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Udinese, contro il Verona sembra ancora maggio: nessuna novità, nessun miglioramento. Si attende il mercato

di Stefano Pontoni

Il debutto stagionale dell’Udinese lascia in eredità la stessa sensazione delle ultime giornate dello scorso campionato: una squadra spenta, senza idee e con troppe lacune irrisolte. Il pareggio contro il Verona, avversario che certamente non rientra tra le big della Serie A, ha il sapore amaro di un’occasione persa. Era la prima in casa, la partita giusta per provare a partire col piede giusto, invece i bianconeri hanno offerto una prestazione piatta, quasi svogliata, giocata su ritmi da amichevole di luglio.

Il 3-5-2 di Runjaic continua a essere un vestito che non convince. Sulle corsie le solite difficoltà: Ehizibue, poco propositivo in avanti, si perde pure Serdar sul gol del pareggio; Zemura dopo non essere mai riuscito a mettere in difficoltà il diretto concorrente (che lo scorso anno giocava in Serie D) spreca malamente l’unica occasione buona calciando in curva; dagli esterni l’unico lampo arriva da Kamara, entrato nella ripresa con la giusta energia e fermato solo dalla traversa.

Il Verona (squadra altrettanto in difficoltà e povera di materiale), dal canto suo, ha fatto quello che doveva: difesa ordinata, qualche sporadico tentativo offensivo, ma tanto è bastato per portare a casa un punto che per gli scaligeri vale doppio.

L’Udinese, invece, si è impantanata nella solita manovra lenta e prevedibile, con tanti lanci lunghi alla ricerca di un Davis che fatica a fare reparto da solo. Kristensen aveva illuso con il colpo di testa dell’1-0, ma è stato un fuoco di paglia spento subito dall’ennesima ingenuità difensiva. A centrocampo Karlstrom fa il suo compitino, Lovric si accende a intermittenza e Atta prova a dare brillantezza senza però riuscirci, calando nettamente nella ripresa. In difesa Bertola non ha sfigurato al debutto, mentre Solet è apparso distratto, forse con la testa alle voci di mercato (l'Inter continua a seguirlo con insistenza).

Il problema è che davanti non c’è quasi nulla, zero inventiva. Persi Lucca e Thauvin, che insieme garantivano venti gol, l’attacco bianconero sembra monco e privo di alternative. Iker Bravo è acerbo, Davis continua a far intravedere potenzialità ma senza dare garanzie, e il pubblico fatica a scaldarsi. Runjaic non ha aiutato: nella ripresa ha addirittura riproposto quel 3-6-1 con il solo Bayo da riferimento offensivo, che tanto aveva fatto discutere a fine stagione, scelta che ha innervosito non poco chi era sugli spalti.

Insomma se l’allenatore non sembra riuscire a migliorare più di così questa rosa, a tirare fuori qualcosa di diverso da questi giocatori, a dare un’idea di calcio nuova, è chiaro che solo il mercato potrà cambiare volto a questa squadra. Buksa, presente in tribuna, sarà presto ufficializzato, ma basterà? Servono altri rinforzi, servono innesti veri, altrimenti la stagione rischia di essere la fotocopia scarsa di quella appena conclusa. E allora diventa normale che sugli spalti non ci sia entusiasmo, che i tifosi non corrano a prendere il biglietto per San Siro contro l’Inter.

L’Udinese vista contro il Verona non piace. È lenta, prevedibile, senza idee. Un’ombra di ciò che dovrebbe essere. E la sensazione, preoccupante, è che senza una scossa dal mercato, questo film l’abbiamo già visto. E non era piaciuto allora, figuriamoci adesso.


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