"Costanza e fermezza nel perseguire i propri scopi o nel tener fede ai propri propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta", così recita il dizionario della Treccani nel definire il termine perseveranza. Parola che si addice perfettamente nel descrivere il Cioffi-bis. Non era semplice ritornare in una piazza dove si aveva fatto tanto bene e che si aveva lasciato in maniera non proprio eccezionale (lo striscione della Curva Nord al suo ritorno era eloquente del malumore dei tifosi dopo il cambio in panchina). Il momento sportivo poi, non era dei migliori. Un'Udinese improvvisamente catapultata nella lotta salvezza, lido che di solito evita con discreta facilità.
"Il mio obiettivo è capire quello che hanno nella testa loro perché il loro potenziale non è in discussione", ha dichiarato appena arrivato. Mentre le preoccupazioni di una campagna acquisti estiva non all'altezza si diffondevano a Udine, Cioffi non ha mai smesso di credere nel valore dei giocatori a disposizione. Possiamo fare punti ovunque: questo è il mantra che ha voluto imprimere nella mente dei suoi ragazzi. Monza, Milan, Atalanta: un trittico di partite per presentarsi al meglio e far cambiare idea ai tifosi. La vittoria a San Siro e la beffa con i bergamaschi. Arriva la sosta e cambia l'umore in città.
Roma, Verona, Inter, Sassuolo, Torino e Bologna: il 2023 si può chiudere con almeno tre vittorie. Eppure, soprattutto in casa, questa vittoria tanto aspettata fa fatica ad arrivare. Il leit motiv sono gli errori individuali e tutti chiedevano cambi sostanziali di interpreti, ma Cioffi non fa colpevoli. È un lavoro di squadra quello di uscire da questa situazione. "Ci vuole pazienza, tanta pazienza. La cosa più semplice è distruggere, ci vuole un attimo, entro in spogliatoio e spacco un due bottiglie dicendogli che non sono buoni a fare nulla. Ma non è fare il bene dell'Udinese puntare il dito, noi stiamo costruendo e sono molto fiducioso", parole del tecnico toscano che forse sono passate sotto traccia ma che hanno un forte significato. Parlavamo di perseveranza, mai una volta c'è stato un giocatore messo in discussione o non considerato. Anche a livello di comunicazione con la stampa, sempre preciso Cioffi a citare tutti, perché tutti hanno le potenzialità per giocare all'Udinese.
Ferreira inventato come braccetto di destra (ruolo che gli allungherà e migliorerà la carriera), Success titolare e Lucca stimolato, Pereyra libero, Perez centrale quando si fa male Bijol e Payero subito titolare e divenuto imprescindibile. Dei cambiamenti ci sono stati ma quello che è cambiato più di tutti è lo spirito nel gruppo: tutti felici (o quasi), anche quelli in panchina. Esempi più eclatanti? Zarraga e Thauvin.
Ma quali sono i segreti del lavoro di Cioffi? Dialogo e "coccolare" i giocatori. Il vantaggio principale rispetto al suo predecessore è stato il conoscere l'inglese che gli ha permesso di conoscere a fondo le problematiche di gruppo e dei singoli giocatori. E poi il confronto continuo, allenamento dopo allenamento sia sulle questioni di campo che extra. Potrebbe sembrare il segreto di Pulcinella, ovvio, ma con un gruppo giovane come quello dell'Udinese il "coccolare" vale forse di più dello sgridare.
Gestione e stimoli. Cioffi per valorizzare al meglio i singoli ha lavorato su questi due aspetti, come con Samardzic. "Di solito si fa un gioco. Gli chiedo 'Come si va con la palla?' e lui mi risponde 'forte!' e poi gli chiedo 'e in difesa?' e lui mi dice 'ancora più forte'", ha raccontato il tecnico toscano che ha fatto la stessa cosa con Kristensen: "È un giocatore che per età è acerbo ma non per capacità. Faccio un giochetto con lui chiedendogli come deve essere un difensore e lui mi risponde 'ruthless'. È un dono della natura perché ha tutto".
Ora cambierà tutto? No, il contrario. Si continuerà sulla linea dettata da Gabriele Cioffi da quando è arrivato. Perseveranza, appunto, e quel pizzico di schiettezza toscana nel far capire a tutto l'ambiente che bisogna avere fiducia in questi ragazzi. Anche i tifosi l'hanno capito e la cornice di pubblico contro il Bologna è stata la dimostrazione perfetta. "Guardare la classifica è da perdenti": va bene mister, lo faremo più avanti.
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