Udine è una piazza ideale per un calciatore, specie se in fase di formazione. Le pressioni provenienti dalla società sono basse, quelle dei tifosi anche e non sono nemmeno lontanamente confrontabili a quelle di piazze come Napoli o Roma dove il tifo per alcuni calciatori ha rappresentato anche un blocco psicologico che, di fatto, influiva sulle prestazioni in campo oppure alle pressioni che ci sono in un grande club come la Juventus dove ad ogni partita si scende in campo con l’obbligo morale di conquistare la vittoria.
Sicuramente questa tranquillità nell’ambiente friulano è stata un fattore importante per far sbocciare e maturare in maglia bianconera i vari Sanchez, Benatia, Handanovic che poi si sono affermati in Italia e non solo con altre maglie prestigiose. Non solo i giovani ma anche gente più esperta ha da sempre apprezzato il fattore ambientale dell’Udinese. Su tutti Di Natale che a Udine ha trovato l’ambiente su misura per lui costruendosi una carriera importante vivendola senza troppe pressioni.
Una delle linee guida e dei principi base della società è da molti anni la crescita dei giovani e così le poche pressioni che la piazza mette ai giocatori è sicuramente un aspetto positivo perché la loro formazione avviene mediante un percorso che, come tale, richiede tempo. In questo percorso ci saranno dei momenti esaltanti e positivi a cui faranno da contraltare errori e cali di forma. Il fatto però che il giocatore non subisca dalla società e dal tifoso un giudizio così vorace, come avviene in altre parti d’Italia, è importante perchè lo lascia concentrato su sè stesso permettendogli di lavorare sui propri errori, qualora ci siano stati, e sull’aspetto mentale che nel calcio di oggi è sempre più importante. Infatti anche nel caso in cui il singolo stia disputando una serie di buone partite, le poche pressioni di una piazza come Udine evitano di esaltarlo oltre modo e così facendo si sottrae il calciatore al rischio di creare l’effetto opposto, ovvero quello in cui è la troppa esaltazione a fungere da blocco alle sue prestazioni.
Tuttavia poche pressioni e tranquillità non significano poco amore o poco interesse che anzi sono dei sentimenti molto radicati nei tifosi bianconeri. Ecco allora che guardando alla stagione in corso le pressioni sono veramente ridotte al minimo per i giocatori bianconeri vista l’assenza dei tifosi sugli spalti. Di conseguenza, la pressione può essere indotta solo dalla società e poi in modo secondario, attraverso canali secondari, dai tifosi.
Così il popolo friulano chiede ai giocatori di dare il massimo, a prescindere dal risultato in campo. Sudare la maglia è l’imperativo, portarla con orgoglio è doveroso. Lo si deve a tutto l’ambiente bianconero che incarna il prototipo ideale di sistema per un calciatore che vuole vivere con leggerezza e serenità il suo lavoro. Leggerezza e serenità che, è bene ricordare, non sottintendono poca professionalità ma anzi sono due caratteristiche importanti perchè è risaputo che sia più difficile allenare la testa piuttosto che le gambe. Se la mente di un calciatore è sgombra da pensieri e pressioni è importante perchè ciò si riflette poi sulle sue prestazioni che dovrebbero dunque innalzarsi.
A Udine tutto questo c’è, ora si aspetta la prestazione, così da finire il campionato con una certa dose di spensieratezza e divertimento.
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