“Ogni volta che l'ho fatta, l'ho vinta”. La neonata United Eagles Basketball Cividale non poteva trovare allenatore migliore per la serie B 2020-2021 in cui debutterà il 14 novembre contro Teramo al palasport di via Perusini, dopo avere acquisito il diritto sportivo dal Valsesia basket nel giugno scorso. Coach Stefano Pillastrini, a cui Davide Micalich presidente dell'UEB ha affidato la guida della squadra, infatti ha all'attivo un poker di promozioni dalla cadetteria all'A2 in carriera. Una specializzazione a cui, Cervia degli esordi a parte, si è dedicato a Montegranaro, Torino e Treviso dopo il ciclo di quattro stagioni di fila in A1 chiuso con la panchina della Snaidero Udine nel 2003, apice seguito a un decennio stanziale in Emilia agli inizi compresa la sua Ferrara e partendo dalla Fortitudo Bologna nell'88. Il “Pilla” ricorda con orgoglio professionale l'en plein personale in B e, dice, non perchè l'UEB gli abbia dato l'imperativo della promozione. Sa bene, però, dov'è capitato a cavallo tra Cividale e Udine. Tanto che ammette di avere sentito come uno stimolo in più la concorrenza dell'A2 dell'Apu, oltre al triennio per cui si è legato alla società ducale. Nota l'aria di rilancio in casa dell'Old Wild West e non ha torto. Già una volta patron Alessandro Pedone, dopo la retrocessione al primo anno di Apu dalla Dnb nel 2012 a cui all'epoca aveva fatto seguire le dimissioni, ha ripreso in mano le redini per fatto personale avviando il ciclo che ha riportato Udine dalla Dnc ai vertici dell'A2 con Micalich ad-gm. Poi la crisi dell'ottavo anno tra i due quest'estate...

Pillastrini, bentornato in Friuli diciassette anni dopo: a Cividale e non a Udine, però.

“Sono ritornato trovando una situazione che si avvicina a quella della realtà arancione che avevo lasciato. Ho ritrovato Davide Micalich e un gruppo di persone attorno, legatissime a questa società, che facevano parte già di quella di allora (tra l'altro, all'inizio della seconda settimana di preparazione precampionato a salutare il coach e la squadra al palaPerusini è arrivato anche l'ex dg della Snaidero basket, Alessandro Zakelj, in una serata di presentazioni, ndr)”.

Nel 2002-2003 in arancione prendesti il posto di coach Frates, reduce da una vittoria su dieci gare a inizio A, e ora ti siedi sulla panchina di una B appena nata.

“Allora chiusi con un record di dodici vittorie su ventiquattro partite (cinquanta per cento di successi che però non gli valse la conferma e la Snaidero fu affidata a Teo Alibegovic coach - manager, ndr). Una nuova B è una di quelle situazioni che mi piacciono. L'ho già fatto a Montegranaro, Torino e Treviso A dilettanti, B di eccellenza o A2 Silver che fosse. Non ho problemi a scendere di categoria. Piuttosto mi piacciono i programmi, come ho già dimostrato altrove, e qui ho tre anni di contratto per partire dalle fondamenta”.

A Montegranaro, tuo capolavoro subito dopo Udine, in quattro anni fra il 2003 e il 2007 hai fatto il doppio salto dalla B alla A. Ti hanno nominato cittadino onorario e hai vinto il premio Reverberi, un unicum in carriera come già per Ettore Messina e il “vate” Valerio Bianchini.

“Sì, ma anche quando sono andato alla Virtus Bologna c'era da costruire o ricostruire. Montegranaro era addirittura assente dalla mappa del basket italiano. Varese voleva risalire dall'A2. Torino vi mancava da vent'anni. Treviso doveva ripartire. All'epoca c'erano tante possibilità a livelli  più alti. Ora nessuno programma, la figura dell'allenatore non è messa al centro. Se qualcuno mi propone di essere alla base di un progetto, accetto ed eccomi qua per tre anni proiettato nel futuro”.

