Troppa GSA, Kleb Ferrara schiantato
Ci eravamo avvicinati a questa gara con delicatezza, quasi temessimo il replay della gara persa al Memorial Pajetta: sbagliavamo.
Perché coach Lino ed i suoi tale delicatezza verso gli avversari non l’hanno avuta: vinti tutti i parziali, tutti gli scontri diretti fra giocatori; Fantoni ridotto a fare sei dei suoi sette punti totali nel garbage time durato un tempo abbondante; Alessandro Panni che prende una stoppata sonora da Diop, e due azioni più tardi cerca di spostare Ous a centrocampo rimbalzando indietro.
Udine cresce di gara in gara, cresce nel corso delle gare e nell’abilità di gestione delle stesse: contro Ravenna aveva dilapidato venti punti di vantaggio, stasera (ad esempio) ha dilatato il vantaggio aumentandolo di 17 lunghezze nel secondo tempo, dopo aver chiuso avanti di quattro e otto rispettivamente il primo e secondo quarto.
Eccellente Kyndall Dykes, che segna, difende, smazza assist come bagigi e chiama sovente il ruggito del Carnera, che si sta riscoprendo caldissimo come ai tempi che furono (meglio tardi che mai, signor Sindaco). Un diesel Rain Veideman, che parte piano (ricordiamo che giocava da infortunato al piede), poi sale in cattedra e il povero Marco Venuto non lo prende più. Straordinaria la crescita di Ous Diop, che sta imparando a contenere il proprio entusiasmo e le proteste. Oggi, ad esempio, su un contatto veniale ai danni di Fantoni sanzionato dal fallo di uno dei tre arbitri (non in grande spolvero, ma non mi sorprende data la composizione della terna) si trattiene , aiutato anche dal saggio Raspino, gira al largo evitando il fallo tecnico che i direttori di gara avevano i canna (lo affibbieranno a Yankiel Moreno pochi secondi più tardi, su una protesta appena più che urbana dell’italo-cubano) e pensa a giocare. Adesso si riscopre all-around: stoppa, prende i rimbalzi; difende, tira da tre, segna qualche libero in più. Insomma la gestione-Lardo gli ha fatto bene, consentendogli di crescere con i tempi necessari ad un classe duemila.
Sempre positivo Pinton, buonissimo in difesa Tommy Raspino (che spadella da tre), in leggera flessione offensiva Andy Benevelli che peraltro ha difeso su Fantoni e Hall come meglio non avrebbe potuto.
Oggi poi abbiamo visto qualche minuto per i giovanissimi Chiti e Ohenhen, quando ormai da tempo sugli spalti era iniziata la ola; rivedibile Vitto Nobile, impiegato spesso da “3”: ha bisogno di assimilare meglio i tempi di gioco in una posizione non sua.
Capitolo a parte per il signor Cristoforo Mortellaro, ragazzo canuto di Cocoa Beach in Florida: dal minuto-zero ha fatto capire agli avversari che non era cosa, ai suoi che non c’erano problemi. Ennesima doppia doppia con 14 punti e 10 rimbalzi, 22 di valutazione e una meritatissima standing ovation concessagli dalla panca friulana.
E Ferrara? Martelossi avrà molto da lavorare. Perché se è vero (com’è vero) che Erik Rush non si può regalare a nessuno (ma Udine giocava senza Ferrari e Pellegrino), è altrettanto ovvio dai numeri che quando due giocatori segnano 40 punti dei 64 complessivi, mentre degli altri (a parte un primo quarto dove Ferrara segna 18 punti quasi tutti dall’arco dei 6m75) ci ricordiamo solo molti errori, la chimica di squadra ancora tarda a venire. Eccellente l’ex Fortitudo Ricky Cortese, che per questa categoria è quasi un lusso; eroico Mike Hall, che certamente non era fra quelli cui Martello dedicava un time-out a 2’ dalla fine e gara persa solo per ricordare loro che gettare la spugna e farsi ridicolizzare dall’avversaria non è ammissibile. Per l’americano 24 punti e 18 rimbalzi, chapeau. Il resto appare in edizione decisamente modesta, ad iniziare dai due boys friulani Molinaro e Venuto.
Udine vince perché si sta facendo squadra; la GSA ha vinto perché da Pedone & Micalich in giù tutti stanno tirando dalla stessa parte, non risparmiandosi e lavorando duro per aumentare l’autostima, la fluidità di gioco, la conoscenza reciproca e il chimismo di squadra.
Udine vince perché, non ce lo dimentichiamo, ha vinto 9 delle ultime 11 partite fra la fine dell’anno passato e l’inizio di questo. E il cuore generoso dell’A.P.U. accoglierà tutti coloro i quali, dopo un paio di tornei buttati e due gare di campionato perdute, avevano già sentenziato che a) Lardo andava cacciato, b) Rain eKayDee non possono giocare assieme (bullshit), c) Benevelli e Raspino erano due bidoni.
A costoro, che abbraccio più forte degli altri perché riaccogliere il figliol prodigo merita il sacrificio del bue più grasso, riporto due chicche dall’intervista a Kyndall che apparirà sul Calcio Magazine di novembre (abbiamo sentito anche Benevelli): “it’s all about us” e “let’s have patience”. “Dipende da noi” e “bisogna avere pazienza”. Abbiate dunque pazienza, perché la GSA non le potrà vincere tutte ma non sbanderà più. se le giocherà. Tutte.
Pazienza: quella pazienza che ha permesso, in tre gare, di realizzare 256 punti subendone 192. Numeri da playoff.
L’Alma Trieste conferma la sua strapotenza, Udine si sta rimettendo in scia. Sabato a Verona la prova del nove: forza GSA.