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Udinese, Cioffi: "La società ha percepito la mia professionalità, mi sento maturato"

di Alessandro Vescini

Dopo il primo allenamento diretto nel pomeriggio di mercoledì 25 ottobre, Gabriele Cioffi si presenta in conferenza stampa. Tanti i temi toccati, dal suo addio fino alla prossima gara di Serie A contro il Monza. Presente anche il Direttore Generale Franco Collavino e il Responsabile dell'area tecnica Federico Balzaretti. Collavino ha dichiarato: "Se siamo qua è perché siamo intenzionati a trovare una soluzione per dare una svolta. Ringrazio Andrea Sottil e tutto il suo staff per quello che hanno fatto in questo anno e mezzo. Sappiamo com'è il mondo del calcio e che bisogna dare una scossa in tempi brevi per riaccendere la squadra. La nostra scelta di Cioffi esclude ipotesi fuorvianti. Il Mister ha fatto una scelta di accettare un'offerta economica e di andare via e oggi l'Udinese gli offre la possibilità di ritornare. Questi sono i fatti, il resto interpretazioni. Auspichiamo possa valorizzare la squadra, abbiamo bisogno di energia e riteniamo che Cioffi sia in grado di darla. Siamo consapevoli che i risultati non sono in linea però tengo a sottolineare che i tifosi si sono sempre comportati correttamente in questa stagione sostenendo i ragazzi fino al 90esimo. È quello che chiediamo a loro per uscire quanto prima da questa situazione".  

Balzaretti ha precisato: "Quando si prendono questo tipo di decisioni si è scossi. Voltiamo pagina e abbiamo scelto Cioffi perché già conosce l'ambiente e i ragazzi. Quello che ha fatto qua è stato importante e abbiamo pensato a lui per un ambientamento più veloce possibile perché c'è bisogno di fare il prima possibile dei punti. Non deve mai mancare la forza del gruppo e di questa società". 

Quali sono le sensazioni del ritorno? In che cosa sei cresciuto?

L'emozione principale è la felicità di aver avuto una seconda chance che nel calcio non è facile. La prima volta può essere fortuna ma la seconda è destino. Ringrazio la società, sono cambiato in un anno. Mi sento maturato e cresciuto e la voglia è sempre presente anche fino a 70 anni. 

Quali sono le cause di questo momento secondo te?

Sono stati venduti giocatori importanti ma è un'ovvietà che non appartiene al mondo Udinese. La società pesca talenti, Becao, Beto e tanti altri non erano quelli che sono ora quando sono arrivati. Sono convinto che ce ne sono tanti altri, anche quando li ho visti allenare. C'è tanto da lavorare. 

Dove mettere mano? Quali sono le priorità?

Il mio obiettivo è capire quello che hanno nella testa loro perché il loro potenziale non è in discussione. I giocatori che prende l'Udinese sono con potenziale e devo capire perché non si sta esprimendo al meglio. Poi ci sarà da aggiustare qualcosa ma sono visioni di calcio diverse da allenatore ad allenatore. Ho trovato un bel gruppo e in salute. 

Se vuoi spiegare la tua versione dei fatti del tuo addio

Se la società non avesse percepito una buona fede e una personalità da parte mia non sarei mai stato qui. Hanno capito la mia ingenuità. È stata una scelta professionale e credo vada rispettata. Giustamente può aver ferito la sensibilità di qualcuno ma il legame mio con il Friuli è forte perché ho trovato amicizie profonde. È una terra che amo e rispetto. Sta a me far ricredere le persone. 

La scelta dello staff? Da cosa è dipesa

Bacci è stato l'unico giocatore che mi ha picchiato prima della partita quando eravamo giocatori che ancora mi ricordo (ride ndr.). Ha avuto un percorso lungo dalla Serie D all'estero. Abbiamo deciso di percorrere questo percorso assieme. È di Massa e ci sono le cave di marmo, non ha mezze misure ed è il motivo per cui è con me (ride ndr.). 

Che idea ti sei fatto di questo campionato?

Ci saranno sorprese dietro l'angolo. Dovremo essere preparati perché non è più il calcio di 20 anni fa. Il risultato bisogna farlo in tutti i campi e nonostante il calendario siamo fiduciosi di portare a casa qualcosa. Dobbiamo avere la consapevolezza di poter vincere con tutti. 

Che aria si respira nel gruppo?

Da giocatore meno bravo di loro sei triste. Si viaggia di emozioni e loro sono a zero in questo momento. Ci sono delle vie di mezzo e bisogna riparte da quello che sanno fare. 

Direttore Collavino, c'era questo sentore di crisi anche prima della sosta? Che ragionamenti avete fatto?

Fino all'ultimo giorno con Andrea abbiamo lavorato intensamente. Tutto il periodo che abbiamo utilizzato durante la sosta è servito per rinforzarci internamente nelle convinzioni. Non ci sono stati ragionamenti fatti con grosso anticipo o retro pensieri. Non ci si aspettava questa situazione e a fine serata ci siamo ritrovati terzultimi in classifica quindi abbiamo maturato la decisione di cambiare allenatore. Gabriele ha lavorato con noi e conoscevamo la metodologia, siamo convinti e consapevoli che abbia gli strumenti per dare una svolta. 

Cosa ti aspetti di vedere dai tuoi ragazzi contro il Monza?

Portare punti, che siano tre o uno per invertire con convinzione una rotta. Il Monza è una squadra che Palladino ha rigenerato e hanno una mentalità fresca. Quello che va chiarito bene è affrontare bene la prima in una condizione mentale superiore.

 Ci sono giocatori leader?

 Non so se nelle top squadre ce ne siano più di quattro. Questa squadra ha Silvestri, Walace, Pereyra, Deulofeu e Perez. 

In che ruolo vedi Pereyra?

Tranne in porta può giocare ovunque. Con lui non ho ancora parlato perché ieri era particolarmente scosso, ci parlerò oggi con calma e sentirò cosa mi dice lui che è la cosa più importante. 

Cosa cambierà?

Tranne il modulo, che è da 30 anni che non si cambia qui, si può vedere come cambiare l'interpretazione di esso. Questa squadra ha bisogno di giocare per liberarsi dalla situazione presente. 

Quanti punti servono per uscire dalla crisi al giro di boa?

Non mi sono fatto tabelle, c'è da fare un passettino alla volta per uscire dal fango. Quando sei tranquillo pensi, ma ora c'è bisogno di agire in serenità. Io non sono una persona ansiosa di natura e lo trasmetto all'ambiente. Se sono carico trasmetto all'ambiente la carica. Ed è questo quello di cui abbiamo bisogno adesso.

Come ha ritrovato Samardzic?

Ieri al ristorante gli ho detto 'Sei ancora arrabbiato con me?' e mi ha risposto ridendo. Quindi credo si sia detto tutto e sarà lui a dirmi di cosa ha bisogno. 

Hai in testa qualche piccola rivoluzione tecnica?

La vecchia guardia non può cambiare la situazione ma è il contesto generale che permette loro di essere leader. Sono convinto che Walace ritorni a essere il Walace da Monza. 

I rientri di Davis e Masina e i dialoghi con Success: quanto sta lavorando con la testa dei giocatori?

Sono convinto che sia fondamentale mettere un giocatore nelle condizioni di esprimersi per quello che lui ha dentro. Se non lo capisci non puoi migliorarlo. I recuperi sono un'evidenza. Davis lo conosco dall'Inghilterra e va recuperato. Siamo contenti che sia tornato. 


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