Altri tre punti conquistati con grande rabbia e determinazione. L'Europa, un obiettivo non impossibile...
Altra gara da leoni, piena di grinta e spirito di sacrificio, con l'Udinese che viene ripagata sul campo da una vittoria che porta i bianconeri in terza posizione solitaria alle spalle di Roma e Juventus. Così come il Napoli, la Lazio trova di fronte a sè per gran parte della partita un vero e proprio muro che gli uomini di Stefano Pioli riescono a scardinare solo con alcuni lampi di Candreva e del gioiellino Keita, subentrato nella ripresa. Stramaccioni decide di confermare il 4-3-2-1 visto domenica scorsa, ma cambiano alcuni interpreti: Thereau rileva Bruno Fernandes mentre in attacco turno di riposo per capitan Di Natale, sostituito da Muriel. Sulla sponda biancoceleste il tecnico Stefano Pioli deve fare i conti con le emergenze nel reparto arretrato, dunque difesa praticamente rivoluzionata con Konko, Braffheid, Cana e Novaretti. Le grandi sorprese sono Marchetti e Klose, che vincono rispettivamente il ballottaggio per una maglia da titolare con Berisha e Djordjevic. I padroni di casa premono subito sull'acceleratore e cercano di rendersi pericolosi soprattutto sulle corsie laterali, dove i due terzini dialogano bene con Candreva e Felipe Anderson; l'Udinese però sembra posizionarsi in campo con un solido 4-4-2 dove i due esterni di centrocampo sono Badu e Kone, sempre concentrati e attenti ad aiutare i terzini friulani. A sbloccare la partita è Cyril Thereau, bravo a finalizzare una splendida azione dell'Udinese: Muriel - nonostante la botta ricevuta da Marchetti che lo costringerà ad uscire pochi minuti dopo - riesce a tenere palla e a servire un pallone a Badu che vede sulla corsia destra l'inserimento di Widmer, subito lesto a mettere in mezzo un pallone che l'ex Chievo appoggia in rete con un bel piattone. La gara della Lazio, già iniziata in salita, si complica sempre di più anche a causa di una grande prova del solito Allan bravo a chiudere tutti i varchi. Nei minuti finali del primo tempo l'Udinese rischia anche di raddoppiare sempre con Thereau ma Novaretti chiude benissimo sul francese. Pochi istanti prima era arrivato l'ingresso di Bruno Fernades al posto di Muriel, una mossa che forse si rivelerà sbagliata per Stramaccioni che avrebbe potuto azzardare l'ingresso di Alexis Zapata, su cui si dice un gran bene e che avrebbe potuto maggiormente approfittare degli spazi lasciati dalla difesa della Lazio nella ripresa, impegnata esclusivamente ad attaccare. Nella seconda frazione di gioco Pioli si gioca subito la carta Djordjevic in coppia con Klose per cercare di dare più peso all'attacco. Questo permette all'Udinese di non avere un solo punto di riferimento in attacco (Klose) e dunque gli uomini di Stramaccioni soffrono sempre di più e nella ripresa toccano un numero minimo di palloni, anche perchè i biancocelesti terminano la gara con quattro attaccanti e si rendono più incisivi in fase di conclusione grazie all'ingresso dell'ex canterano del Barcellona Keita, ragazzo classe '95 ma già con enormi qualità nell'uno contro uno. L'Udinese però difende ottimamente e la Lazio non trova mai conclusioni che riescano veramente ad impensierire Karnezis, comunque molto attento sulle palle alte. Nel finale, con l'ingresso di Belmonte, l'Udinese passa alla difesa a 5 ed è praticamente sotto assedio: la fortuna e la poca lucidità nella manovra d'attacco dei padroni di casa permettono alla fine di raccogliere 3 punti che potrebbero rivelarsi importantissimi anche in chiave salvezza, ma anche per un possibile piazzamento in Europa, un sogno non impossibile vista la qualità ormai bassa del nostro campionato e la partenza a fari bassi di club importanti come Napoli e Fiorentina.