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La nave scricchiola...

di Giacomo Treppo

L'Udinese è sempre più un mistero. Se mancasse la voglia, la società non si proclamerebbe per il cambiamento e non avrebbe ottenuto i risultati conseguiti in Spagna e Inghilterra. Però alle parole non seguono i fatti e la professoressa di Psicologia dell'Organizzazione ci disse, a lezione un giorno, che la verità sta nella differenza fra il dire e il fare.

I diritti televisivi che aumentano stanno alla base di questo cambiamento di gestione dei club di fascia media. Non solo a Udine, in tutto il mondo del calcio. Se togliete cinque o sei squadre che lottano per le vittorie in Italia e in Europa, tutto il resto è business. Del resto, in quale settore economico si hanno ricavi assicurati e possibilità di pagare costi all'estero (spesso extra-euro)?

Ma torniamo alla questione puramente calcistica. L'Udinese della rivoluzione ha acquistato “a termine” il solo Mandragora dal Crotone e Nicolas dal Verona, due squadre retrocesse. Tutti gli altri acquisti vengono da mercati esteri. Di Musso e Pussetto non posso dire ancora nulla, dobbiamo dargli tempo di ambientarsi e ho sempre avuto un debole per gli argentini che spesso sono i più affini al nostro campionato.

Tutto il resto è noia, come cantava Califano. Le voci che si inseguono su acquisti che non avverranno mai, con il caso di un Quagliarella che, si dice, volesse venire a Udine e poi ha deciso di rimanere alla Sampdoria. Sarebbe bello sapere il perché di questo cambio di intenzioni. Il napoletano ex Udinese sarebbe stato perfetto non solo per la bravura, ma per il suo ruolo di leader. Poteva essere l'acquisto della svolta da parte della società, quel senatore in campo che dà lezioni con l'esempio di lotta. Se poi si potesse integrare con Lasagna o meno negli schemi di Velazquez poco importa. Al posto del “Quaglia”, pare arrivi un giocatore che andrebbe bene per la Primavera, che non ha mai segnato molti gol ma si dice sia un prospetto.

Così davanti abbiamo il solo Lasagna, se si fa male lui si rischia grosso. E per fortuna che pare rimanere De Paul, che ancora una volta ha dimostrato di essere fondamentale se gioca largo a destra così come lo voleva Delneri. Ma ora mi chiedo, come mai tutti se ne vogliono andare da Udine? Jankto, De Paul, Scuffet e tanti altri. E ancora di più: perché abbiamo mandato via l'unico che voleva rimanerci, al secolo Felipe, che poi è stato il migliore nella difesa che ha salvato la Spal?

E' di pochi giorni fa la litigata fra Danilo e Pradé. Come ho detto, il dirigente ha tutta la mia stima, ma in questa Udine la sua mano non c'è, o almeno io non la vedo. L'allenatore non lo ha scelto lui, mi pare o mi sbaglio? Non posso pensare che un dirigente esperto come lui crei una squadra senza senatori nello spogliatoio. Perché al di là di tutte le voci di mercato e di chi siede sulla panchina dell'Udinese, ci portiamo dietro lo stesso problema che abbiamo ormai da qualche anno: mancano i senatori. Non è cedendo Danilo (finalmente) che si creerà un senatore che sappia tenere lo spogliatoio. I leader di una squadra di calcio devono essere almeno tre, il meglio sarebbe uno per reparto, come diceva Zaccheroni, ma è importante che siano titolari (e quindi escludiamo Behrami per ovvi motivi fisici) e che abbiano un rendimento superiore agli altri, almeno in costanza. Chi saranno i leader?

Su Danilo non spendo parole. Ha giocato bene un anno (con Guidolin) e discretamente un altro (con Delneri, ma a fianco aveva Felipe). Non do colpe ne a lui ne alla società, si parla di un litigio, sono cose che capitano.

Un ultimo appunto. La società ha riscosso un buon risultato dalla prima fase della campagna abbonamenti, con tante iniziative lodevoli, visto l'impegno della signora Giuliana nel sociale potrebbero anche fare una promozione per chi si attiva nel volontariato, penso sarebbe un'ottima idea. Sono servite però queste promozioni per avere un turnover di tifosi e quindi mantenere una quota abbonamenti alta. Non scricchiola solo la nave-squadra, ma anche la nave-tifosi.

Non mi resta che tifare e sperare che il lavoro svolto quest'estate e qualche segnale positivo sul gioco visto nelle amichevoli possano dare lustro a una squadra che negli ultimi anni è stato tutto tranne che squadra.


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