Ci sono generazioni e generazioni, annate di bomber e giocatori di qualità oppure di grandi difensori: quella appena uscita dal biennio Allievi e con qualche germoglio già nell’annata 1996 è invece – per quello che riguarda i colori azzurri – decisamenteuna generazione di numeri 1.
Un exlpoit come quello di Scuffet, capofila dei portieri – definirli “baby” è abbastanza fuorviante – appena maggiorenni non ha spostato i riflettori troppo in su: Audero della Juve, Zaccagno appena passato dal Padova al Toro, Alastra del Palermo e poi soprattutto la coppia Meret-Perisan da Udine, tutti classe 1997, sono una vera assicurazione sul futuro a sfondo tricolore tra i pali. Oltre ad essere ragazzi che, pur essendo appena arrivati in Primavera dagli Allievi Nazionali, in realtà hanno tutti già vissuto più match da titolari e sottoetà nella categoria superiore che contro i coetanei. Quando non addirittura in Prima Squadra, allenandosi con i professionisti ed andando in panchina in Serie A e B.
Perchè a tutti quelli che “…dopo Buffon, il vuoto”, si può sempre obiettare, rilanciando: al netto di tutti i buoni portieri che la scuola italiana non fa comunque mancare, scommettiamo che 19 anni dopo Gigi è nata la futura stella che potrà prenderne il posto nei prossimi anni?
“E’ quasi banale anche star lì a parlarne, Buffon è Buffon no?”. Idee chiare e sguardo affatto timido, ci siamo fatti guidare proprio dall’ultimo sopra nominato nella lista degli estremi difensori a caccia di futuro, Samuele Perisan, nell’analisi leggera come i suoi 17 anni e sincera come i suoi sogni.
Appena chiamato, dopo lo stage di qualche giorno fa, con la Nazionale Under 18 di Vanoli per l’amichevole contro l’Austria, ‘Samu’ parte dal compagno di porta attuale in azzurro: “Con Zaccagno siamo amici, ci hanno chiamato spesso insieme in Nazionale ed è bello quando ci si ritrova poi con le nostre squadre far volare qualche insulto (ride). Discorso inverso per Audero e Alastra, ci siamo incrociati poco, mentre che dire di Alex (Meret, ndr)? Siamo in camera insieme in ritiri e trasferte all’Udinese da quando eravamo negli Esordienti. Siamo cresciuti insieme, fuori e dentro al campo. E’ un amico vero”.
E nessuno meglio di un amico così può parlarci, con cognizione infinitamente superiore a qualsiasi altro “intenditore” di talenti, dei segreti bianconeri in fatto di giovani numeri 1.
“Abbiamo preparatori fantastici, da Missio e Del Piccolo per i più piccoli fino ad arrivare a Marcon e Brunner, sono dei ‘martelli’, ti spingono a tirare fuori tutto quello che hai. Sono loro il segreto. Basta vedere il lavoro fatto con Scuffet: adesso mi impressiona per come si fa sentire e come grida, prima a livello comunicativo si sentiva molto meno. Hanno tirato fuori il meglio da uno che ha già grandi doti di suo. Di Alex potrei darvi la descrizione tecnica che preferite, ma basta vedere un suo allenamento per capire quanto è forte; nella reattività e negli uno contro uno è un fenomeno”.
E invece di Perisan, Samu che ci dice?
“Che è un sogno venire a giocare per il mio Paese è troppo facile, quindi passo subito oltre. Vi dico che mi piace il clima che c’è e che si nota subito ci sia stato un cambiamento nell’impostazione delle Under: la 18, dove sono ora, è davvero quella in cui si sperimenta l’idea di calcio di mister Conte ed il nostro allenatore, Paolo Vanoli, ci ha trasmesso subito queste indicazioni. Sentire la vicinanza tra squadre nazionali può essere un incentivo, mi sembra intelligente”.
“Ho imparato tanto vedendo sui campi del Bruseschi (centro sportivo dell’Udinese, ndr) ed anche allenandomi insieme a loro, da Handanovic – il mio modello in assoluto – e Padelli, sempre disponibile e che parlava anche con i più giovani, simpaticissimo. Ecco della sua carriera ricalcherei l’esperienza all’estero, credo sarebbe una crescita significativa. Il più pazzo? Kelava senza dubbio, un grande. Dei portieri italiani mi piacciono Bardi e Perin su tutti”.
Vogliamo chiudere da dove abbiamo iniziato? Numeri 1 azzurri: il dopo-Buffon. “Dateci fiducia. Abbiamo grandi sogni e tanta voglia. Una trafila nel settore giovanile, confermandosi e crescendo, chi l’ha completata e vissuta sa quant’è dura. Con qualche aggiunta, ad esempio le seconde squadre, a completare il percorso post Primavera, torniamo a competere senza paura”.
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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