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Udine stecca, Tortona in finale

di Franco Canciani

Poco da recriminare quando chi ti batte si dimostra migliore di te. Quando prendono 15 rimbalzi in più, quando in attacco si guadagnano 17 seconde occasioni e nel momento decisivo Gražulis non ne sbaglia una.

Troppi i giocatori udinesi sottotono: in particolare Teejay Cromer e Riccardo Cortese, apparsi lontani parenti dei due giocatori ‘allaround’ che hanno fatto innamorare i loro tifosi. Un combinato disposto di 2/13 al tiro pesante per i due, tante occasioni perse quando Udine avrebbe potuto tornare sotto.

La valutazione, 97 a 58, parla molto più chiaro degli 11 punti di distacco fra le due squadre; se l’OWW non è andata alla deriva dopo aver subìto un 2-17 nel secondo periodo lo deve, in gran parte, a un Gerald Beverly nota lieta della serata. Commesso il quinto fallo a tempo quasi scaduto, il ragazzo di Rochester mette a referto 25 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate, 11 falli subiti. Numeri da califfo del pitturato, speriamo mantenga le premesse.

Udine inizia bene, poi si scioglie quando Tortona aumenta i giri del proprio motore. Sparisce Antonutti che nel secondo tempo praticamente non gioca (probabili ragioni fisiche) ma quando gioca incide; Fabi alterna grandi cose a errori evitabili; Amato non è ispirato come al solito, Nobile impalpabile e Zilli lottatore ma con meno ‘cazzimma’ del solito.

Al netto delle valutazioni tecniche, è parsa evidente la differenza di freschezza atletica fra le due formazioni. Udine, anche mentalmente, è parsa sempre in ritardo sulle palle vaganti, ha perso la marcatura su qualche decisiva tripla (come le due di Tavernelli), ha lasciato, come detto, troppi rimbalzi offensivi all’avversaria: la quale già mi nasce forte, non avrebbe avuto bisogno di aiuto.

La palla decisiva, l’ultimo treno per casa è passato quando Udine ha avuto la palla del -6 (due volte): una volta sbaglia la tripla Cromer, un’altra Fabi assiste direttamente la curva del Palalido.

La finale, a questo punto, vedrà di fronte Bertram e Torino di coach Demis, cui facciamo complimenti per l’importante traguardo raggiunto. Vieppiù con una squadra che due mesi fa nemmeno esisteva o quasi.

Udine si accontenta della finalina, una delle cose più tristi dell’universo. Una cosa da abolire. Vediamo di chiudere con dignità un’avventura comunque bella.

Tempo di rituffarsi nella preparazione al campionato; la gara contro Roseto (squadra indecifrabile) si avvicina sempre più. Senza ritornare troppo sulle amarezze suscitate da questa sconfitta: che ci sta, dato che (almeno secondo me) Derthona arrivava come squadra favorita e lo abbiamo detto sempre. E ciò valga anche per l’esito finale del campionato.

Purtroppo il soffitto del Carnera rimarrà ancora sguarnito da vessilli di vittoria: motivo non di depressione, ma di ulteriore motivazione per lavorare duro e migliorarsi. Consci del fatto che Udine è squadra interessante, ma non può prescindere (e chi se lo può permettere?) da così tante sue pedine. Specie in attacco.


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