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Si tratterà ancora di calcio d'estate ma a me questa Udinese piace

di Stefano Pontoni

Ve lo dissi qualche settimana fa, e non per fare il ruffiano con la società: con l'arrivo di Pradè si può aprire un ciclo sicuramente migliore rispetto a quello delle ultime, nefaste, stagioni. Il direttore tecnico non è uno che si fa mettere i piedi in testa da nessuno, né da certi personaggi che ancora gravitano nell'orbita bianconera, né tanto meno da procuratori, e il caso Bruno Conti, non l'eroe del mundial '82 ma il procuratore di RDP10, ha chiarito subito come stanno le cose. Certo lui non va in campo ma credetemi la presenza di uomo forte in società è tassello fondamentale per raccogliere risultati importanti. Pradè ha idee, finalmente.

Detto questo l'Udinese contro un Leicester, molto lontano dall'essere quella squadra che stupì l'Europa e il mondo con una delle favole più belle che il calcio abbia mai scritto, raccoglie la quinta vittoria su cinque amichevoli. Tutti noi, dopo delle prime uscite contro squadre non all'altezza, aspettavamo questo test per capire davvero che Udinese stanno costruendo Pradè e Velazquez. La risposta? Ottima. 

Si tratterà ancora di calcio d'estate ma a me questa Udinese piace, entusiasma. Certo, il giudizio per forza è ancora sospeso, ne riparleremo dopo almeno cinque partite di campionato, ma per ora il lavoro svolto dalla società e dal tecnico spagnolo convince. 

Ci avviciniamo al primo ufficiale, quello di Coppa Italia, con maggiori certezze rispetto alle passate stagioni, ma soprattutto, quello che più conta, con un'identità di squadra e di gioco ben precisa. La base del lavoro di Velazquez è il 4-2-3-1, un modulo che dà equilibrio e solidità alla squadra, riuscendo a tamponare anche certe lacune difensive che purtroppo certi elementi continuano ad avere. Quello che più mi piace poi è la costruzione del gioco, una costruzione vera, che passa dai due centrali di centrocampo e dai piedi di un De Paul, che se avesse un pizzico in più di cabeza potrebbe diventare davvero un giocatore all'altezza del numero che porta sulle spalle. Palla terra, fraseggio e non quei lanci lunghi dalle retrovie caratteristica delle peggiori Udinese degli ultimi anni. Il tecnico non vuole che si butti via il pallone, vuole che la sua squadra ragioni e questa mentalità, di marca spagnola, a me personalmente convince assai. 

Andando sui singoli benissimo De Paul, che Pradè sta rimettendo in riga, benissimo Machis, al primo gol, se non erro, in bianconero. I due si muovono con i giusti tempi e dimostrano di avere qualità, cosa rara da trovare gli anni scorsi. In tanti mi hanno chiesto come ho visto Pussetto e Vizeu: ancora devono ambientarsi e capire i movimenti che il mister vuole da loro. Sono due giocatori di qualità decisamente maggiore rispetto a Matos e Perica e sono sicuro che presto riusciranno ad incidere. 

Lasagna? C'è poco da dire. Ormai è un vero leader. 

Le uniche lacune arrivano dalla difesa dove è palese che si necessiti di qualche innesto. Velazquez ha ben chiaro che c'è qualcuno che non può far parte del progetto e lo sa anche la società.

Ora si continui a lavorare così, in campo e in società. Di questo passo sono sicuro che il nostro cammino sarà meno impervio del passato.


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