestione, gli allenatori che fanno storia sono quelli che lasciano un segno nella mentalità o nel gioco o in entrambe, ora si parla di Mourinho, che secondo me è sul viale del tramonto, ma è un tecnico che faceva fare il terzino a uno straviziato e anarchico come Eto’o, eppure gli era entrato in testa. Il tecnico non va in campo, ma gioco e mentalità sono dati dall’allenatore, questa squadra in questi aspetti di rado è stata sufficiente.
Infortuni? Non è un tema sostenibile, in questa stagione stretta e maledetta per tutti il Napoli ha fatto due mesi e mezzo con 13 giocatori, tutto va in proporzione, però secondo me l’Udinese ha allestito una rosa molto profonda per il profilo del campionato e infortuni a parte gioco e mentalità non hanno seguito di pari passo gli sforzi della società nel costruire la squadra, nemmeno per quanto riguarda gli sforzi di gennaio, dove l’Udinese è stata tra le poche a muoversi portando a casa anche un talentino come Braaf.
La società secondo me non ha avuto adeguata risposta in primis dall’allenatore, che deve avere la responsabilità sull’andamento della squadra, poi può essere salvato e tenuto per tantissime ragioni, non voglio insegnare calcio ai Pozzo che stanno facendo benissimo nel mondo del calcio sia in Italia che in Inghilterra. Però fossi io Gotti non si è riconquistato il rinnovo del contratto, poi magari glielo rinnovano lo stesso, però non ha inciso nulla in questa squadra.
Ultime prestazioni? In Italia c’è la tendenza a dare meriti a chi vince giocando male, in Spagna se giochi male ti fanno la pañolada, è un fatto di cultura sportiva, parlo anche della nostra categoria, quotidiani importanti in partite importanti, il gol di Muntari in Juve-Milan per dire fu celebrato tantissimo, ma così non si cresce. Sono sempre stato critico non per partito preso, ma perché così non cresci e non hai un giocatore migliorato. Se rinunci a costruire e ti appoggi sempre sugli errori altrui non cresci. Col Bologna fa meno notizia perché hai pareggiato, ma anche lì la prestazione è mancata.
Le parole di Gotti? Ancora una volta dichiarazioni deboli, troppe scuse, non puoi aggrapparti alle condizioni fisiche, non è la prima volta che fai una partita del genere e in ogni caso anche con condizioni fisiche limitate potevi fare dei falli e avere 7 ammonizioni e non 1, rendendo più difficile la vita al Napoli. Non ci si può giustificare sempre, non tanto per noi che ascoltiamo, ma nei confronti della squadra da quanto dico che non mi piace sentire il tecnico e di conseguenza i giocatori essere così autoassolutori. Se c’è sempre un alibi non hai lo stimolo per crescere e due paroline di scusa dopo la prestazione odierna le avrei spese”.
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