.

Udinese, primo test stagionale tra esperimenti e delusioni: 1-1 con l’Opatija e tanti dubbi

di Stefano Pontoni

Diciamolo, non è stato certo il debutto che i tifosi si aspettavano. L’Udinese pareggia 1-1 contro i croati dell’Opatija, nella prima amichevole stagionale disputata a Fagagna, lasciando più perplessità che spunti positivi. L’obiettivo di queste gare estive dovrebbe essere quello di intravedere qualche idea, qualche segnale confortante sul lavoro che si sta svolgendo in ritiro. Invece, di segnali confortanti oggi se ne sono visti ben pochi.

I croati fanno la figura migliore. La squadra di Runjaic ha faticato oltremodo contro un avversario ordinato e volenteroso, che ha saputo chiudere gli spazi e portare a casa un pareggio che, per quanto visto in campo, non è nemmeno così sorprendente. Se qualcuno si aspettava una goleada estiva, ha sbagliato giornata. L’Opatija, squadra della seconda serie croata, ha messo in difficoltà i bianconeri più di quanto non dica il risultato finale.

Il tecnico tedesco ha scelto un inedito 4-3-3, con un tridente composto da Brenner, Pizarro e Iker Bravo. Qualche spunto positivo lo ha dato proprio lo spagnolo, che quantomeno ci ha provato. Decisamente più opaca la prova di Pizarro, apparso fuori condizione, spaesato e poco incisivo. Il cileno, ex Colo Colo, non è mai riuscito a tenere palla né a trovare la porta: un problema non di poco conto per chi dovrebbe essere una delle alternative offensive. Brenner con il 10 sulle spalle si ricorda soltanto per una punzione calciata fuori dall'impianto comunale.

La rete iniziale porta la firma di Arthur Atta, uno dei pochi realmente positivi. Il francese conferma di essere una delle note più liete, ma il vantaggio dura poco: Stojanovic firma l’1-1 per l’Opatija e da lì in poi l’Udinese si spegne. La squadra gioca a ritmi bassi, fatica a creare occasioni e si intestardisce su un possesso orizzontale che non porta mai a nulla. Interessante la presenza in campo di Camara, classe 2008, che ha fatto vedere qualcosa di buono in mezzo al campo accanto a Karlstrom, oggi capitano.

Secondo tempo, girandola di cambi e poche idee. Il copione non cambia. Bayo gira a vuoto, Pafundi cerca la giocata senza riuscirci, Ekkelenkamp e Lovric sembrano ancora in fase di rodaggio. Da segnalare la voglia e la “garra” di Pejicic, che almeno ci mette un po’ di grinta, ma da solo non basta per scuotere la squadra. La traversa colpita da Zemura, l'occasione più importante, è un cross sbagliato.

L’Udinese vista oggi è una squadra che manca di idee, di ritmo e soprattutto di peso offensivo. Senza Lucca, ufficialmente del Napoli, senza Thauvin ancora ai box, con Sanchez destinato all’addio e con Davis non al meglio, il reparto avanzato appare spuntato. Pensare di affrontare la stagione con il solo Bayo, più due ragazzi del 2005 come Iker Bravo e Pizarro, sembra una mossa assai rischiosa.

Anche la difesa, orfana di Bijol, ha bisogno di rinforzi: ad oggi non basta il solo Bertola (oggi assente). Stesso discorso per la mediana, dove serve qualcuno che abbia geometrie e iventiva oltre all'ordine e alla fisicità. Servono insomma innesti veri, in tutti i reparti, altrimenti sarà difficile pensare di migliorare il dodicesimo posto della scorsa stagione.

Per fortuna il mercato è ancora lungo e c’è tempo per correggere il tiro. Ma il tempo non va sprecato. La prestazione di oggi è un campanello d’allarme che la dirigenza non può ignorare. Questa squadra, così com’è, appare indebolita rispetto a quella dello scorso anno. Servono rinforzi, e servono in fretta.


Altre notizie