Durante l’appuntamento settimanale con la trasmissione BH Club, l’ormai ex Amministratore Delegato dell’A.P.U. ha annunciato di aver rassegnato le proprie dimissioni dal ruolo che rivestiva dall’inizio dell’era Pedone, consegnando una lettera ritenuta irrevocabile.

‘Lo faccio – ha sostenuto Micalich – per rispetto verso la proprietà, con cui non ho mai litigato. Ho compreso che per la prima volta le nostre idee non collimavano, la sua visione era troppo diversa dalla mia e ho ritenuto giusto essere quello che doveva fare un passo indietro.’

‘Non ho piani B – ha continuato Micalich – né precontratti con altre squadre. Il basket è la mia vita, l’A.P.U. è stata per anni il mio quarto figlio; continuerò a fare basket, se ci riuscirò, ma non so dove. Era importante rimanere coerente: se fossi venuto meno alla mia idea di pallacanestro non avrei potuto pretendere dai miei figli il rispetto di alcuni princìpi che reputo fondamentali’.

‘Io rimarrò sempre legato al ‘Pres’ ed alla squadra; ho dato sempre il 150% delle mie possibilità, perché penso di essere un dirigente capace ma farlo per la squadra del mio cuore, della mia città, tifata da tanti amici mi ha dato una marcia in più. Ho ritenuto non ci fossero le condizioni per andare avanti assieme e ho preso questa decisione’.

‘La stagione che inizierà a settembre o forse più tardi sarà per eroi veri; non parlo solo di soldi, ma di attitudine. Sarà durissima per tutti, e se nelle società non c’è un’idea univoca si rischiano seri problemi.’

‘Ho sempre rispettato il presidente, e sono stato ricambiato. Anche questo è un gesto di rispetto: certe volte ci si lascia perché si tiene troppo l’uno all’altro, ed io all’A.P.U. riserverò sempre attenzione particolare. Al palazzetto? No, non ci tornerò.’

‘Un saluto particolare a coach Alessandro Ramagli: non lo dico perché si sia andati a cena assieme ogni sera, ma perché ho trovato in lui un serissimo professionista. Saluto anche i ragazzi del Settore D, che ci sono sempre stati vicini.’

‘Cosa farò? Come ho detto non ho proposte, questa scelta è stata del tutto onesta. Se poi il presidente non se la sentisse di andare avanti, io sono qui per prendere le redini della società.’

E noi, cosa diciamo? Eravamo lì quando tutto veniva annunciato. Lo sapevamo già? Questo non conta. Quel che conta è che domani inizia un’era del tutto diversa.

Sulla quale, permettetecelo, abbiamo qualche dubbio. Starà al nuovo management fugarli tutti.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 01 giugno 2020 alle 21:42
Autore: Franco Canciani
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