Con quali obiettivi nell'immediato e in prospettiva?

“Non agonistici, ma di portare avanti un'attività seria. Lavoro in una società orgogliosa e che vuole identificarsi con il territorio. I risultati arriveranno di conseguenza. Non dobbiamo vincere i play - off. Certo, mi piace vincere la B, ma non è in programma. Abbiamo programmato di lavorare bene. Non lo dico per paura, anche se il campionato è difficile, la stagione lunga e la formula non consente di programmare la vittoria finale. Vogliamo fare bene e arrivare pronti, comunque. E' un'ambizione mia, però. Ho vinto la B tutte e quattro le volte che l'ho fatta: a Cervia, Montegranaro, Torino e Treviso anche se quest'ultima promozione non me la riconoscono perché l'A Silver a fine stagione diventò tutta Gold. Il campionato, però, l'avevo vinto”.

Cervia degli esordi a parte, a Montegranaro, Torino e Treviso ti sei ritrovato in altre piazze rispetto a Cividale.

“Montegranaro ha dodici - tredicimila abitanti...”

Più o meno come Cividale che ne ha 11 mila, ma aveva calzaturifici di livello mondiale alle spalle. Gesteco è un ottimo sponsor territoriale che però non ho mai fatto più della B, anche se è stato piccolo azionista della Snaidero basket con Adriano Luci, come Gabriele Drigo che è un altro nome corso per l'UEB.

“Lo sponsor non è stato ancora presentato a staff e squadra. Anche nel 2003, comunque, Montegranaro partiva dalla B. Tra Cividale e Udine, inoltre, c'è un legame. L'UEB è fatta da persone che sono uscite dall'Apu. Ha molti tifosi udinesi che arriveranno a vederci. In questo momento non sono quindici chilometri che pesano. Cividale è una realtà friulana che ha un bellissimo palazzetto e dal punto di vista turistico è patrimonio dell'Unesco. Cividale è un valore e non è affatto un limite nel rapporto con il territorio”.

A proposito di palasport di via Perusini, si dice che con il nuovo anno sarà dato in gestione all'UEB per l'organizzazione di tutte le attività. Ti interessa mica anche questo aspetto vista la tua pluriennale esperienza di camp e stage polisportivi prima a Cervia e poi a Cesenatico?

“A proposito dell'impianto di Cividale ho sentito qualcosa, ma non ho certezze. Non me ne occupo. Ha una forte identificazione a livello locale, è chiaro. Aumentare il pubblico e aprire le porte della società ha senso. Non sono qui, però, per attività come a Cervia e Cesenatico”.

Via, allora, con la gestione della squadra. Cominciamo dallo staff.

E' legato a Udine. I miei assistenti Giovanni Battista Gerometta e Marco Milan arrivano da lì. Il preparatore atletico Alessandro Petronio, figlio del noto Gianluca (udinese d'adozione trapiantato ben presto a Padova già allenatore e infine dirigente di Casale Monferrato, Venezia, Verona, Tortona e ora Bergamo, ndr), è un delfino di Giacomo Braida che è andato a Verona: nasce da una sua costola, è una sua scelta. Anche il medico sociale Fabio Pinat è di estrazione udinese. A Cividale si è trasferito molto dello staff dell'Apu. E' un gruppo affiatato, esperto. Per il campionato di serie B che dobbiamo disputare è uno staff di assoluto privilegio”.

Passiamo al roster.

