Zico: "Quando vengo a Udine la sento come casa mia"
Arrivano le prime parole anche di Zico, che si concentra anche sul suo rapporto con la città e il territorio del Friuli. "A Udine ho lasciato grandi emozioni, grandi momenti, grandi amici e compagni di squadra. Quando vengo, sento sempre come se fosse la mia casa. Il ricordo resterà sempre nel cuore, anche se sono stati solo 2 anni. Ho dato sempre il massimo per la mia squadra. Guardando le immagini, me la godo a vedere tanta gente allo stadio, era sempre pieno. Credo che loro (i tifosi) hanno vissuto tante emozioni con me e con la nostra squadra, che era una grande squadra con grandi campioni che hanno fatto tanto nel calcio. Credo che è stato un grande orgoglio, anche se dicevano che l'Udinese non era una squadra top in Italia. Ma sono venuto in un momento importante, in cui tutti i grandi campioni erano qui, e il campionato italiano era visto in tutto il mondo. Ho avuto la fortuna di aver potuto dimostrare il mio valore dando un contributo all'Udinese per arrivare al punto giusto. Anche se sono andato via, ho sempre seguito e tifato per l'Udinese, perchè quando hai nel cuore una squadra vuoi sapere sempre cosa fa, giorno per giorno."
Il Galinho racconta anche della sua prima volta a Udine, prima di indossare i colori bianconeri: "Sono venuto qui a Udine nel 1980, quando ho avuto la partita del terremoto. Io giocavo per la squadra brasiliana contro l'Udinese. In quell'occasione ho segnato per la prima volta allo Stadio Friuli."
La leggenda brasiliana poi, si sofferma anche sull'iconica frase O Zico o Austria: "E' cresciuta in me una grossa responsabilità quando ho visto quella scritta. Non era facile, con tutta quella gente a volere il mio arrivo, e questa era una responsabilità grande" Zico continua, raccontandosi per il giocatore che era e per la persona che è: "Non bisogna criticarmi, perchè sono il primo a criticarmi se non faccio una cosa buona. Per questo in allenamento facevo sempre il massimo. Dopo gli allenamenti facevo da solo tiri di destro, di sinistro, movimenti... tutto quello che potevo fare in partita lo facevo in allenamento. Quando sono arrivato ero già un calciatore di esperienza, e al mio arrivo c'era una squadra giovane, assieme ad altri giocatori di esperienza come Causio e Edinho.C'era una base nella squadra, per gli altri era semplice giocare attorno. Era una squadra forte, da scudetto. Credo che alla gente piaceva molto il modo di giocare dell'Udinese. Purtroppo, Nel girone di ritorno poi, il nostro direttore è andato via e siamo rimasti da soli. Lui fuori dal campo era l'uomo che dava supporto alla squadra. Questo è successo nel momento più difficile del campionato. Se l'Udinese avesse vinto l'ultima partita contro il Milan saremmo arrivati al quinto posto, e potevamo andare in Uefa. Poi la Roma ha perso la finale contro il Liverpool, e non siamo andati in Europa. Il mio pensiero era sempre stato di restare dopo quel campionato, e avrei voluto vincere lo scudetto. Arrivavo da anni al Flamengo, una squadra che aveva vinto tutto. Non potevo arrivare qui con un pensiero diverso."
Zico ammette anche che quello dello scudetto, è il suo rimpianto più grande: "volevo vincere lo scudetto con l’Udinese. È un rimpianto. Sono arrivato qua con questo obiettivo. Mi spiace non averlo raggiunto".