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Udinese-Juventus 0-3: non proprio l'inizio che ci si aspettava

di Samuele Marcon

Per usare un eufemismo, non era proprio l'inizio che ci si aspettava. Perchè perdere con la Juventus ci può anche stare, ma non in questo modo, all'esordio stagionale di fronte ad uno stadio stracolmo.

L'Udinese non è scesa in campo, sbagliando completamente l'approccio alla partita e di fatto regalando a Chiesa il pallone dell'1-0 ad una manciata di minuti dal calcio d'avvio. Quando la gara comincia in salita, due sono le strade: o ti rialzi e reagisci subito, oppure sprofondi nel baratro. E purtroppo oggi così è stato. La Juventus ha archiviato la pratica in appena un tempo, consolidando il vantaggio con il rigore di Vlahovic e chiudendo il discorso con la rete di Rabiot poco prima del duplice fischio.

Nella prima frazione, Udinese non pervenuta. Male i nuovi, che sembrano aver bisogno di un po' di tempo in più per capire che cosa significa giocare in Serie A. Kabasele va sempre in affanno quando viene puntato, Zarraga gioca solo in orizzontale (dopo aver perso una palla sanguinosa al limite dell'area, che spalanca le porte al vantaggio bianconero). I quinti non spingono e nemmeno difendono, Walace non fa il solito prezioso lavoro da frangiflutti davanti alla difesa e la squadra è spaccata in due. Beto è lento ed impacciato. Il pressing è disorganizzato e viene facilmente eluso. Si salva solo Thauvin, l'unico con un po' di iniziativa nella prima metà di gara.

Nella ripresa una timida reazione. Al centrocampo dei friulani serve come il pane un elemento con le caratteristiche di Samardzic o Pereyra, tanto per capirci. Lo dimostra proprio l'ingresso in campo del serbo-tedesco, al posto del deludente Zarraga. Con lui in campo la squadra impensierisce e i compagni lo cercano. Sanno che è quell'uomo in grado di fare la differenza negli ultimi trenta metri. 

La squadra è parsa stanca, pesante e sulle gambe. Sempre in ritardo sui tempi di gioco e surclassata dagli avversari sul piano fisico e dell'intensità. Tanti - o meglio - troppi errori anche sul piano tecnico: controlli imprecisi, passaggi sbagliati. A tratti pareva che la sfera pesasse quanto un masso di pietra. A preoccupare maggiormente però, non è tanto la condizione fisica quanto la carenza di idee.

Oggi si è vista la brutta copia della squadra a cui ci ha abituato Andrea Sottil nella passata stagione, sempre pugnace e con un identità ben definita. Ma siamo solo alla prima giornata, cerchiamo di essere equilibrati. Niente sentenze del tipo: "quest'anno si va in Serie B". Quelle le lasciamo ad altri. Gli errori aiutano a crescere ed è così che va interpretata questa sconfitta. Bisogna farne tesoro per non ripetere mai più un approccio del genere. In quel caso allora sì che inizierebbero i veri problemi.

Per ora non pensiamoci e guardiamo con fiducia alla prossima. Lunedì 28 agosto c'è una sfida importante contro la Salernitana. La reazione è necessaria.


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