Vera comprensione degli errori o lavoro di facciata? Lo scopriremo presto
L'Udinese in questi mesi sembra aver cambiato marcia. Non tanto in campo (il campionato è finito) quanto a livello di mentalità societaria. Da gennaio in poi c'è stato un passaggio importante, quello chiesto da tanto tempo da tifosi e addetti ai lavori e che non voleva mai arrivare. Prima è stato richiamato in panchina uno come Tudor, che aveva dimostrato di aver capito l'ambiente friulano, è stato tenuto a casa Iuliano (a quanto pare amato da nessuno in quel di Udine). Poi gli è stato messo vicino Gianpiero Pinzi nello staff tecnico, risolvendo quella frattura che era da sanare addirittura dalla stagione post Colantuono. Infine l'addio di Pradè, pessima notizia, per l'arrivo, anzi ritorno, di Pierpaolo Marino, novità che ha dato speranza a tutti, noi compresi. Il direttore infatti è colui che, dopo il lavoro di Lo Monaco, ha dato definitivamente il via alla politica dei giovani, affiancando però anche gente esperta che poi ha fatto cose incredibili, come Totò Di Natale. L'ex Atalanta ha dimostrato di saperci prendere anche quando non sembrava aver fatto la mossa giusta, pensate allo Stefano Mauri che ha vestito il bianconero e poi a quanto ha fatto in biancoceleste (tralasciando l'extracampo). Triennale per lui, i contratti in questo calcio contano poco, ma è un accordo di un certo peso.
Ora c'è da capire se questo cambio di mentalià porterà finalmente anche a una squadra completa, non da Europa, ma quanto meno che sia ben riconoscibile e che non debba cambiare elementi ogni domenica due o tre elementi per squalifica o infortunii. Ci sono giocatori il cui ciclo ormai sembra finito qui in Friuli e che andranno sostituiti degnamente o con giovani, che ormai costano tanto, o quantomeno con giocatori d'esperienza in grado di far vedere del bel calcio allo Stadio Friuli (Dacia Arena). Non si chiede tanto, semplicemente di non dover penare così tanto per vedere qualche azione come quelle che hanno portato in rete Okaka con tre tocchi.
Purtroppo per ora conteremo più le perdite che gli arrivi, visto che i prestiti di gennaio sembrano destinati quasi tutti a rientrare. Il pacchetto Okaka, Wilmot e Zeegelaar tornerà a Watford. Per Sandro ci si sta ragionando, ma l'arrivo di Jajalo è un segnale che uno tra lui e Hallfredsson lasceranno Udine, mentre per Behrami sembra lo si voglia tenere quanto meno in dirigenza. Bajic poi resterà in Turchia, che è evidentemente il suo ambiente ideale. Dopo la Copa America saluteremo De Paul. Resteranno le telenovele Stryger Larsen e Lasagna, chiesti da club di spessore e che hanno l'età per il salto (poi sulle qualità, soprattutto di uno, ci sarebbe molto da discutere). Infine D'Alessandro non è ancora stato riscattato, ma chissà che i buoni rapporti di Marino con l'Atalanta non portino novità in tal senso. Per il mercato in entrata girano nomi che, ad oggi, sono poco da Udinese per costi ed esperienza, basti pensare a Marlon e Becao. Vedremo se tutti questi cambi di mentalità saranno confermati da una squadra di livello, ne sapremo di più probabilmente dopo l'Europeo U21, quando partirà ufficialmente il mercato, per ora però i segnali sono più positivi del solito.