Che sia solo un problema di posizione in campo? Non mi pare proprio, anche se ormai lo si vede più spesso a ridosso dell’area da difendere che di quella da attaccare.

Il ‘diéz’, l’uomo del destino all’inizio della stagione (epoca-Julio) si è arenato arroccandosi attorno a prestazioni timide e dimesse, a troppi calci di rigore falliti, all’incapacità apparente di incidere ed influire.

Secondo me, le cause che sottendono un periodo di così modesto apporto, culminato con la pessima gara del San Paolo, sono diverse come diverse le nature che le producono: un allenatore dallo schema estremamente conservativo; una squadra sulle proprie, che propone pochissimo e concretizza ancora meno; un’altalenante serie di prestazioni e di fasi all’interno della partita; la posizione sul terreno di gioco, quando ormai tutti abbiamo capito che il dieci friulano deve giocare alto, largo e mai da mezzala o trequartista.

Probabilmente, però, la causa principale è dettata da una personalità in via di sviluppo, ad esser generosi data l’età non più verdissima: Rodrigo si assenta dalla gara, pur capitàno non sempre si applica al ruolo, che sembrava tagliato per lui, di trascinatore della squadra. Al suo arrivo, ormai tre anni or sono, fui lieto della scelta: era un potenziale campione, con margini di miglioramento evidenti ma altrettanto evidenti qualità; un ragazzo che doveva riscattare un’esperienza spagnola non straordinaria, riguadagnandosi la vetrina albiceleste della sua nazionale.

Invece dopo tre stagioni siamo qui a ripeterci le stesse cose, ad invocare una maggiore continuità e i galloni del leader meritati con tante prestazioni di sostanza. Ci ripetiamo, cercandogli delle scuse pur sapendo che, in queste tre stagioni, ha espresso una resa modesta rispetto alle attese.

Sogno un momento in cui RdP possa svolgere le mansioni che ad un leader si attagliano; in cui i mediani corrono e rendono possibile agli ‘avanti’ di svariare; in cui torni, Rodrigo, l’uomo del destino delle prime gare.

Sarà l’ultimo scorcio bianchenero di De Paul, ormai promesso sposo dell’Inter: auguri a lui che trova la famigerata ‘grande’ cui tendono un po’ tutti. Gli posso dire, ad ogni buon conto, che gli ci vorrà ben di più per non sentirsi piovere dallo spalto il famigerato ‘l’è minga da Inter'.

Rodrigo, se ci sei batti quel colpo che manca da troppo tempo.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 19 marzo 2019 alle 22:36
Autore: Franco Canciani
vedi letture
Print