Era arrivato nel lontano 2011, ora è di nuovo qua e ne parliamo con termini completamente diversi. Roberto Maximiliano Pereyra fu prelevato dall'Udinese versando nelle casse del River Plate, che all'epoca sfornò in pochissimo tempo tantissimi talenti, "solo" due milioni di euro. C'è da dire che l'argentino inizialmente non stupì particolarmente. Quasi sempre in panchina, per un intero girone mister Guidolin lo utilizzò solamente in Europa League, lasciandogli un tempo solo a disposizione. L'adattamento infatti fu tosto, soprattutto perchè Pereyra era un'ala offensiva che arrivava in una squadra che faceva (e fa tutt'ora) del 3-5-2 il suo mantra. I problemi sulla corsia di destra del girone di ritorno poi portano il ragazzo a ottenere minutaggio e Roberto fece vedere una crescita stupefacente.

Divenne infatti un perno insostituibile, iniziando a trovare assist e gol, alternandosi tra fascia, trequarti offensiva e metà campo. Un jolly che attirò le attenzioni delle big. A ottenerlo fu la Juventus in prestito oneroso da 1,5 milioni con obbligo di riscatto a 13,5. In Piemonte una parentesi positiva ma non troppo e i Pozzo se lo ripresero volentieri, ma a Londra, per il Watford, con gli Hornets che versarono circa 13,5 milioni. In Inghilterra 4 anni, con più di 100 presenze in Premier e un ruolo di primo piano in giallonero. Ora, con la retrocessione, la società non ha voluto perdere il controllo del suo cartellino, girandolo nuovamente a Udine, andando un po' a infrangere la tradizione dell'Udinese, che non gradisce solitamente troppo i cavalli di ritorno. Nel recente passato solo Felipe e Michele Pazienza hanno rivestito il bianconero dopo una prima parentesi friulana, mentre quest'anno ci saranno sia il Tucumano che Forestieri.

Roberto Pereyra arriva in un'Udinese che non è più quella dei tempi d'oro e che da qualche stagione ha dei problemi ormai endemici. Questa squadra è discreta per la Serie A ma, cosa non di secondo piano nel calcio, non capitalizza. Da qualche mese la società ha iniziato un lavoro di ristrutturazione dalle fondamenta, stoppando un attimo l'acquisto ad ampio raggio di giovani talenti per ricostruire un'intelaiatura per poi innestare giocatori da crescere. Il ritorno del Tucumano va proprio in questo senso, in mezzo al campo l'Udinese aveva bisogno di un elemento pronto all'uso e di sicuro affidamento dopo l'addio in poco tempo sia di Fofana che di Barak. L'ex River in più conosce già l'ambiente. Un tesseramento che dà fiducia per il futuro, anche se l'elemento che serve di più ancora non c'è. Senza un attaccante che sopperisca alle mancanze di Lasagna, Okaka e Nestorovski infatti tutto l'ottimo lavoro svolto potrebbe comunque purtroppo non servire, anche se con l'accoppiata De Paul-Pereyra si aprono prospettive interessanti, anche di tridente volendo provare qualcosa di nuovo. Attendiamo quindi altre novità, guardando al futuro con un po' più di fiducia dopo questo innesto e la prestazione fornita contro il Verona.

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 29 settembre 2020 alle 19:11
Autore: Davide Marchiol
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