“E' un mix. Ci sono giovani quali il play Eugenio Rota, di Portogruaro che arriva da Piacenza e ho avuto a Treviso dalle giovanili, e il centro Alessandro Vigori, già con me a Reggio Emilia, oltre ad altri del territorio come l'ala Gabriele Miani, prospetto importante di Codroipo. Tre sono i veterani che fanno da asse portante. L'ala grande Giovanni Fattori è il più esperto. L'esterno Riccardo Truccolo (ex snaiderino, ndr) è un innesto affascinante. La guardia Adrian Chiera, che tanto veterano non è avendo 26 anni, è di origini argentine; non fa l'A2 perché dovrebbe giocare da straniero e in B è stato il migliore giocatore del campionato a Napoli e Omegna. Ci sono poi il play - guardia Alessandro Cassese da Latina e l'ala grande Leonardo Battistini da Casale adatti al nostro progetto. Infine, ci sono alcuni giovani locali che ho molto in considerazione: Daniel Ohenhen, un buon due metri, e il bimbo Enrico (Micalich, ndr), un 2004 che può già darci un mano”.

Com'è il girone C a 16 squadre, che è uno dei quattro in cui siete inseriti anche con Monfalcone?

“Tremendo ed eterno, il nostro in particolare. Giocheremo in Veneto (Ubp e Virtus Padova, Vicenza, Mestre e San Vendemiano, ndr), Abruzzo (Giulianova, Roseto e Teramo, ndr) e Marche (Jesi, Montegranaro, Senigallia, Civitanova, Fabriano e Ancona, ndr), salteremo l'Emilia Perché? Forse proprio perchè ci sono di casa! Avremo nove trasferte lunghe e tanti turni infrasettimanali. Ci saranno problemi, ma ce ne saranno per tutti”.

L'inizio con Teramo e poi a Roseto ricorda tanto l'A1.

Sono piazze con tradizione. Mettici anche la mia ex Montegranaro e Fabriano, dove ha cominciato ad allenare Alberto Bucci, ed è un bel campionato”.

Formula?

“Non l'ho guardata ancora bene, ma con stagione regolare, play-off  e final four con sole tre promozioni è impegnativa. In stagione regolare dovremo lavorare bene, identificarci con il territorio e migliorare. Proveremo a vincere tutte le partite, ma senza angosce e impareremo anche dalle sconfitte. Gli obiettivi di alto livello sono miei”.

Identificarsi con il territorio vuole dire anche collaborare con la Longobardi, che farà la C Silver, e con società satelliti?

“Alla Longobardi si è travasata la Dgm Campoformido. Ci giocheranno i nostri giovani, è allenata dai miei assistenti e in parte lavoreranno con me alcuni prospetti. Qui giochiamo con unità d'intenti, non per le statistiche. In squadra vogliamo gente che voglia fare bene”.

L'Apu in A2 vi fa ombra?

“Uno dei motivi che mi ha stimolato ad accettare oltre al programma propostomi è la rivalità, che fa crescere al meglio le cose. Verifico che è così anche per Udine che ha fatto investimenti su giocatori, allenatore, la figura nuova di Alberto Martelossi. Forse la spinta della rivalità farà bene a tutti”.

Boniciolli, ora coach all'Apu, al debutto in A1 nel 2001 ti portò a gara5 con la Snaidero contro la Scavolini nel derby delle cucine dei quarti dei play - off scudetto.

“Quella volta vinse Pesaro. Ci siamo incontrati in altre occasioni con alterne fortune. Nello scontro salvezza contro Pesaro abbiamo vinto noi di Reggio Emilia e l'ho battuto anche con la Virtus Bologna. Nei due play - off con me a Treviso ha vinto lui entrambe le volte. Ci conosciamo da più di vent'anni, è un gran allenatore. Lo stimo e mi fa piacere lavorare sullo stesso territorio”.

Con Martelossi le radici affondano a un provino Ubc alla Fortitudo verso fine anni Ottanta.

“E' vero, non mi ricordavo. Mi portò Galanda, Rosso, Spangaro e un Pezzarini. Abbiamo fatto i corsi insieme, i camp a Cervia e Cesenatico. Ci conosciamo da anni, ci frequentiamo con continuità. Diciamo che Matteo Boniciolli lo conosco in campo, Alberto anche fuori”.

La sfida a distanza può cominciare: Cividale-Udine, serie B-A2 e chissà dove fra tre anni.          

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 18 settembre 2020 alle 15:38
Autore: Valerio Morelli
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