Massimiliano Moras, nuovo allenatore della Primavera bianconera, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Udinese TV.
Ecco le sue dichiarazioni:
Mister, prime settimane di lavoro al Bruseschi. L’atmosfera è ottima e tutto sembra essere partito con il piede giusto
"La base principale è che il gioco del calcio deve essere un’espressione di gioia e io cerco di farlo capire sempre ai ragazzi. Faccio i complimenti a chi ha allenato i ragazzi prima di me perché hanno una mentalità di sacrificio, voglia di fare e sanno anche divertirsi. È un ottimo gruppo. Alla fine di ogni allenamento faccio sempre loro i complimenti perché è una soddisfazione allenarli. Inoltre allenare in un centro sportivo come il Bruseschi è il sogno di tutti noi allenatori friulani e non. Essere arrivato all’interno, ad allenare e proporre, per me è sempre un grande orgoglio".
Lascerete il centro sportivo nelle prossime due settimane perché entrerete nel vivo della preparazione con il classico ritiro pre-stagionale. Da lunedì a Piani di Luzza, poi ad Ampezzo una seconda settimana. Come sarà organizzato anche il lavoro in attesa di fissare le amichevoli? Anche se con protocolli diversi, anche per voi il lavoro è condizionato dall’attuale situazione
"Dopo due settimane di lavoro e di impegno dei ragazzi, in ritiro cercheremo di adattarci subito alle doppie sedute di allenamento. Probabilmente dureranno meno rispetto a quelle fatte finora, ma cureremo sempre tutti i particolari perché il nostro obiettivo è quello di completare i ragazzi. Come dico sempre “quando vi allenate qui guardate sempre dentro all’arco perché il vostro obiettivo è andare a giocare dentro all’arco” . Io e il mio staff dobbiamo aiutarli a coronare il loro sogno".
A proposito di questo, che idea si è fatto della base di partenza. Ha sempre detto che è una base importante, in passato è stato fatto un ottimo lavoro, qualcuno ha già esordito in prima serata, è già professionista e ha firmato da poco il contratto come Palumbo, attorno anche a lui che già l’anno scorso è stato uno dei protagonisti della primavera bianconera, che idea si è fatto sull’impostazione tattica della squadra?
"La squadra deve saper stare in campo, al di là del discorso del modulo. Poi parlerò con Mister Gotti, se lui avrà la necessità di far giocare qualche ragazzo di questi per poi inserirlo, gli chiederò che cosa vuole da parte dei ragazzi. Il nostro lavoro principalmente è quello di formare e completare questo percorso che è stato fatto dagli allenatori che mi hanno preceduto, in maniera non ottima ma di più. Bisogna fare i complimenti per la mentalità, il gesto tecnico e per il sacrificio perché i ragazzi sanno allenarsi sotto tutte le componenti. Quindi il nostro obiettivo sarà quello di formare i ragazzi al di là del modulo tattico. Per adesso abbiamo una linea difensiva a tre che in miniatura assomiglia alla fisicità della prima squadra. L’obiettivo è questo e spero, quando avrò l’incontro con Mister Gotti, di poter imparare qualcosa in più da poter trasmettere ai ragazzi".
Ci sono 2003 molto interessanti. Sui portieri sappiamo la tradizione che c’è, Piana e Carnelos si sono allenati con la Primavera già l’anno scorso. Ci sono giocatori comunque importanti e tanti figli d’arte (Rossitto, Pinzi, Amoroso). Come li hai visti questi ragazzi che, visti gli illustri padri, sono agli oneri della cronaca.
"Come ho detto al Tonight mi sembra di vedere una piccola matrioska, c’erano i papà e loro erano all’interno. Stanno uscendo, sono ancora in miniatura, però sono tutti ragazzi che nel DNA hanno il giocatore di calcio. Sono tutti molto interessanti. Qua a Udine siamo all’università della scuola dei portieri perché sono curati in tutto e per tutto. Qui faccio i complimenti a Brunner per come li sta portando avanti e vedo che anche lui sta allenando gli allenatori dei portieri. Con me ho Davide Camata e ho visto la scuola. Faccio i complimenti per la metodologia nell’allenamento e nel ruolo del portiere".
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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