Il doppio ex di Udinese (2012-2017) e Verona (2017-2018), Thomas Heurtaux, è intervenuto durante la nostra trasmissione Warm Up per parlare dello scontro diretto per la salvezza ma non solo. Il momento delle due squadre, il suo passato in bianconero e il futuro di Pereyra e Silvestri: a tu per tu con Thomas.
Dall'esterno che idea ti sei fatto sull'Udinese?
È un campionato non facile. La squadra è forte e su quello non ci sono dubbi, poi ovviamente parlano i risultati e quindi è una stagione al di sotto delle aspettative. Ora si giocano la salvezza e ogni gara sarà una finale.
Quest'anno gli errori difensivi sono stati tanti, in particolare la poca attenzione nei minuti finali: come mai secondo te e come può lavorare Cioffi su questo aspetto?
Non voglio parlare di sfortuna perché se succede spesso è una mancanza. L'Udinese è rimasta quasi sempre in partita poi ha perso punti per episodi. Li si tratta di concentrazione fino alla fine, perché in Serie A ogni minimo errore si paga caro.
Il Verona è sinonimo di tenacia quest'anno, soprattutto dopo la reazione della squadra al mercato di gennaio in cui alcuni dei migliori giocatori sono stati ceduti: che partita ti aspetti sabato sera?
Non so se sarà una partita chiusa per la paura o aperta perché c'è tanto da giocare. Penso che l'Udinese andrà più a cercare di gestire e ripartire in contropiede, anche perché gioca fuori casa, lasciando il controllo del gioco al Verona. Dire che è fondamentale è scontato, ma lo è.
Quali differenze trovi tra la tua Udinese e quella di adesso?
Io sono arrivato che abbiamo fatto la Champions e l'Europa League, poi gli ultimi anni sono stati più difficili. Nel mio periodo in bianconero ci sono stati tanti cambi allenatori e questo ha influito. Perché è vero che può dare una scossa ma ognuno ha il suo modo di giocare e questo può influire su come si esprimono poi certi giocatori. Negli ultimi anni l'Udinese ha cambiato meno per dare maggiore riferimento, come era stato con Sottil prima che gli infortuni influissero sulla stagione. Poi i risultati non lo hanno aiutato e ora c'è Cioffi. Parlando con ex giocatori, l'Udinese è riconosciuta per la struttura della società che è di alto livello. Poi ogni squadra ha degli alti e bassi.
Adesso la lotta salvezza entra nel vivo: cosa servirà per evitare la Serie B?
La cosa fondamentale sarebbe fare vittorie, che ti danno oltre ai punti la fiducia per attaccare con aggressività e voglia queste ultime gare di stagione. Bisognerà restare concentrati ogni weekend e si fa sempre più difficile ora. L'Udinese poi non è abituata a lottare per queste posizioni, che sono al di sotto della società che ha. Quindi a maggior ragione deve stare ancora più attenta per evitare di rimanere fregata. Il Verona invece ha già vissuto questi campionati. Adesso si tratta solo di una lotta mentale.
Passando ai singoli, il faro di questa Udinese è il Tucu Pereyra: come lo vedi come capitano? Ruolo?
Pereyra è un ragazzo d'oro. Ho giocato con tantissimi giocatori ma il Tucu è un carissimo amico che sento ancora. Oltre al talento che gli ha permesso di fare quella carriera lì, è uno che ha sempre il sorriso anche fuori dal campo. Gli piace scherzare e in partita fa sempre quella corsa in più che poi spinge tutta la squadra a fare meglio. Su questo aspetto Pereyra è fondamentale per l'Udinese. Io lo metterei più davanti perché ha questa qualità palla la piede che va sfruttata, però potendo giocare dappertutto spesso per necessità viene impiegato anche in altre posizioni ma il suo rendimento non cala.
Uno invece che sta avendo qualche difficoltà è Silvestri: cosa pensi abbia influito quest'anno sul suo rendimento?
Sono stato difensore, quando la squadra non gira bene può mancarti la fiducia o il gesto decisivo. Penso non sia un calo solo di Marco ma in generale dell'Udinese. Ha fatto la differenza per tanto tempo, poi per un momento è mancato un po' nelle prestazioni ma è umano. La società ha fatto una scelta difficile di mettere Okoye, e lo è stata anche per lui da accettare. Parliamo comunque di un portiere che giocherebbe titolare in parecchie squadre di Serie A. È una situazione complicata da gestire, però noi difensori e portieri siamo giudicati sugli errori. Non è un problema del singolo, infatti la classifica parla da sé. Il mister ha fatto delle scelte ma resta un portiere valido.
Infine in Primavera c'è come allenatore un tuo ex compagno, Igor Bubnjic: ha la stoffa per diventare un buon allenatore?
L'ho sentito più volte negli ultimi anni, era un leader silenzioso. È arrivato molto giovane ma era molto forte, poi gli infortuni lo hanno frenato. Era talmente amante del calcio che si è inventato allenatore, l'ho seguito fin dall'inizio e se lo merita. È un ragazzo d'oro, sono davvero felice per lui.
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