Pierpaolo Marino ha parlato ai microfoni di Udinese Tv nel corso della trasmissione Udinese Tonight.

Che tipo di riflessioni avete fatto sullo stop di ieri?
Riflessioni improntate all’amarezza per questo risultato. E riflessioni che sono anche un po’ autocritiche, bisogna voltare pagina. Non abbiamo tempo di riflettere sul passato perché dopodomani saremo di nuovo in campo per una partita delicata contro la Lazio. È stata una giornata di intense dialogazioni, esamine che hanno riguardato tutta la parte tecnica

È stata una brutta batosta per la squadra?
Si molto. Infatti alla fine di ogni riflessione c’è la preoccupazione di aver visto un ambiente molto dispiaciuto di questa ennesima discesa dalle montagne russe. Stiamo facendo un campionato che, come avete sottolineato, ci fa andare sulle montagne russe. Abbiamo iniziato con una vittoria con il Milan, poi c’è stata la sconfitta col Parma. È un campionato che ha vissuto molti alti e bassi. È una squadra che non ha trovato ancora la sua maturità dal punto di vista della continuità dei suoi risultati.

Perché non si riesce a fare il salto di qualità quando sembra che tutto fili liscio?
Sono molte la cause, non è mai una sola causa a generare determinati aspetti come quelli dell’altalenanza dei risultati di una squadra. In generale si potrebbe dire crisi di crescita, ricerca della maturità. Quello che posso dire è che la squadra mette sempre il massimo impegno. È una squadra che si impegna durante gli allenamenti e in partita non lesina. Al di là della sconfitta di ieri, quello che è pesante è l’aver gettato al vento, negli ultimi 10 minuti, i tre punti con il Genoa. Quella è stata un partita sponda, però poi c’è stata una grande reazione della squadra. La partita di ieri la analizzo con il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Porto grande rispetto all’avversario, è venuto motivatissimo, ha una corazzata superiore rispetto alla sua posizione in classifica. La partita l’abbiamo vissuta da protagonisti fino agli ultimi 20 minuti dove, per la prima volta, abbiamo accusato un po’ di calo fisico. Abbiamo permesso all’avversario di giocare molto nella nostra area di rigore. In Serie A quando rimani molto in area, qualcosa prima o poi succede. Andare negli spogliatoi e discutere di un primo tempo da protagonisti è una cosa, dover rianimare gli animi è un’altra. Mi pongo una domanda: da quando abbiamo ricominciato perché c’è un calendario che ci fa sempre “perdere” 24 ore di riposo rispetto ai nostri avversari?
Non dobbiamo più guardare a ieri perché il nostro campionato è ancora in corso, ora siamo padroni del nostro destino e abbiamo visto che quelle che sulla carta dovevano essere le partite che ci davano i punti di tranquillità non lo sono state perché tra Genoa e Samp abbiamo preso un solo punto. Dobbiamo affrontare questo trittico di partite con la consapevolezza che se ti impegni i punti possono arrivare anche da partite che sulla carta sono più proibitive



Io accetto le critiche perché da li si possono trovare anche dei motivi di crescita, inoltre da fuori le cose si vedono molto meglio. Tuttavia  l’infallibilità umana non esiste, siamo tutti a rischio.

Il calcio è fatto anche di statistiche e numeri. È tutto opinabile, però i numeri non si possono discutere. Le critiche a Gotti devono essere fatte in maniera costruttiva. Non mi sento di muovere critiche ad una gestione tecnica che, secondo me, sta dimostrando grande spirito di costruzione di un’idea di gioco, idea condivisa anche dai giocatori. Ora arriviamo alla fase delicata e bisogna avere delle certezze, come l'utilizzo dei giocatori che hanno una validità. Saremmo attenti a tutte queste sfacettature. Nel complesso Gotti ha fatto cose egregie. Le considerazioni sono fatte in base agli allenamenti, che danno al mister la possibilità di scegliere quelli che lo hanno convinto di più e Mister Gotti è molto attento. I giocatori che abbiamo schierato ieri, presi singolarmente possono giocare in tante squadre medio grandi, se poi non sono  in grado di far reparto sarà compito del mister organizzarli

Giocare in uno stadio vuoto e perdere in casa partite come quella contro il Genoa è come perdere in campo neutro senza i tifosi. Un pensiero alla tifoseria che ci manca, gli spalti vuoti sono la parte più triste di questa ripresa. La mancanza del pubblico si sente. Li voglio salutare.

Il treno è in discesa e non deve deragliare. Dobbiamo dare fiducia ad un gruppo e ad un allenatore che ha lavorato e sta lavorando molto bene.

Sezione: Notizie / Data: Mar 14 luglio 2020 alle 10:19
Autore: Jessy Specogna
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