Velazquez è stato chiaro: paura di nessuno, a Firenze per vincere. E' questa la mentalità vincente che serviva all'Udinese
La partita del Franchi chiuderà il primo mini ciclo di questo inizio stagione. Il campionato è lunghissimo, lo sappiamo, ma, come detto anche da Velazquez, dopo Firenze sarà già possibile fare un primo piccolo bilancio. Per questo motivo una partita che già di per sé è importante, la Fiorentina è quasi una big della nostra Serie A, lo diventa ancora di più oggi. Arrivare alla sosta da imbattuti, magari con altri tre punti in cassaforte, ecco l'obiettivo.
L'Udinese però non vince a Firenze dal 2007, da quel 1-2 firmato Totò e Quagliarella, nemmeno Sanchez riuscì a ripetere l'impresa. Un'epoca calcistica fa praticamente. Al Franchi abbiamo sempre sofferto, come l'Olimpico, è uno dei campi a noi maledetti. Più di qualcuno per questo motivo parte già rassegnato. No, non si deve gettare la spugna ancora prima di scendere in campo, soprattutto oggi che l'Udinese se la può giocare alla pari.
Sì, alla pari, anche senza Mandragora. L'assenza, assurda, del centrocampista è pesante ma Velazquez, al contrario dei suoi recenti predecessori, ha varie alternative. L'anno scorso Oddo e Tudor si giravano verso la panchina per fare un cambio ma poi finivano, imprecando, per sedersi rassegnati visto che, oltre a Perica, non c'era nulla da mettere dentro. Quest'anno Velazquez può invece contare su quelle che lui definisce diverse possibilità. C'è Pussetto, c'è D'Alessandro, c'è pure Teodorczyk. Giocatori importanti, dei titolari praticamente.
Il mister di Salamanca è stato chiaro: paura di nessuno, a Firenze per vincere. Come una scossa Velazquez carica così tutto l'ambiente, tifosi compresi. E' questa la mentalità, vincente, che serviva all'Udinese.